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9 ott 2009
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Puntare sul made in Italy per sconfiggere la crisi

Pubblicato il
9 ott 2009

Scommettere sulle tradizioni e sull'industria culturale per uscire dalla crisi economica e per lanciare modelli virtuosi di sviluppo nei Paesi più poveri: è la ricetta presentata a Parigi dal sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, che oggi è intervenuto in sessione plenaria alla 35/a Conferenza generale dell'Unesco, l'organismo delle Nazioni Unite per l'educazione e la cultura.



L'importante appuntamento, che si è aperto martedì scorso e proseguirà fino al 23 ottobre nella sede di Place Fontenoy, è chiamato ad approvare il programma del biennio e l'impegno ad affrontare le più importanti sfide del pianeta in materia di educazione, scienza, cultura e informazione. "Il rapporto tra produzione e cultura può essere un modello anche per uscire dalla crisi e per sviluppare modelli virtuosi di sviluppo economico nei paesi in via di sviluppo", ha spiegato Mantica a margine del suo intervento in plenaria.

E proprio a questo riguardo il sottosegretario si è detto "orgoglioso" per il fatto che sia stata proprio l'Italia ad aver organizzato, lo scorso 24 settembre presso la villa reale di Monza, il primo Forum dell'Unesco sulla cultura e l'industria culturale, con il preciso scopo di valorizzare industrialmente i mestieri dell'arte collegati all'artigianato, al design e alla moda. "Ci auguriamo che come da promessa questo Forum resti annuale", ha spiegato ancora Mantica, evidenziando il carattere "poco onerosò dell'iniziativa, interamente finanziata da enti pubblici e privati italiani.

All'Unesco, Mantica ha anche assicurato il suo sostegno alla neo-direttrice generale, la diplomatica bulgara Irina Bokova, la prima donna nella storia a guidare l'organismo. "L'Italia non farà mancare il suo sostegno", ha garantito il rappresentante della Farnesina invitando però l'Unesco a dare priorità alle attività di "riforma e di razionalizzazione dei costi connessi" al suo funzionamento. L'Italia è il quinto contributore Unesco per quanto riguarda il bilancio ordinario e é il primo donatore per la parte extra-bilancio, per un totale annuale di 34 milioni di euro.

"Ci attendiamo dall'arrivo dell'ambasciatrice Bukova un rafforzamento del processo di trasformazione organizzativa, auspicando che l'organismo si incentri soprattutto su educazione e cultura, che sono le sue missioni strategiche, e consideri tutto il resto un arredamento accessorio utile. Sull'educazione e sulla cultura l'Italia appoggerà ogni iniziativa dell'Unesco. Per il resto ci piacerebbe parlarne...". Per Mantica, infatti, diversi organismi internazionali, a partire dall'Osce, dal Consiglio d'Europa e dalla stessa Unesco "si stanno ormai sovrapponendo, soprattutto in materia di diritti umani".

Certo - ha proseguito - si tratta di un tema fondamentale". Ma questi organismi hanno altri "compiti importanti da svolgere come prioritari" e "ognuno deve fare il suo mestiere".Per Mantica, la "priorità delle priorità" dell'Unesco deve dunque essere l'educazione, anche per contribuire a combattere la povertà e raggiungere gli obiettivi del millennio Onu per lo Sviluppo. Questa sovrapposizione delle funzioni, è tornato a insistere il sottosegretario, "costa molto e rende poco". "Staremo molto attenti a come si svilupperà il bilancio dell'Unesco", ha concluso, soprattutto per quanto riguarda le "scelte strategiche" dell'agenzia.

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