Puma ha registrato una crescita del 22% in Europa
L'inversione di tendenza è impressionante. Al termine dell’esercizio 2013, Puma vedeva crollare il giro d’affari al di sotto della soglia dei 3 miliardi di euro, con dei cali sconvolgenti nelle vendite di calzature abbinati a significative perdite. Circa quattro anni più tardi, dopo soli nove mesi d’attività, il gruppo tedesco ha svoltato, raggiungendo già 3 miliardi di euro di fatturato e vedendo crescere l’utile netto, raddoppiato rispetto all’anno passato, fino a 133,6 milioni di euro.
Il marchio di sport e lifestyle del gruppo Kering sta attualmente sperimentando una crescita impressionante. Ha anche rivisto verso l'alto, la scorsa settimana, le sue previsioni annue per l’esercizio 2017. Nel terzo trimestre, chiuso a fine settembre, Puma mostra belle prestazioni. Rispetto allo scorso anno, le sue vendite sono cresciute del 13,3% (17,4% a cambi costanti) per raggiungere gli 1,13 miliardi di euro. Il margine lordo è migliorato, passando dal 45,8% al 48,1% e il risultato operativo, nonostante aumenti negli investimenti dell’11,4% per supportare le iniziative di marketing, commerciali e retail, è cresciuto da 60,3 a 101,2 milioni di euro.
Una crescita globale? Sì. Escludendo gli effetti di cambio, le tre regioni chiave del gruppo stanno crescendo a doppia cifra. Ma nei conti Puma beneficia soprattutto della bella dinamica europea. Sul Vecchio Continente, il Felino registra un incremento delle vendite del 22% (22,7% a cambi costanti), a 498 milioni di euro. La zona America cresce del 9,8% (15,6% a cambi costanti), a quasi 377 milioni, e la zona Asia-Pacifico del 3,4% (10,2% a cambi costanti).
Quattro anni fa, quando il marchio era a terra, le vendite di scarpe griffate Puma incassavano cali del 20%. Oggi questa categoria di prodotti pesa per quasi la metà delle vendite e mostra una crescita del 18,9% (+23,2% a cambi costanti), a 545 milioni di euro, soprattutto grazie ai modelli “Platform”, “Suede”, “Basket Heart”, “Fierce” e “Ignite Limitless”. L’abbigliamento è cresciuto del 3,8% (+7,8% a cambi costanti), mentre gli accessori stanno sperimentando la crescita maggiore, con vendite migliorate del 19,9% (23,9% a cambi costanti), a quasi 185 milioni di euro.
Un bilancio positivo che Björn Gulden, il CEO di Puma, arricchisce proiettandosi alla fine dell'anno: “Grazie a un margine lordo migliore del previsto e alla nostra rigorosa disciplina in materia di costi, siamo riusciti a generare un risultato operativo molto positivo e superiore alle attese. Questa evoluzione nel terzo trimestre, coniugata con il solido portafoglio ordini per il quarto trimestre, ci ha permesso di rivedere verso l’alto le nostre previsioni annuali. Ora puntiamo su una crescita del volume d’affari – a cambi comparabili – compresa tra il 14% e il 16%, e un risultato operativo (EBIT) collocato fra i 235 e i 245 milioni di euro”.
Il gruppo tedesco raccoglie i vantaggi della sua strategia di lanciare linee con stelle della scena musicale internazionale come Rihanna, The Weeknd (la cui prossima collezione sarà disponibile dal 26 ottobre) e prossimamente Selena Gomez, pur continuando le collaborazioni con stilisti di ricerca come Han Kjobenhavn e presto Gunner Stahl.
Anche l’espansione della rete di negozi appare come uno degli assi principali di sviluppo del produttore tedesco di articoli per lo sport, il quale indica che le proprie vendite al dettaglio sono infatti cresciute del 22%, a 673 milioni di euro nei 9 mesi, soprattutto grazie all’apertura di nuovi negozi in Asia. La percentuale del retail è ora del 21,7%, contro il 20,6% di un anno prima. Un passo avanti per Puma sul campo della vendita diretta, ma il felino rimane ancora staccato dal suo grande vicino fondato dall’altro fratello Dassler, il cui fatturato dovrebbe superare il limite dei 20 miliardi di euro quest’anno. Adidas mostra infatti una percentuale di vendite retail che supera il 25% e ha annunciato di puntare al 60% nel 2020 con investimenti nei negozi fisici e nell'e-commerce.
Copyright © 2024 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.