1 009
Fashion Jobs
PFCMNA SPA
Direttore Logistica
Tempo Indeterminato · NOLA
LPP ITALY SRL
Opening Coordinator Sinsay
Tempo Indeterminato · MILANO
YVES SAINT LAURENT MANIFATTURE S.R.L
Saint Laurent Addetto/a Ufficio Acquisti Accessori Metallici
Tempo Indeterminato · SCANDICCI
BALENCIAGA LOGISTICA S.R.L.
Balenciaga - lg Internal Cutting Coordinator
Tempo Indeterminato · SCANDICCI
FOURCORNERS
R&D Innovation Director
Tempo Indeterminato · SAN MARTINO DI LUPARI
BALENCIAGA LOGISTICA S.R.L.
Balenciaga - Supply Chain Specialist
Tempo Indeterminato · CERRETO GUIDI
MICHAEL PAGE ITALIA
Retail Director Outlet Emea - Fashion - Milano
Tempo Indeterminato · MILAN
SHOWROOM 999
Area Manager Italia/Estero
Tempo Indeterminato · MILANO
FOURCORNERS
Customer Service Specialist
Tempo Indeterminato · DUBAI
MICHAEL KORS
Sales Supervisor, Bergamo (Orio al Serio) - Part Time 32h
Tempo Indeterminato ·
ANTONY MORATO
District Manager Retail
Tempo Indeterminato · NOLA
MICHAEL PAGE ITALIA
Area Manager Franchising Estero - Abbigliamento Lusso - Milano
Tempo Indeterminato · MILAN
RANDSTAD ITALIA
Responsabile Vendite (Tessuti Per Arredamento)
Tempo Indeterminato · MONZA
JIMMY CHOO
IT Factory Senior Manager
Tempo Indeterminato · FLORENCE
GUCCIO GUCCI S.P.A.
Gucci_mrtw Design Collection Development Manager
Tempo Indeterminato · MILAN
CONFIDENTIEL
Customer Service Specialist
Tempo Indeterminato · MILAN
LPP ITALY SRL
Project Manager
Tempo Indeterminato · MILANO
ANTONIA SRL
Buying Assistant_customer Care
Tempo Indeterminato · MILANO
FLAVIO CASTELLANI
Showroom
Tempo Indeterminato · MILANO
SKECHERS
Customer Service Representative
Tempo Indeterminato · VIMERCATE
LENET
Addetto/a Affari Generali e Societari
Tempo Indeterminato · BOLZANO
HERMES ITALIE S.P.A.
in Store Customer Experience Specialist - Boutique Firenze
Tempo Indeterminato · FIRENZE
Di
Ansa
Pubblicato il
4 ago 2015
Tempo di lettura
3 minuti
Scarica
Scaricare l'articolo
Stampa
Dimensione del testo

Ramadan Collection: ecco la Modest Fashion per islamici

Di
Ansa
Pubblicato il
4 ago 2015

Abiti sobri che celano le forme scivolandovi sopra, che coprono braccia e corpo, ma alla moda e colorati. E' l'essenza della ''Modest Fashion'' - una moda semplice e sobria rispettosa dei valori cui si ispirano le donne e gli uomini musulmani - che nel 2014 ha generato un giro d'affari di circa 300 miliardi di dollari e che entro il 2019 dovrebbe attestarsi attorno a quota 484 miliardi.  Requisiti fondamentali che devono avere gli abiti? Coprire gambe e braccia, il capo dipende dalle tradizioni. Sulla moda islamica si è tenuto il ''Turin Modest Fashion Roundtable'' a Torino organizzato dal Comune, Thomson Reuters e Dubai Chamber.

Foto: Ansa


Nel settore, spiega Alia Khan, presidente dell'Islamic Fashion and Design Council - organizzazione creata per lo sviluppo dell'industria della moda islamica nel mondo - esiste un vero e proprio vuoto da parte dei produttori occidentali. ''Poca consapevolezza e capacità di aggredire questo mercato ancora inesplorato, anche dalle aziende italiane''. A lanciare collezioni per il Ramadan - il mese sacro di digiuno - sono state nel tempo griffe come DKNY, ''la prima tra le grande firme a farlo'', seguita da case che alla donna musulmana hanno dedicato parte delle loro linee (Valentino, Dolce & Gabbana, Prada, Victoria Beckham, Yohji Yamamoto e altri). E anche marchi più popolari ''come Zara e Mango, che quest'anno hanno lanciato una propria Ramadan Collection così come H&M''. Ma non basta. Serve, rilancia Khan, ''uno studio più attento dei consumatori musulmani che non si sentono compresi al 100%''.

Indubbio il problema della certificazione. Il suo organismo sta lavorando a un marchio ''iFash'' (Islamic fashion) che consenta ai brand intenzionati a investire nella moda islamica di ottemperare ad alcuni requisiti e fare in modo che i potenziali clienti sappiano dove rivolgersi per i loro acquisti che devono essere ''modest''. Al contrario di quanto sostengono alcuni, gli abiti alla maniera 'islamica' sono ricchi, pieni di stile e design e la domanda di questi è in continua ascesa.

Un mercato, quello musulmano, promettente e immenso che le case di moda occidentali non posso certo ignorare, ma dove scarseggiano brand interamente dedicati a questa fetta di consumatori. ''E dove non esiste - come nei settori della finanza islamica e del cibo halal (lecito) - una certificazione in grado di stabilire precisi criteri cui le imprese che intendono investire possano attenersi'', fa notare Gianmarco Montanari, direttore generale per lo sviluppo economico della città di Torino e promotore dell'iniziativa.

Dopo il Turin Islamic Economic Forum dello scorso anno - primo incontro internazionale promosso da un'istituzione in Europa per approfondire i temi dell'economia e della finanza islamica - e quello della scorsa settimana sulla moda, ''in ottobre ospiteremo quello dedicato al cibo halal''. A far capire che quella è la direzione giusta, sono i numeri.

''Tra i Paesi con il più alto numero di consumatori musulmani - sottolinea - secondo gli ultimi dati disponibili (2013), ci sono la Turchia (39,3 miliardi di dollari) gli Emirati Arabi Uniti (22,5 miliardi di dollari), l'Indonesia (18,8 miliardi di dollari), l'Iran (17,1 miliardi di dollari), Arabia Saudita (16 miliardi di dollari) e la Nigeria (14,4 miliardi di dollari). Da non sottovalutare, poi, la platea europea di fedeli: ''con Francia, Germania e Regno Unito che ha superato i 25 miliardi di dollari di consumi'', conclude Montanari.

 

 

Copyright © 2024 ANSA. All rights reserved.