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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 dic 2022
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Revlon e i principali creditori raggiungono un accordo, uscita dal Chapter 11 in aprile

Di
Reuters
Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 dic 2022

Il colosso dei cosmetici in bancarotta Revlon Incorporated ha raggiunto un accordo di ristrutturazione che trasferirebbe la proprietà dell'azienda ai suoi finanziatori e spazzerebbe via gli attuali azionisti.

Revlon


Revlon ora ha il supporto di una fazione di creditori e obbligazionisti, che in precedenza erano stati in disaccordo durante la fase di fallimento della società. La partecipazione di Ronald Perelman, l'investitore americano che ha controllato per diversi decenni il gruppo attraverso la holding McAndrews & Forbes guidata dalla figlia, Debra Perelman, sarà annullata.

L'accordo di ristrutturazione, che deve essere approvato da un giudice fallimentare statunitense prima che entri in vigore, fornirebbe 44 milioni di dollari ai creditori chirografari di Revlon, che altrimenti sarebbero gli ultimi della fila ad ottenere il rimborso dei loro debiti.

La fazione dei creditori garantiti, nota come creditori Brandco, e che comprende private equity e hedge fund come Ares Management e Oak Hill Advisors, deve ricevere quasi 3 miliardi di dollari.

L'accordo richiede che Revlon ottenga l'approvazione del tribunale il 3 aprile prossimo, il che consentirebbe alla società di uscire dal fallimento il 17 aprile 2023.

Revlon ha affermato che sta esplorando una vendita della società come potenziale uscita dal Chapter 11. L'accordo di ristrutturazione consente a Revlon di perseguire una vendita, a condizione che l'offerta sia sufficientemente alta da rimborsare completamente i finanziatori di Brandco.

Impattata dalla concorrenza di altri player della bellezza, dalla crisi della filiera e dall'elevata inflazione, l'azienda, che commercializza in particolare i marchi Elizabeth Arden (acquisito nel 2016) o Almay, aveva presentato istanza di fallimento a giugno, ponendosi sotto la protezione della procedura tutta americana del Chapter 11, affermando che il suo debito di 3,5 miliardi di dollari l'aveva lasciata troppo carente di liquidità per effettuare pagamenti tempestivi ai fornitori nella sua supply chain di cosmetici che avevano crediti da riscuotere nei suoi confronti.

Con Sarah Ahssen

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