Puma varca l'asticella dei 2 miliardi di euro di fatturato nell'ultimo trimestre
Crescita delle vendite di oltre il 18%, utile operativo in salita del 34% e utile netto balzato del 73%: nel secondo trimestre Puma ha confermato il proprio dinamismo. Il produttore tedesco di attrezzature sportive ha persino superato il traguardo dei 2 miliardi di euro di vendite nel periodo. Il suo utile operativo è stato pari a 146 milioni e l'utile netto è risultato essere di 84 milioni di euro.

“Riteniamo che gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione e sviluppo prodotto, che abbiamo incrementato negli ultimi anni, stiano iniziando a dare i loro frutti”, ha affermato il CEO Bjorn Gulden in un comunicato.
Nel periodo aprile-giugno, il marchio del felino saltellante ha visto progredire le vendite in tutte le sue categorie di prodotto, sottolineando i progressi registrati nel running, nello sportstyle, o nel basket con il lancio del modello “MB.01 Galaxy” insieme al giocatore LaMelo Ball, ma anche con il debutto del modello femminile firmato dalla giocatrice Breanna Stewart.
Le sue vendite di scarpe hanno superato il miliardo di euro, in aumento di quasi il 20% dopo aver applicato i tassi di cambio; l'abbigliamento è cresciuto allo stesso ritmo, a 666 milioni di euro. Un po' meno elevato il dinamismo degli accessori, con un aumento dell'11%, a 329 milioni di euro.
Puma continua a fare affidamento sui propri rivenditori per garantirsi lo sviluppo, registrando un aumento di quasi il 23% delle vendite all'ingrosso, a 1,56 miliardi di euro. La sua attività di vendita diretta è invece cresciuta di 439 milioni di euro.
L'area delle Americhe è quella in cui il marchio tedesco ha registrato la maggiore vitalità nell'ultimo trimestre, con un aumento di quasi il 26%, a 941 milioni di euro, tanto che il continente si sta affermando come il suo mercato di riferimento. Anche Europa, Medio Oriente e Africa sono in crescita, del 21,5%, a 706 milioni. L'area Asia-Pacifico, invece, resta sotto pressione, con un calo di quasi il 2% delle vendite, a 355 milioni di euro.
“Mentre la pandemia di Covid-19 si è attenuata in Europa e nelle Americhe durante la prima metà dell'anno e non abbiamo assistito a ulteriori chiusure di negozi su larga scala, la situazione in alcune parti dell'Asia, in particolare in Cina, è rimasta difficile per la nostra rete di negozi e la nostra catena di approvvigionamento”, spiega l'azienda nel suo comunicato. “I nostri team hanno svolto un lavoro eccezionale per garantire che le interruzioni delle forniture della catena di approvvigionamento fossero ridotte al minimo”.
Redditività erosa dall'aumento dei costi per gli approvvigionamenti
Negli ultimi mesi, il gruppo tedesco ha sperimentato problemi di produzione e logistica in Asia, che ne hanno complicato le consegne. Non senza ripercussioni sulla sua redditività.
“Il nostro margine lordo è attualmente sotto pressione ed è diminuito di 100 punti base, al 46,5%, principalmente a causa di un mix geografico e di canali sfavorevole, nonché dell'aumento delle tariffe dei trasporti”, spiega Bjorn Gulden. “Nonostante l’incremento dei costi, continueremo a concentrarci sul mantenere i nostri prezzi competitivi. Inoltre daremo la priorità alla crescita delle vendite e al guadagno di quote di mercato invece che alla redditività a breve termine”.

Forte dei buoni risultati del primo semestre, il gruppo tedesco ha deciso di rivedere al rialzo le sue previsioni annuali. Ora conta su un incremento delle vendite del 15%, dopo aver applicato gli effetti dei cambi, contro il 10% precedente, puntando a un utile operativo compreso tra 600 e 700 milioni di euro.
Tuttavia, avverte che molti fattori d’incertezza influiscono sulla sua visibilità. “Sebbene il primo semestre dell'anno sia stato solido, continuiamo ad affrontare crescenti incertezze e sfide geopolitiche e macroeconomiche”, avverte il CEO. “Le attuali restrizioni legate al Covid-19, in particolare nei mercati asiatici, alla crisi in Ucraina e al persistere di un'elevata inflazione stanno avendo un impatto negativo sulla fiducia e sulla domanda dei consumatori. Inoltre, i continui vincoli nella catena di approvvigionamento e gli aumenti dei prezzi delle forniture e dei trasporti limitano la disponibilità di prodotti ed esercitano una pressione sui margini”.
Pertanto, la redditività del gruppo bavarese con sede a Herzogenaurach dovrebbe essere nuovamente impattata da tutte queste problematiche nella seconda metà dell'anno.
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