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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 apr 2019
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Rosa Tous: “La gioielleria è un settore estremamente sostenibile"

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 apr 2019

Alle soglie di un secolo di storia, Tous si è imposto come un marchio globale, con 700 negozi in 53 nazioni, un sito di e-commerce disponibile su 14 mercati e oltre 4.000 dipendenti nel mondo. Dopo aver chiuso il 2017 con un fatturato in aumento del 10,6%, a 446 milioni di euro, le cifre del gioielliere spagnolo, che vende più di 2 milioni “orsi” all’anno, parlano da sole. E lo fanno con la stessa disinvoltura della vicepresidente della società, Rosa Tous. La dirigente, figlia dei fondatori, Salvador Tous e Rosa Oriol, discute con FashionNetwork.com del passato, del presente e del futuro dell’azienda, nonché dell’industria della moda in Spagna. Una strategia di continuità segnata da recenti nomine, e da un impegno nella tradizione tramite la Scuola Tous di gioielleria e artigianato e in favore dello sviluppo sostenibile costituiscono i fulcri principali dei suoi ragionamenti.

Rosa Tous, vicepresidente di Tous, nell'ambasciata di Spagna a Parigi - ACME


FashionNetwork.com: Che cosa significa per la società la nomina del vostro nuovo CEO?
 
Rosa Tous: È un provvedimento preso in continuità. Questi cambiamenti si verificano nelle aziende. Il nostro progetto costituisce la continuazione di quanto già facciamo, perseguendo un piano strategico che ha già due anni. Il nostro direttore commerciale, ora diventato il nostro CEO, lo sa molto bene, perché ha lavorato a stretto contatto con il suo predecessore. E io penso che sia semplicemente un continuum, di espansione, crescita, talento, trasformazione digitale. È una decisione consensuale presa molto serenamente, e ne siamo molto felici. Un piccolo cambiamento è sempre il benvenuto per ripensare alcuni aspetti. Questo è ciò che facciamo.

FNWQual è il segreto di un'azienda che celebrerà il suo centenario l'anno prossimo? In che modo marchi e stilisti spagnoli possono seguire il vostro esempio?
 
RT: Dico sempre che ci devono essere due teste nel mondo della moda. Che è un po’ quello che è successo nella nostra azienda. C'era la testa creativa, mia madre, che ne rappresenta l'anima. E poi mio padre, il pensatore, lo stratega, la mente finanziaria. Bisogna sempre tenere presenti queste due visioni principali. È molto difficile che un buon designer sia un buon manager. L'importante è costruire una buona squadra e quindi ottenere le risorse. Quando c'è una squadra, una visione e un obiettivo, si può ottenere tutto.
 
Mia madre ha sempre avuto l'opportunità di creare liberamente e mio padre ha sempre vigilato su questo processo e sul fatto che le opere che lei creava potessero essere vendute. Penso che abbiano formato una squadra molto buona, che ho visto nella mia famiglia e a casa. Quando guardi all'industria e all'organizzazione dei team, ti rendi conto che è così che deve essere.

La famiglia Tous: Laura Tous, Alba Tous, Salvador Tous, Rosa Oriol, Rosa Tous e Marta Tous - Tous


FNW: Qual è il legame fra Tous e Parigi (la città dove ha avuto luogo l’esposizione annuale di Acme)?
 
RT: Abbiamo due negozi a Parigi, uno al 266 di rue Saint-Honoré e l’altro nel Marais, in rue des Francs-Bourgeois 19. Siamo presenti in città da più di 15 anni e ne siamo molto contenti. Parigi è mondiale, una città internazionale che è una vetrina per il mondo intero. Veniamo tutti a Parigi ad un certo punto. Per noi è importante essere presenti in questa città per avere una tale visibilità.
 
FNW: Come funziona il programma della Scuola Tous di gioielleria e artigianato?
 
RT: Abbiamo iniziato con la Spagna e il Messico, ma vogliamo che sia un programma globale. Abbiamo chiuso il primo anno con 19 studenti. Sono molto soddisfatta del risultato, perché ci siamo adattati molto bene ai programmi formativi proposti da ogni scuola, tenendo conto che ciascuna di esse ha le proprie regole. Inoltre, abbiamo la fortuna che uno dei nostri gioiellieri, che lavora con noi da oltre 40 anni, si sia proposto come mentore. Vedendo avvicinarsi la pensione, il progetto si presenta per lui come una continuità, in quanto tutto il suo lavoro non sarà stato vano e lascerà tutto ciò che conosce nelle mani di apprendisti che saranno il futuro della gioielleria.
 
FNW: Valorizzare il know-how è anche un modo per differenziarsi come azienda?
 
RT: Stavamo cercando un progetto sociale, ma che avesse molto a che fare con noi. Ci abbiamo pensato tanto e bene e ci abbiamo lavorato negli ultimi anni per determinare cosa fosse più importante per Tous. Riguarda il ritrovare le nostre radici. Siamo gioiellieri di professione, professionisti del lavoro manuale. Gran parte dei pezzi che presentiamo qui (nella mostra “Made in Spain”, organizzata dall'Acme a Parigi, ndr.) sono fatti interamente a mano, con un gioielliere che conosce il mestiere e lavora il pezzo senza utilizzare alcun tipo di tecnologia.
 
D'altra parte, per la nostra produzione usiamo tutte le tecnologie possibili, dalle stampanti 3D alle macchine laser, per migliorare i sistemi produttivi. Ma anche lavorando a questo livello, viene mantenuta una parte molto artigianale. Abbiamo osservato che i gioielli passano in media per almeno sei mani diverse, e quindi c’è molto di manuale in loro, anche se non sono esclusivamente fatti a mano.

Le origini di Tous risalgono ai suoi inizi nell'orologeria - Tous


FNW: Come si posiziona la società in un contesto in cui la sostenibilità è un fattore chiave?
 
RT: Noi diciamo sempre che la gioielleria è un settore estremamente sostenibile, perché un gioiello non si butterà mai. Siamo esperti nella manutenzione, nel riutilizzo e nel riciclaggio dei gioielli. Abbiamo un laboratorio specializzato nella fornitura di questo servizio di pulizia, di riparazione o di regolazione per tutti i nostri clienti.
 
Da Tous, siamo sempre stati molto attenti a ciò che accade attorno a noi, a cosa sta succedendo sul mercato, a cosa vogliono i nostri clienti. Inoltre, come rivenditori, possiamo direttamente avere i feedback della clientela nei nostri negozi; così come l'approccio attraverso i social network. Ti rendi conto allora che la sostenibilità è una responsabilità aziendale. Anche nel caso della gioielleria (siccome ad un certo punto della fase produttiva molti agenti chimici sono coinvolti nello sviluppo di gioielli), lavoriamo da molti anni sulla questione del riciclaggio o del recupero dei metalli. È qualcosa che portiamo nel nostro DNA e che ora dobbiamo affermare e rendere più visibile, perché una parte della clientela lo vuole sapere. La trasparenza che tutti ci chiedono mi sembra ideale.
 
FNWCome vive un'azienda internazionale l'attuale situazione socio-economica in Spagna?
 
RT: Con preoccupazione. Ciò che sta accadendo intorno a noi ci interessa e ci influenza. In questo periodo cosa abbiamo fatto? Abbiamo continuato a lavorare, a fare ciò che sappiamo fare. Abbiamo un impegno verso i nostri clienti e le oltre 4.000 persone che lavorano per Tous nel mondo. La nostra migliore strategia è stata quella di continuare a lavorare.
 
FNW: E all'estero, cosa ne pensa della Brexit?
 
RT: Nel Regno Unito siamo presenti attualmente tramite un negozio online. Per questo e-shop dovremo adattare alcuni aspetti legati all’importazione. A livello personale, mi sembra una situazione complicata e strana. Ma a livello aziendale, la stiamo gestendo bene. Immagino che il non avere una presenza così forte in Inghilterra non ci costringa, per il momento, a concentrarci su questo problema.

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