17 ott 2021
Redemption riparte con un nuovo modello di business
17 ott 2021
Dopo un paio di stagioni di pausa, la griffe italiana Redemption, fondata nel 2013 da Bebe Moratti (Direttore Creativo), Daniele Sirtori (CEO) e Vanni Laghi riparte con una formula di business ripensata per meglio soddisfare le richieste e le esigenze dettate dalla contemporaneità, come ha raccontato a FashionNetwork.com Bebe Moratti.
“La pandemia ci ha dato il pretesto per fermarci e pensare a quello che stavamo facendo. Eravamo arrivati a un picco di sei collezioni all’anno (due couture, due stagionali e due pre-collezioni) e a mio avviso al giorno d’oggi questo non ha più senso, oltre ad andare a detrimento della creatività e ad avere un impatto troppo grande sull’ambiente; non è necessario, soprattutto se si fanno vestiti di qualità che durano nel tempo, e non è etico”, ha spiegato Moratti. “Inoltre, anche le stagioni, in senso atmosferico, stanno cambiando. Ripartiamo con una proposta per la primavera/estate 2022, ma potremmo evolverci verso un concetto di no season, o rendere disponibili sul mercato diversi drop all’interno della stessa stagione, che i retailer possano riordinare secondo necessità”.
Dal punto di vista stilistico, la nuova collezione mantiene la radice rock del brand, nella sua accezione più ampia, ma diventa più eclettica, colorata e al passo con i tempi, dopo che la pandemia ha reso il comfort un must nel guardaroba di ognuno di noi.
“Mi sono sempre ispirato alla musica, sia dal punto di vista iconografico sia per il ruolo che la musica ha sempre avuto nel sociale. Il rock ha moltissime sfaccettature: all’inizio della loro carriera, le più grandi rockstar hanno creato il loro stile con quello che avevano, magari attingendo all’armadio dei genitori; poi è l’attitude che fa la differenza”, prosegue Moratti. “La più grande novità della nuova collezione è di aver fuso tra loro la main collection, più fashion e glamour, e la linea più sportiva Redempion Athletix, nata due anni fa dopo un lunghissimo processo di ricerca e sviluppo perché volevo fosse 100% sostenibile, con materiali a base plastica riciclati e materiali naturali organici. Penso ne sia uscito qualcosa di molto divertente”.
Con la PE 2022 Redemption vira decisa anche verso il genderless: “Vogliamo rendere ancora più evidente il nostro messaggio sociale: bisogna allontanarsi dal concetto di corpo femminile come viene visto nella moda, che è dannoso. L’inclusività è un concetto che negli ultimi anni ha assunto molta importanza, ma noi lo portiamo avanti da sempre”, sottolinea il designer. “Nelle mie collezioni donna lo stile maschile è stato sempre presente, ora ho creato anche abiti da donna che possono essere indossati dagli uomini, se vogliono farlo, in nome di una libertà intrinseca che tutti dovremmo avere”.
E quindi, due anime opposte trovano la loro armonia nella nuova Redemption: quella iper femminile, sartoriale e dressy, e quella attiva, sportiva, agile. Blazer impeccabili e abiti corti o drappeggiati con balze convivono con leggings, body e persino calzettoni sportivi. Piene le tonalità, come il viola, il rosso, il verde erba, il verde lime, il giallo neon, il senape, il bianco e nero, mentre le stampe spaziano tra graffiti, galassie e giraffe. La scelta dei tessuti comprende creponne, crepe de chine, seta martellata, jersey, nylon. Per evidenziare il messaggio, la collezione è stata fotografata e filmata dallo stesso Moratti nel villaggio postapocalittico di Mutonia, un luogo da sogno costruito sui detriti della vita contemporanea, e vede come protagonisti non dei modelli ma due ballerini dell’Opéra di Parigi e un coreografo.
“Dal punto di vista distributivo, prima del Covid il nostro primo mercato erano gli Stati Uniti, tra quelli che hanno sofferto di più per la chiusura dei grandi department store, seguiti da UK, Italia e Francia”, conclude Moratti. “Con la nuova collezione vogliamo riaffermarci in questi mercati; stiamo valutando anche multimarca più piccoli e di tipologia diversa, che abbiano magari anche un’offerta sportiva. Potremmo valutare anche l’opening di monomarca di piccoli dimensioni, o pop up store legati a eventi sportivi, concerti o festival musicali. Abbiamo anche il nostro e-commerce e siamo presenti su diversi marketplace multimarca; vorremmo spingere di più sul digitale, ragionando in ottica di storytelling per supportare il wholesale. Per quanto riguarda la produzione, continua ad essere 100% made in Italy, attraverso la nostra rete di partner, che stiamo razionalizzando”.
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