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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 ott 2018
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Reportage: dietro le quinte dell’alta gioielleria di Bulgari

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 ott 2018

Gli occhi scintillanti come le gemme multicolori che estrae da un sacchetto, Lucia Silvestri mostra un sorriso luminoso. "Sente l'energia? Il suono delle pietre? Io le adoro. È una passione. Gioco con loro ogni giorno e provo sistematicamente tutti i pezzi creati qui. Ho il lavoro migliore della ditta!”, dice la bella romana, rovistando nel mucchietto di pietre splendenti su un lungo tavolo coperto di gioielli. Ci riceve nel suo ufficio molto luminoso che si affaccia sul Tevere, scintillante sotto il sole, al quarto piano della sede di Bulgari, a Roma.

La direttrice creativa di Bulgari, Lucia Silvestri - FashionNetwork.com Dominique Muret


Entrata 38 anni fa a far parte della famosa azienda di gioielleria, che dal 2011 è di proprietà di LVMH, per rimpiazzare una segretaria in maternità, Lucia Silvestri non se n’è più andata, specializzandosi negli acquisti di pietre preziose, fino a diventarne la direttrice artistica nel 2013.
 
Tra le sue dita, il mucchietto di gioielli si trasforma gradualmente in una collana, che arricchisce con tre grandi cristalli. “Questo è il punto di partenza della nostra ispirazione”, dice mostrando la sua creazione. “Bisogna parlare con le pietre. Le si può guardare per ore. Si prendono e si mischiano a seconda della dimensione e del colore”.

Sulla tavola cosparsa di grosse pietre brillanti (per la maggior parte zaffiri e smeraldi valutati “fra i 1.000 e i 100.000 euro ciascuno”), la designer ha abbozzato altri gioielli impostando e fissando diverse combinazioni di pietre su una base di cera, come il pittore che esegue le prime pennellate sulla tela bianca.

I gioielli di Bulgari nascono da un sottile equilibrio tra armonia, colori e dimensioni delle pietre - FashionNetwork.com Dominique Muret


In un angolo del suo ufficio, al quale si può accedere solo digitando un codice segreto, tappezzato di foto e schizzi di gioielli, un uomo della sicurezza sorveglia con discrezione. “Quando sono arrivata nel 1980, Bulgari aveva solo cinque negozi, contro gli oltre 300 di oggi! In 30 anni c’è stata una grande evoluzione in termini di mercato. Abbiamo sempre più difficoltà a trovare delle belle pietre. Sono diventate più rare e costose, mentre i clienti sono molto più sofisticati”, si lascia scappare.
 
Conosciuto per i suoi pezzi di alta gioielleria molto colorati, soprattutto per i gioielli preziosi e semi-preziosi con una predilezione per i tagli cabochon, firma della casa, il gioielliere fondato a Roma dall'orafo greco Sotirio Bulgari nel 1884 non ha smesso di crescere negli ultimi anni.
 
Come in passato, Bulgari continua a rifornirsi in tutto il mondo, andando alla ricerca della tormalina rosa del Mozambico, del calcedonio blu della Namibia o degli zaffiri indiani di Ratanpur e Jaipur. Senza dimenticare lo zaffiro imperiale dello Sri Lanka, il cui colore blu brilla anche nell’oscurità della notte.

Gli ultimi ritrovamenti minerali di Bulgari raccolti ai quattro angoli del globo - FashionNetwork.com Dominique Muret


Uscendo dalla stanza adiacente, che funge da caveau, Angelo Santini porge a Lucia Silvestri l'ultima consegna: un vassoio di smeraldi dalla Colombia. Gemmologo dal 1982, buyer per Bulgari dal 1995, l’uomo lavora a stretto contatto con la creatrice di gioielli.
 
“Conosciamo tutti i luoghi di estrazione, tutti i fornitori. Alcuni a volte conservano per noi dei pezzi rari, ma mai molto a lungo! Non riceviamo più di tre, quattro importanti proposte all'anno. Spesso tagliano le pietre pensando a noi”, confida, mentre la direttrice creativa scruta gli smeraldi, uno per uno.
 
“Questo dorme un po’”, nota, scartando un piccolo cristallo verde. Ne prende un altro, lo strofina con un panno e lo posa tra le dita, come un anello, per valutarne meglio l'effetto. Poi, Lucia Silvestri prende la lente d'ingrandimento per guardarlo più da vicino, alla luce del giorno, avvicinandosi alla finestra. “C'è un giardino in uno smeraldo, del fuoco nel rubino”, mormora sorridendo.

Dietro a questa facciata anonima sono realizzati i gioielli d'eccezione di Bulgari - FashionNetwork.com Dominique Muret


Difficile trovare la perla rara. Per non parlare del fatto che ogni acquisto è accompagnato da trattative serrate. Una volta delineatesi sul tavolo, queste sofisticate combinazioni di minerali appena abbozzate (che si trasformeranno in parure da sogno), sono affinate e disegnate su carta dal suo team di sette designer.
 
Cambio di scenario. Cintura periferica nord di Roma, Via Aurelia, in un luogo non precisato. Appare un edificio anonimo, senza un nome sopra, né un numero civico. Isolato in mezzo al nulla vicino a uno svincolo, con una porta di vetro opaco e finestre oscurate e coperte da tende, il posto sembra disabitato.
 
Invece, al suo interno è attivo un vero e proprio alveare di 35 orafi al lavoro sulla collezione che sarà presentata il prossimo anno a dei “clienti top, top, top”. Siamo nel laboratorio di alta gioielleria e prototipazione del gruppo. Aperto nel 2000, è stato ampliato lo scorso anno con l'arrivo di 10 nuovi orafi. Il loro numero dovrebbe aumentare ancora fino a 44 l'anno prossimo.

Silenzio e concentrazione nel laboratorio d'alta gioielleria e prototipazione - FashionNetwork.com Dominique Muret


Per entrare nello spazio è necessario mostrare le proprie credenziali, e superare molte porte blindate. La visita si svolge sotto scorta, accompagnati, ancora una volta, da un uomo della sicurezza, sotto l'occhio vigile e indagatore delle telecamere, che punteggiano il sito. Il silenzio che regna nei luoghi è interrotto a volte dal ticchettio delle placche di metallo che fanno vibrare il terreno ad ogni passaggio nel corridoio, per pulire le suole delle scarpe.
 
È in questo laboratorio che arrivano i progetti di alta gioielleria del team di design di Lucia Silvestri, che prenderanno vita grazie alle mani esperte degli artigiani nel corso di varie fasi di lavorazione: dai modelli sui computer per visualizzare i minimi dettagli della montatura che accoglierà le pietre alla realizzazione in cera della copia perfetta delle parti metalliche, in modo da fabbricare lo stampo in gesso nel quale saranno fusi oro, argento o altri metalli, passando per il montaggio, l’incastonatura e la lucidatura.
 
Davanti al loro banco di lavoro dotato di piccoli attrezzi (pinze, seghe, lime, carta vetrata, ecc.), vestiti con un camice bianco sul quale è solo ricamato il nome Bulgari sulla tasca, gli orafi scrutano attraverso i loro occhiali binoculari il design del pezzo che stanno realizzando. Dopo i primi contatti con i designer, ci vorranno fino a cinque mesi per finalizzare il gioiello.

I pezzi d'alta gioielleria di Bulgari sono tutti realizzati a mano - FashionNetwork.com Dominique Muret


“Se ci rendiamo conto, in una delle fasi del processo, che non abbiamo preso la giusta direzione e che quanto ottenuto fino a quel momento non corrisponde al risultato atteso, fermiamo tutto per ripartire da zero”, sottolinea uno dei responsabili. “A Roma, siamo gli unici a realizzare questo tipo di gioielli con un tale livello di complessità”.
 
Qui sono fabbricati tutti i prototipi e quasi il 40% dell’alta gioielleria, vale a dire circa 200 pezzi unici Bulgari all’anno su un totale di 500, mentre il resto è affidato a una rete esterna di fedeli orafi. Inoltre, per alcuni modelli sono prodotti nel laboratorio d’alta gioielleria solo i primi esemplari, in seguito trasferiti, per la fase d’industrializzazione, verso la gigantesca manifattura di Valenza, inaugurata lo scorso anno in Piemonte, con l’obiettivo “di preservare l'approccio artigianale nel processo industriale”.
 
È questo approccio che ha permesso a Bulgari di raddoppiare le vendite in cinque anni, passando da 1 a 2 miliardi di euro di fatturato tra il 2011 e il 2016. Il gioielliere continua ad inanellare prestazioni con crescite esplosive e nutre ancora grandi ambizioni. Entro la fine del 2018, arriverà a contare 333 punti vendita nel mondo e prevede di arrivare a 363 entro il 2021.

Lo storico negozio di Via dei Condotti a Roma con Piazza di Spagna sullo sfondo - FashionNetwork.com Dominique Muret


Per scoprire il più antico e il più recente dei suoi negozi, basterà recarsi a Roma nei giorni delle “Journées Particulières”, organizzate il 12, 13 e 14 ottobre prossimi da LVMH. In quell’occasione, la casa di gioielleria ha previsto delle animazioni nella sua storica boutique situata nella prestigiosa Via dei Condotti, giusto di fronte al leggendario “Antico Caffè Greco”, vicino a Piazza di Spagna, aperta nel 1905 e rinnovata nel 2014 dall’archistar Peter Marino, così come l’adiacente "New Curiosity Shop", inaugurato di recente con un nuovo concept che mette in primo piano la tecnologia e le immagini digitali per attirare una clientela più giovane. Ma anche e soprattutto per consentire di ammirare da vicino i sogni scintillanti realizzati da Bulgari.

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