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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 set 2021
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SMCP: il proprietario Shandong Ruyi dovrà lasciar spazio ai creditori?

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
16 set 2021

Che battesimo del fuoco per Isabelle Guichot! Appena nominata alla testa del Gruppo SMCP, la dirigente francese deve affrontare un terremoto di grande portata per il gigante del lusso accessibile, proprietario dei marchi Sandro, Maje, Claudie Pierlot e De Fursac. Intense negoziazioni sono certamente in corso dietro le quinte tra i creditori e gli azionisti di maggioranza del gruppo. Questi ultimi si trovano davvero con le spalle al muro.

Maje

 
Come precisa il quotidiano Les Echos, European Topsoho, entità proprietaria di poco più della metà del capitale di SMCP, nonché controllata lussemburghese del conglomerato cinese Shandong Ruyi, non sembra in grado di onorare il rimborso di 250 milioni di euro di obbligazioni emesse a settembre 2018 e la cui scadenza è fissata per martedì 21 settembre. Dalla parte di SMCP viene specificato che il dossier è gestito direttamente dal proprietario.
 
La casa madre cinese, che ha effettuato una sfilza di acquisizioni (incrementando di pari passo i debiti) tra il 2015 e il 2018, è da molti mesi in difficoltà finanziarie, e ha messo in fila diverse insolvenze o mancati pagamenti. Fatto che ha colpito diversi progetti del gruppo. Alla fine dello scorso anno, l'acquisizione dello svizzero Bally è maturata in questo contesto.

Da allora, il gruppo di Hong Kong Trinity, acquistato da Shandong Ruyi nel 2018 e proprietario di Cerruti 1881, Gieves & Hawkes, Kent & Curwen, è stato posto sotto la protezione di un dispositivo legale per i fallimenti e ha avviato una ristrutturazione. Il quotidiano economico francese riferisce anche che Renown, filiale giapponese acquisita nel 2010, è fallita nel 2020.
 
In questa situazione, esistono grandi preoccupazioni per quanto riguarda la capacità e la volontà del conglomerato cinese di adempiere ai suoi obblighi. Nel caso di un mancato pagamento, i creditori diventerebbero quindi proprietari di azioni del gruppo francese. Ricordiamo che oggi Topsoho detiene il 53% delle azioni, il flottante (con una quotazione da ottobre 2017 su Euronext) è il 40% e i fondatori e i manager possiedono quasi il 7% del capitale.
 
In termini concreti, l'accordo iniziale tra Topsoho e i creditori prevede che questi possano far valere il loro diritto a prendersi il 37% del capitale detenuto dalla struttura lussemburghese (28 milioni di azioni su 75,6 milioni di azioni totali). Ma se tale importo è inferiore ai 250 milioni impegnati, i creditori possono anche rivendicare il delta sull'altro 16% detenuto da Topsoho (37 + 16 = 53%). Tuttavia, il valore dell'azione SMCP è sceso al di sotto dei 4 euro nel corso del 2021, e la capitalizzazione del gruppo è crollata. Nonostante un leggero rimbalzo il 16 settembre, al momento essa è di 420 milioni di euro, con il titolo a 5,58 euro, in aumento del 6% rispetto al giorno prima. Di fatto, il ​​53% del capitale rappresenta circa 223 milioni di euro.
 
Operatività “non colpita”
 
Sorgono quindi numerose domande sul prosieguo di questa situazione. Quale accordo può essere trovato per i 27 milioni di euro mancanti? In che modo il contesto influisce sugli asset del gruppo SMCP? La direzione, che aveva comunicato una netta ripresa dei risultati nel primo semestre, sottolinea che tale sua dinamica non è quella del suo proprietario e che le proprie performance progrediscono, con una redditività in crescita. “In nessun caso il gruppo sarà impattato operativamente da un eventuale default del suo principale azionista”, specifica la direzione di SMCP a Fashion Network. In effetti, il gruppo ha una sua strategia, e dispone di mezzi di finanziamento propri. “La situazione di SMCP è sanissima, con un margine di manovra superiore a 240 milioni di euro a fine giugno 2021, e le sue capacità e ambizioni di investimento rimangono invariate”.
 
Sarà inoltre necessario interrogarsi sulle intenzioni dei creditori Anchorage, Carlyle, Boussard & Gavaudan e Blackrock, che, secondo Les Echos, hanno fatto appello alla struttura Glas, specializzata in negoziati di questo tipo. Quale sarà la suddivisione delle azioni tra questi diversi attori? Saranno tutto coinvolti nel gruppo? Su questi punti, l’attuale management spiega di non avere rapporti con i creditori, in quanto la questione riguarda l'azione Topsoho. D'altra parte, la situazione non rimette in discussione le ambizioni di SMCP. “Nessuna revisione strategica” del piano al 2025 presentato lo scorso ottobre e nessun “smantellamento” sono previsti a breve o medio termine, afferma la direzione. La roadmap strategica è chiara, e più che mai d’attualità in un momento in cui il gruppo sta ritrovando prestazioni vicine a quelle che aveva nel periodo pre-Covid.
 
Secondo Les Echos, il timore dei creditori sarebbe vedere l'attuale proprietario di maggioranza, via Yafu Qiu che è presidente del Consiglio di Amministrazione di SMCP, tentare di mentenere le mani sul gruppo francese attraverso delle assemblee amministrative - anche se non possiede più la maggior parte dei diritti di voto.
 
I creditori si sono rivolti alla struttura Governance in Action per difendere i propri interessi con la gestione operativa del gruppo. “Abbiamo, soprattutto, una necessità di trasparenza e lealtà da parte di Ruyi”, spiega Fabrice Rémon di Governance in Action. “SMCP soffre della presenza dell'azionista di maggioranza cinese, che di fatto controlla il suo CdA. L'obiettivo del Gruppo Ruyi è di sopravvivere. La traduzione plastica di questa situazione si vede nella continua discesa della quotazione del titolo in Borsa, che in un certo modo priva SMCP delle possibilità di cogliere qualsiasi opportunità strategica”.
 
Diversi osservatori consultati da Fashion Network definiscono questa vicenda “molto complessa”. Negli ultimi anni, i precedenti di insolvenze seguite da acquisti di aziende da parte di gruppi di creditori hanno colpito in massa il settore della moda. Tra Vivarte, New Look, Ikks o Camaïeu, le fortune sono state diverse. Ad ogni modo, il gruppo francese SMCP sembrerebbe trovarsi al centro di una battaglia giuridico-finanziaria che potrebbe avverarsi di lunga durata. In un momento in cui la sfida è cogliere al meglio le possibilità per riprendersi, questo contesto non sembra più favorevole ai marchi del gruppo.

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