7 dic 2012
Reebok chiude la sede europea
7 dic 2012
Da molti trimestri, Reebok mette in fila una serie di risultati negativi. All'ultima presentazione dei risultati del gruppo Adidas, il marchio accusava un calo del 15,5% delle vendite sui primi nove mesi, a 1,2 miliardi di euro. Un ciclo negativo al quale si sono assommate alcune vicende non positive, come la perdita del contratto di sponsorizzazione con la NFL, la lega professionistica di football americano, andato a Nike, fino a situazioni imbarazzanti, come in India, con la scoperta nell'aprile scorso di episodi di malversazioni all'interno della controllata locale.
Inoltre, il gruppo ha rivisto al ribasso le previsioni di fatturato per Reebok ad obiettivo 2015, portandole da 3,9 miliardi di dollari a 2,6 miliardi.
L’annuncio di una ristrutturazione non è quindi un fatto sorprendente. L'America sembra riuscire ad evitare questi provvedimenti di ridefinizione strutturale. Invece, ne saranno interessati 150 dipendenti a livello internazionale, con 65 posti di lavoro già eliminati alla sede internazionale del brand di Canton. Le sedi europea, ad Amsterdam, e dell'Asia-Pacifico, a Hong Kong, verranno chiuse.
“All'inizio di quest'anno, abbiamo annunciato la riorganizzazione del marchio Reebok in sei unità ('Training', 'Running', 'Walking', 'Studio', 'Classics' e 'Kids') con l'obiettivo di diventare il marchio leader nel fitness”, ricorda Matt O’Toole, direttore marketing del brand. “Oggi proseguiamo in questa riorganizzazione con la realizzazione di un modello operativo globale e diretto tra la nuova organizzazione mondiale a Canton, in Massachusetts, e i nostri mercati, ma anche con una razionalizzazione delle nostre attività creative. Questi cambiamenti, che entreranno in vigore a gennaio 2013, aumenteranno la nostra efficacia, la nostra velocità di risposta al mercato e la nostra efficienza”.
Resta da sapere quale sia la reale strategia perseguita da Adidas con questa ottimizzazione delle risorse. Il gruppo tedesco punta davvero su Reebok, dopo averlo orientato su fitness e moda, o presto potremmo veder tornare d'attualità le voci su una possibile cessione del brand?
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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