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29 lug 2014
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Puma: l'utile trimestrale crolla del 76%

Pubblicato il
29 lug 2014

Se nel settore dello sport si usa dire che la salute di un marchio produttore di articoli sportivi si misura dalle sue vendite di scarpe, allora non si può non affermare che Puma sta ancora poco bene. Nel corso del secondo trimestre del 2014, il felino ha visto calare le vendite delle sue calzature del 15,8%, a 277,6 milioni di euro (del 9,1% a tasso di cambio costante). In parte grazie alla Coppa del Mondo di calcio, le vendite di abbigliamento del brand sono invece cresciute del 6,2% nel periodo, e del 12,8% a tasso di cambio costante, permettendo alla controllata di Kering di vedere il proprio fatturato totale restare stabile (sempre a tasso di cambio costante) a 652 milioni. Ma nel periodo da gennaio a giugno, anche questa stabilità è intaccata, a 1,37 miliardi di euro, con un calo dell'8% nelle calzature, una progressione del 7,6% nell'abbigliamento e infine un incremento del 6,6% negli accessori. Nella zona Europa/Medio Oriente/Africa, le vendite sono ugualmente calate a 593 milioni.

Puma punta sulle innovazioni e sugli atleti che ha sotto contratto, tra i quali Marco Reus. (Foto: Puma)



Il dato però più inquietante per il produttore tedesco di articoli sportivi, che vede indebolito il suo terzo posto nel settore a livello mondiale, è quello della redditività. In fase di riorganizzazione e con una strategia focalizzata sulla Performance, l'utile netto trimestrale dell'azienda tedesca è crollato del 76%, a soli 4,2 milioni. Nel semestre, il calo è del 41%, a 39,8 milioni. Da gennaio a giugno, l'utile al lordo di interessi e imposte è calato del 34,7%, a 102 milioni.

Lucido, Björn Gulden ricorda, nel comunicato finanziario: “Noi sappiamo che il riposizionamento di Puma e il risanamento dell'azienda richiederanno tempo. Tuttavia, penso che stiamo facendo progressi rispetto a tutte le nostre priorità strategiche e abbiamo fatto partire i progetti necessari per fare del 2014 l'inizio della ripresa». Arrivato a guidare l'azienda tedesca giusto un anno fa, Björn Gulden, ex calciatore professionista, che ha accolto con grande entusiasmo l'accordo perfezionato in pompa magna con l'Arsenal all'inizio del 2014 e della Coppa del Mondo, attende con impazienza la campagna mediatica mondiale prevista per agosto e che dovrà accompagnare Puma fino ai Giochi Olimpici del 2016, che si svolgeranno in Brasile. “Forever Faster”, questo il suo slogan e il suo contenuto, punta a fare di Puma il marchio più veloce del comparto nel carpire le tendenze, e in termini di organizzazione e di atleti-testimonial. Una campagna che indica con chiarezza ai consumatori la priorità di Puma, che è la Performance, mentre il marchio tedesco aveva costruito il suo successo degli anni '90 del Novecento e '00 del 2000 sul Lifestyle.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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