AFP
9 nov 2014
Richemont risente della flessione del lusso e degli effetti dei cambi valutari
AFP
9 nov 2014
Il gruppo svizzero Richemont, numero due mondiale del lusso, ha reso noto un calo dell'utile netto del 23% nel primo semestre del proprio esercizio scalato 2014/15, chiuso a fine settembre; un dato inferiore alle attese, bloccato da perdite contabili sugli effetti di cambio, sullo sfondo di prestazioni regionali contrastanti. Il dato è arrivato a 907 milioni di euro, ha precisato il gruppo di Ginevra in un comunicato.
Questa contrazione si spiega con la diminuzione del 4% dell'utile operativo, a 1,311 miliardi di euro, ma anche con le spese pari a 239 milioni di euro legate al valore di programmi di copertura effettuati in valuta estera. Nello stesso periodo dell'esercizio 2013/14, il gruppo aveva registrato un utile sui cambi valutari di 127 milioni di euro.
Gli analisti interpellati dall'agenzia AWP puntavano però, in media, su un utile operativo di 1,08 miliardi di euro.
Nel primo semestre, le vendite sono state un poco migliori del previsto. Il fatturato è aumentato del 2%, arrivando a 5,4 miliardi di euro, mentre gli analisti si attendevano 5,3 miliardi.
Il gruppo ha ottenuto la crescita maggiore nella regione delle Americhe, dove le vendite hanno registrato un incremento del 10%, a 859 milioni di euro. Esse sono inoltre cresciute del 6%, a 2,1 miliardi di euro, nella zona Europa e Medio Oriente.
L'attività del gruppo è invece calata del 2%, a 2 miliardi di euro, nella regione Asia-Pacifico. In Giappone è diminuita del 13%, per arrivare a 360 milioni di euro.
"Il contesto rimane difficile alla vigilia della stagione delle feste di fine anno", ha dichiarato Johann Rupert, presidente di Richemont, citato nel comunicato. Il massimo dirigente aziendale si è comunque definito fiducioso per la domanda di prodotti di alta qualità, stimando che essa continuerà a crescere a livello mondiale.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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