AFP
Laura Galbiati
16 ott 2020
Richemont conferma il programma di remunerazione degli azionisti
AFP
Laura Galbiati
16 ott 2020
Il colosso svizzero del lusso Richemont, proprietario della maison di gioielleria Cartier, ha confermato il proprio programma di remunerazione degli azionisti, volto a compensare la diminuzione del dividendo.
Il programma è stato adeguato per consentire agli investitori che finora detenevano titoli sotto forma di certificati di deposito di beneficiarne. Richemont potrà così riprendere il suo piano di emissione di warrant negoziabili.
A fronte della crisi economica causata dalla pandemia, Richemont aveva deciso a marzo di dimezzare i dividendi, con l’obiettivo di preservare le liquidità. Il gruppo aveva proposto di abbassarli a 1 franco svizzero (0,93 euro) per azione per l’esercizio appena concluso, rispetto ai due franchi svizzeri dell’anno precedente. Ma aveva anche annunciato di voler studiare la possibilità di avviare un programma di fidelizzazione dei suoi azionisti per compensare tale diminuzione.
Ad agosto, la società ha dichiarato l’intenzione di proporre agli azionisti dei warrant negoziabili, dando loro la possibilità di acquistare delle azioni entro tre anni a prezzi “potenzialmente vantaggiosi”. In seguito, però, ha dovuto temporaneamente sospendere questo programma per tener conto delle specificità degli investitori che detenevano fino ad oggi dei titoli sotto forma di certificati di deposito in Africa del Sud, Paese di origine del gruppo.
Il programma dovrà essere validato dagli azionisti il prossimo 17 novembre, in occasione di un’assemblea generale straordinaria che si svolgerà a distanza a causa della pandemia, tramite il voto per delega.
Basata a Ginevra, la società svizzera è stata creata nel 1988 in seguito alla scissione del gruppo sudafricano Rembrandt, che ha consentito all’uomo d’affari sudafricano Anton Rupert di diversificare la propria fortuna, incentrata prevalentemente sul tabacco.
Oltre a Cartier, Richemont possiede la griffe di gioielli Van Cleef & Arpels e diversi marchi di orologi di lusso, tra cui Piaget e IWC, e brand di moda, come maison Chloé. Il gruppo ha visto le proprie vendite erose dalla crisi sanitaria, a causa della chiusura dei negozi e del crollo del turismo, da cui il settore del lusso dipende in modo importante. Tra aprile e fine giugno, il fatturato trimestrale è calato del 47%.
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