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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 feb 2023
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PwC: a livello globale, i consumatori affermano di voler ridurre la spesa per la moda

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 feb 2023

I consumatori di tutto il mondo si sentono oppressi dalla crisi del costo della vita e il 50% di loro ammette di essere “estremamente” o “molto” preoccupato per la propria situazione finanziaria personale.

Foto: StockSnap per Pixabay - Pixabay


Ciò significa che i beni di lusso e d’alta gamma, la moda e i viaggi saranno i settori più colpiti dai tagli alle spese nei prossimi sei mesi.
 
In ogni caso, questo è quanto emerge dall’indagine “PwC Global Consumer Insights Pulse Survey 2023”, la quale mostra che le persone stanno riducendo le proprie spese e che il 53% di loro sta “diminuendo” gli acquisti non essenziali. Infine, il 15% ha rinunciato totalmente alle spese non essenziali.

La maggior parte degli oltre 9.000 consumatori intervistati ha affermato che nei prossimi sei mesi ridurrà la spesa in tutte le categorie studiate; un netto calo rispetto alla precedente indagine, condotta lo scorso giugno.

Le diminuzioni più significative riguarderanno i prodotti di lusso/premium o di marca (il 53% dei consumatori prevede di ridurne l’acquisto), i viaggi (43%), le attività virtuali online (42%) e la moda (41%).

Intenzioni d’acquisto crescenti sui prodotti più eco-responsabili

Comunque i consumatori affermano di essere ancora disposti a pagare di più per alcuni tipi di prodotti sostenibili. Circa l'8% di loro è disposto a pagare somme maggiori per ottenere un prodotto realizzato localmente, concepito a partire da materiali riciclati, sostenibili o ecologici (77%) o realizzato da un'azienda rinomata per le sue pratiche etiche (75%).
 
Resta da vedere se questo si materializzerà al registratore di cassa, in quanto i consumatori di tutto il mondo sono attualmente molto orientati sugli sconti. Circa il 49% di loro afferma di acquistare determinati prodotti quando sono in saldo; il 46% desidera che i rivenditori offrano un miglior rapporto qualità-prezzo (una buona notizia per tutti i marchi che hanno recentemente lanciato gamme economiche); il 40% utilizza i siti di comparazione per trovare alternative più economiche; il 34% acquista all'ingrosso per risparmiare denaro; e il 32% compra marchi di distributori per trovare prodotti più economici.

È interessante notare che la Generazione X è “la più preoccupata” (47%) e ha fatto delle scelte sulle spese non essenziali, mentre i Baby Boomer si mostrano inquieti “in misura minore” (33%) e stanno cambiando i loro metodi di acquisto. Per quanto riguarda i Millennials, possono anche dire di essere “preoccupati”, ma in realtà non cambiano veramente i propri comportamenti.

Insieme al prezzo (la principale preoccupazione per il 56% dei consumatori), le persone notano anche problemi legati alla catena di approvvigionamento: il 30% di loro riscontra code più lunghe e negozi più affollati durante gli acquisti in negozio. E il 26% afferma che ciò ha nuociuto alla disponibilità dei prodotti. Questi problemi sono particolarmente citati dai consumatori australiani (36%), americani (35%) e indiani (34%). I prezzi e le supply chain sono dei fattori chiave anche per lo shopping online. Secondo PwC, l'aumento dei prezzi (48%), la disponibilità dei prodotti (24%) e i tempi di consegna più lunghi del previsto (24%) sono le principali preoccupazioni per gli acquirenti online.

La tecnologia costituisce sia una preoccupazione che un'opportunità

Nel frattempo, la tecnologia costituisce sia una preoccupazione che un'opportunità. Ad esempio, siccome il volume degli acquisti online continua ad aumentare, i consumatori sono sempre più diffidenti sul mantenimento della privacy dei dati.
 
Quasi la metà di loro (47%) afferma di essere estremamente o molto preoccupato quando interagisce con società di social media, siti Web/portali di viaggi di terze parti (36%), organizzazioni sanitarie (34%) e aziende di largo consumo (32%). Paesi come l'India e le Filippine sono i più preoccupati in queste categorie. Di conseguenza, quasi la metà degli intervistati (49%) afferma di non condividere più dati personali del dovuto, il 32% sceglie di non ricevere comunicazioni da queste aziende e il 26% ha complessivamente ridotto la propria interazione con tali aziende.

Questo potrebbe rallentare l'adozione del metaverso come canale di acquisto? Nel medio termine, esso rimane sottoutilizzato, con solo il 26% degli intervistati che ha usato la piattaforma per intrattenimento, per fare esperienze virtuali o per l’acquisto di prodotti nel 2022.

La maggior parte di questi utenti ha utilizzato il metaverso principalmente per la realtà virtuale (VR), come giocare o guardare un film (10%), entrare in un mondo virtuale, come sperimentare un ambiente di vendita al dettaglio o assistere a un concerto (9%) o acquistare un prodotto digitale, come gli NFT (9%). I Paesi che più probabilmente si impegneranno in attività legate al metaverso sono India (48%), Vietnam (43%) e Hong Kong (42%), insieme ai Millennial (36%).

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