29 giu 2021
Prove di ripartenza per la pelletteria italiana
29 giu 2021
Prove di ripartenza per la pelletteria italiana che a marzo 2021 ha registrato un rimbalzo della produzione industriale del +81,8% e dell'export pari a +61%, secondo una nota congiunturale elaborata dal centro studi di Confindustria Moda per Assopellettieri. Un recupero che comunque è parziale, precisa la nota, e colloca l'indice a un livello ancora inferiore del 25% rispetto a marzo 2019.

Il comparto si è riunito a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, per la seconda edizione degli Stati Generali della Pelletteria Italiana, evento organizzato da Assopellettieri, che ha acceso i riflettori su una filiera strategica per il Made in Italy da 9 miliardi di euro di fatturato pre-covid.
Nel corso dell'evento è intervenuto anche l’On. Manlio Di Stefano, sottosegretario al ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha illustrato i provvedimenti contenuti del Pnrr. Confermata dal sottosegretario l’allocazione di 1,2 miliardi di euro per le imprese, che ha esortato a “fare sistema”. Annunciata la disposizione di voucher per la digitalizzazione delle imprese più piccole e incentivi per la consulenza di digital export manager, oltre al lancio in autunno di una campagna di comunicazione internazionale da 50 milioni per il rilancio del brand made in Italy.
Tra le iniziative messe in campo da Assopellettieri per favorire l’innovazione e la trasformazione digitale del settore e guidare la ripartenza dopo i difficili mesi della pandemia, spicca il nuovo progetto phygital 'Mipel Lab', nato per favorire l’incontro tra domanda e offerta di produzione di pelletteria, che debutterà il prossimo 30 giugno in anteprima a Pitti Uomo con un’installazione speciale presso il padiglione centrale di Fortezza da Basso, al piano inferiore, alla presenza di Marco Palmieri, Founder e Ceo di Piquadro.
La tavola rotonda è stata anche l'occasione per il Presidente di Assopellettieri, Franco Gabbrielli, di conferire il premio speciale alla carriera alla signora Carla Braccialini. Sono poi stati toccati i temi della trasformazione del retail e della sostenibilità. È in questo contesto che è stato presentato in anteprima 'Miss Mipel', altro progetto firmato Assopellettieri, che mira a tutelare il made in Italy e l’artigianalità.

Sarà “un talent a tema indicato ogni anno dal comitato moda del Mipel”, ha spiegato Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano. “Un modo per far comprendere alle imprese che si può migliorare ulteriormente mettendo insieme le competenze di tutta la filiera: concia, fabbricanti di accessori, artigiani, stilisti. Un sfida stimolante che possa risolversi nella commercializzazione del prodotto. Un modo concreto ed efficace per trasferire alle aziende il concetto di progetto di filiera”.
Intanto, l'indagine condotta dal centro studi di Confindustria Moda ha rilevato nel primo trimestre 2021, per il campione di aziende pellettiere associate, un calo medio del fatturato del -16,5% rispetto allo scorso anno. Negativa anche la raccolta ordini (-11,3%) soprattutto per le piccole e medie imprese.
L'export ha chiuso i primi tre mesi 2021 con un +2,8% in valore su gennaio-marzo 2020, grazie al +61% di marzo, ma resta inferiore di un -12% sulla prima frazione del 2019. Bene in particolare i flussi verso la Francia, sui quali è rilevante la componente di terzismo per le griffe del lusso, e le vendite verso il Far East (+28% in valore). I mercati dell'Unione Europea (considerata a 27 Paesi, post Brexit) mostrano risultati migliori (+8,1% in valore e +0,8% nei kg) rispetto alle destinazioni extra-Ue. L'import di prodotti di pelletteria da gennaio a marzo ha registrato una frenata del -16,1% in valore. Il saldo commerciale risulta in attivo per 1,6 miliardi di euro (con un recupero del 13,2% sul primo trimestre 2020), sebbene sia ancora inferiore del 10% rispetto a gennaio-marzo 2019.
"La Toscana rappresenta il 60% della pelletteria italiana, ovviamente ha avuto la stessa terribile performance della pelletteria italiana: nel 2020 abbiamo perso il 35%, in alcuni casi anche il 40% del fatturato. Nei primi mesi del 2021 la situazione si sta stabilizzando e alcune filiere di alcuni grandi brand che avevano meno disponibilità di magazzino hanno ricominciato a produrre", ha aggiunto Calistri.
"Siamo in una fase in cui dobbiamo chiedere a tutti gli attori di avere pazienza di attendere ancora qualche mese”, ha aggiunto, “perché la situazione è delicata ci sono aziende che sono vicine a non farcela, ma la ripresa è a due passi. Quindi il tema per noi è non perdere alcun pezzo, è una scommessa molto difficile su cui il dialogo sarà con tutti. Siamo certi che tra un anno avremo una ripresa galoppante quindi ora non dobbiamo perdere competenze".

Secondo la rilevazione di Confindustria Moda, il comparto ha registrato un calo medio nel fatturato del -36,9% sul 2019, che, se applicato all'intero settore, porta a una perdita annua di 3,3 miliardi. Le vendite al dettaglio di 'Pelletteria e calzature' mostrano nel 2020 una flessione del -24,4% sul 2019. Per quanto riguarda la domanda estera, nel 2020 l'export ha segnato un calo sia in valore (-25,5% sul 2019) che in Kg (-22,7%). Si riduce del -3,5% anche il prezzo medio al Kg. Nel corso del 2020, dunque, le vendite all'estero hanno perso quasi 2,7 miliardi di euro.
Secondo i dati di Assopellettieri tutte le principali tipologie merceologiche presentano flessioni rilevanti: le borse -21,2%; le valigie attorno al -24%; piccola pelletteria -33% e le cinture -40%. L'import di articoli di pelletteria, pari tra gennaio e dicembre a 2,6 miliardi di euro, ha registrato una frenata del -20,3% in valore e del -23,7% nei kg. La Cina, primo fornitore per volumi con una quota vicina al 50% sul totale, mostra una diminuzione del -35% in valore. Infine, il saldo commerciale, pur mantenendosi in attivo, presenta una riduzione del -27,8% sul 2019: 5,2 miliardi di euro di surplus (2 miliardi in meno).
A fine 2020, il comparto ha registrato un saldo di -199 imprese attive sul territorio, rispetto a dicembre 2019 (-4,4%) tra industria e artigianato, con un sensibile peggioramento nel quarto trimestre (-87 unità). La Toscana presenta un saldo negativo pari a -116 imprese; il Veneto -30; Abruzzo e Lombardia -20 e -17 rispettivamente; 16 in meno in Emilia Romagna.
"È facile però prevedere”, si legge nella nota, “un notevole diffuso peggioramento nei prossimi mesi, quando cominceranno a essere conteggiate le realtà che non sono riuscite a superare le eccezionali difficoltà che gli operatori hanno dovuto fronteggiare in seguito all'emergenza tuttora in corso".
Sul fronte dell'occupazione le elaborazioni effettuate dal centro studi di Confindustria Moda sui dati camerali mostrano, nonostante il blocco dei licenziamenti imposto dalle misure governative, un calo della forza lavoro attorno al -2% a seguito di cessazione dell'attività o di quanto consentito per legge. E la stessa indagine evidenzia un forte ricorso agli strumenti di integrazione salariale: nel 2020 c'è stato un aumento senza precedenti della cassa integrazione guadagni autorizzata: ben 83 milioni di ore per le aziende della filiera pelle da gennaio a dicembre (erano 8,3 milioni nel 2019), con un incremento del +900%.
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