16 dic 2013
Quiksilver , in piena ristrutturazione, ha sofferto nel 2013
16 dic 2013
Tra qualche mese, Quiksilver non avrà più lo stesso volto. Certo, la strategia allestita dal CEO Andy Mooney, arrivato un anno fa alla testa del gruppo di marchi per gli sport di scivolamento, si basa sempre su Quiksilver, Roxy e DC, le tre locomotive del gruppo. Tuttavia, per il resto, in società è in atto una rifondazione globale partita dalle fondamenta. "Abbiamo compiuto notevoli progressi sugli elementi chiave del nostro piano per migliorare i profitti, nel corso degli ultimi mesi", ha dichiarato il CEO alla presentazione dei risultati annuali. "Nel quarto trimestre, abbiamo continuato nella strategia di dare la giusta dimensione alle nostre operazioni a livello mondiale. Abbiamo chiuso i negozi sotto-performanti, ridotto il numero di atleti sotto contratto, ceduto delle attività non essenziali e fatto dei progressi importanti nello stabilire controlli nel processo di gestione della catena di fornitura su scala globale".
Roxy è il marchio del gruppo che ha resistito meglio nel 2013. Foto: Roxy |
Questi provvedimenti puntano a condurre il gruppo sulla strada della redditività. Perché nell'esercizio 2013, chiuso il 31 ottobre, Quiksilver ha registrato perdite nette per 169 milioni di euro, contro gli 8 milioni dell'anno scorso. L'utile operativo resta invece positivo, calando però da 33 milioni a 1,9 milioni. Il fatturato è diminuito del 6%, a 1,315 miliardi di euro (1,942 miliardi di dollari USA).
Nel dettaglio, DC ha avuto il ribasso più importante, pari a un -8%, trascinato verso il basso da un ultimo trimestre a -25%, per un giro d'affari annuo di 394 milioni di euro. Gli altri due brand hanno messo a segno delle vendite stabili nell'ultimo trimestre, ma sono anche in calo sull'esercizio nella sua totalità. Quiksilver, con 524 milioni, incassa un -7%, mentre Roxy limita la tendenza negativa a un -2%, realizzando vendite per 371 milioni.
Considerando invece i canali di distribuzione, l’e-commerce realizza delle belle performance, con un 25% di vendite in più, a 50 milioni di euro. L’attività nella vendita al dettaglio si difende, con un ribasso dell'1% e delle vendite in comparabile stabili a 325 milioni. Al contrario, la vendita all'ingrosso, il segmento più importante per il gruppo, accusa una contrazione dell'8%, a 938 milioni di euro.
Infine, nessuna regione spicca quest'anno. Le Americhe sono calate del 7%, a 645 milioni di euro, l’Europa-Medio Oriente–Africa mette a segno un -6%, a 459 milioni, e la zona Asia-Pacifico si contrae dell'8%, a 205 milioni.
Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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