Gianluca Bolelli
14 mag 2017
Richemont: cala del 46% l’utile netto annuo
Gianluca Bolelli
14 mag 2017
Il gruppo svizzero Richemont, il numero due mondiale del settore del lusso, ha rivelato di aver ottenuto un utile netto al di sotto delle attese lo scorso esercizio. Il dato è infatti calato del 46%, a 1,2 miliardi di euro, in un contesto difficile per l’orologeria.
Nell’esercizio scalato 2016-2017 (chiuso a fine marzo), il gruppo con sede a Ginevra ha visto diminuire il fatturato del 4%, a 10,6 miliardi di euro, ha indicato in un comunicato.
Il calo dei ricavi si limita al 2% una volta escluso l’impatto del riacquisto degli stock, ha precisato il gruppo, che aveva effettuato degli ampi riacquisti di rimanenze di orologi per ritirare dagli scaffali i modelli che faticavano ad essere smaltiti e fare così posto a nuove collezioni.
Gli analisti interpellati dall’agenzia svizzera AWP puntavano in media su un utile netto di 1,3 miliardi, per 10,7 miliardi di ricavi.
L'anno precedente, gli utili del gruppo erano stati incrementati da un guadagno eccezionale di 639 milioni di euro registrato dopo la fusione della sua piattaforma di vendite online Net-A-Porter con l’italiana Yoox.
Nell’annata appena conclusa, le vendite di gioielli sono diminuite del 2%, a 5,9 miliardi di euro, ha indicato il gruppo proprietario dei marchi Cartier e Van Cleef & Arpels, mentre le vendite della sua divisione degli orologi, che comprende in particolare IWC, Piaget e Jaeger-LeCoultre, sono scese dell’11%.
Le altre attività di Richemont, che includono in particolare le stilografiche Montblanc e le borse Lancel, sono cresciute del 2%, a 1,8 miliardi.
Per l'anno ppena terminato, il Consiglio di Amministrazione proporrà un dividendo di 1,80 franchi svizzeri per azione, +6% rispetto all’anno precedente.
L’orologeria elvetica, che per lungo tempo è sembrata poter ignorare la crisi, ha invece appena attraversato due anni difficili. Nel 2016, le esportazioni di tutti i fabbricanti svizzeri di orologi sono diminuite del 9,9%, dopo essersi già contratte del 3,3% nel 2015.
Versione italiana di gianluca Bolelli; fonte: AFP
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