APCOM
30 lug 2014
R&S: per i big dell'industria fatturato in calo ma regge la manifattura
APCOM
30 lug 2014
Nonostante un fatturato 2013 in calo per i big dell'industria italiana, la manifattura resta l'architrave delle nostre grandi imprese, mentre deludono i gruppi pubblici, condizionati dal ristagno dell'industria energetica, e dei servizi. E' quanto è emerso dal rapporto annuale di R&S Mediobanca sui 40 principali gruppi industriali quotati, che nel 2013 hanno registrato un calo annuo del fatturato del 5%, tanto all'estero (-5,3%) che in Italia (-4,2%).
Male l'industria pubblica (-7,7%) mentre i privati hanno limitato la contrazione (-1,9%) grazie appunto al manifatturiero (+1,5%). Crisi piena per servizi e non manifatturiero (-9,9%).
Le maggiori crescite di fatturato sono stare realizzate da Recordati (+13,8%, sul 2012), Campari (+13,6%) e Brembo (+12,7%).
La riduzione delle vendite all'estero ha risparmiato solo la manifattura privata (+2,4% sul 2012) che nel 2013 ha realizzato oltre confine il 90,7% del proprio giro d'affari complessivo. Realizzano all'estero oltre il 90% dei propri ricavi: Luxottica (98,5%), Pirelli (93,8%), De' Longhi (93,5%), Danieli & C. (93%), Exor (92%) e Safilo (91,9%).
Sul fronte degli utili a farla da padrone sono invece i big pubblici energetici: tra il 2009 e 2013 le grandi società industriali e di servizi hanno realizzato utili netti cumulati pari a 66,7 miliardi, che provengono per la grande parte (55 mld) dalle attività pubbliche e in particolare da quelle di natura energetica (57 mld). In testa Eni (30,5 mld), seguita da Enel (18,2 mld).
I mercati esteri della manifattura sono cambiati profondamente dal 2009: l'Italia ha perso il 27% mentre il resto dell'Europa è cresciuto del 14%. Quadruplicate, in particolare, le vendite in Nord America, triplicate quelle nelle Americhe, su del 70% Asia e resto del Mondo. Nel 2013 il 49% del fatturato dei big manifatturieri è stato realizzato nelle Americhe, il 35% in Europa e meno del 10% è venuto dall'Italia.
Asia e resto del mondo valgono il 16%, ancora poco per la potenzialita di quelle aree, sottolinea R&S Mediobanca.
La manifattura privata ha ampliato dal 2009 il proprio vantaggio in termini di margini industriali: roi al 13,3% contro l'8,9% dell'energetico e l'8,1% dei non manifatturieri, che hanno mediamente distrutto ricchezza nel periodo (-2,3%).
Ristagna l'occupazione nel 2013 e anche qui solo la manifattura ha segnato un incremento sul 2012: +4,2% nel complesso (+5,8% all'estero, -0,1% in Italia).
In calo poi la competitività dei grandi gruppi pubblici, con la produttività per addetto che è salita del 6,6% sul 2009 e non tiene il passo con l'aumento del costo del lavoro per addetto (+10%). Solo nella manifattura privata la dinamica è accettabile (+10,9% il costo del lavoro, +10,4% la produttivita), mentre nei servizi e nelle altre attivita la distanza è ampia (+9,2% contro +3,1%).
Fonte: APCOM