1 apr 2019
Roberto Cavalli interrompe le sue attività negli USA
1 apr 2019
Il processo di ristrutturazione di Roberto Cavalli parte dagli States. La griffe fiorentina, che la scorsa settimana ha presentato la domanda di concordato, ha confermato a FashionNetwork.com la chiusura della sua filiale americana, Art Fashion, avvenuta il 30 marzo 2019.
La controllata di Cavalli ha infatti chiesto l’ammissione al Chapter 7, di fatto una procedura di fallimento con liquidazione che implica la chiusura totale di tutte le operazioni e le attività legate al brand.
L’azione ha portato alle dimissioni del CEO di Art Fashion, Salvatore Tramuto, e al licenziamento dei 93 dipendenti della filiale, creata alla fine degli anni '90.
Naturalmente, abbassano la saracinesca anche i monomarca diretti e i punti vendita outlet del brand presenti oltreoceano, mentre per quanto riguarda la parte di e-commerce USA, specifica la società, “verrà solo sospesa per alcuni giorni in modo da poter riorganizzare la logistica dall’Europa”.
Una doccia fredda per Art Fashion, che nel 2018 ha registrato perdite (escluso il contributo mercato) per 17,8 milioni di dollari (oltre 15,8 milioni di euro) e per Cavalli, che in questo modo riduce drasticamente la sua presenza nel mercato americano, che ad oggi valeva il 17% del suo fatturato consolidato e il 22% delle vendite dirette.
La scelta non è tuttavia una novità, in quanto la stessa maison aveva anticipato che avrebbe dismesso alcune delle sue attività estere, dando la priorità alla salvaguardia di quelle italiane. Al momento, non sembrano esserci altri Paesi nel mirino.
“Il gruppo sta valutando le operazioni, ma non è stata presa nessuna decisione in merito”, commentano dall’azienda, che dispone di store diretti anche in Cina (5), Francia (3), Spagna (2), Hong Kong (1), UK (1) e Germania (1).
Ma se l’America piange, l’Italia non ride: sul fronte nazionale la situazione rimane rovente, con i sindacati che il 1° aprile hanno indetto scioperi e presidi in piazza dell'Unità Italiana, a Firenze, per i lavoratori dell'azienda, in contemporanea con i due incontri fissati all'unità di crisi della Regione Toscana, a cui hanno partecipato vertici aziendali, sindacati e istituzioni.
Gli oltre 270 dipendenti, di cui 200 impiegati nel sito di Sesto Fiorentino, rimangono in attesa di conoscere gli sviluppi futuri, mentre viene garantita la prosecuzione delle attività per assicurare la consegna degli ordini e per preparare la nuova collezione. Ma già entro il prossimo 25 aprile dovrebbe tenersi un nuovo tavolo per fare il punto della situazione con tutti gli attori coinvolti nel processo di vendita della maison.
Le trattative con i possibili acquirenti della maggioranza di Cavalli, dal 2015 nelle mani del fondo italiano Clessidra, sono ora congelate, in attesa che si pronunci il Tribunale di Milano, al quale la maison ha presentato il 2 aprile la domanda di concordato preventivo in continuità.
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