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Protesta a Parigi contro le multinazionali del tessile

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APCOM
Pubblicato il
21 mar 2013

Due ONG hanno manifestato il 21 marzo a Parigi per chiedere alle multinazionali del tessile di prendere "misure concrete" contro gli incendi e, più in generale, contro la precarietà delle condizioni di lavoro nelle fabbriche del Bangladesh e di tutti i Paesi in via di sviluppo.

Foto: Apcom


"Popoli solidali" e "Collettivo etico sull'etichetta" hanno organizzato una sorta di sfilata di moda in una piazza del centro della capitale francese con una decina di modelle che indossavano abiti bruciati. Sotto accusa numerosi marchi della moda e del prêt-à-porter, da H&M, a Zara: "Queste case giocano con il fuoco", "Giustizia per le vittime della moda", "Chi sono davvero le vittime della moda", si può leggere sui numerosi striscioni esposti in piazza.

"Noi puntiamo il dito contro le firme della moda francese e internazionale che si riforniscono in Bangladesh e che non permettono alle fabbriche di garantire la sicurezza dei loro dipendenti, imponendo scadenze sempre più brevi e tariffe sempre più basse", ha spiegato Katia Roux, di "Popoli solidali".

"Chiediamo a queste aziende di firmare l'accordo proposto dalle organizzazioni di difesa dei diritti dei lavoratori e dei sindacati locali e internazionali che prevede misure concrete per prevenire questi incidenti".

Secondo la 'Clean Clothes Campaign', un'associazione di difesa dei lavoratori del tessile la cui sede si trova ad Amsterdam, dal 2006 sono più di 600 i lavoratori del tessile che hanno perso la vita in incendi nel Bangladesh, secondo esportatore al mondo di vestiti. Nel dicembre scorso un incendio a Dacca in una fabbrica aveva ucciso 110 dipendenti, tutte donne.

Fonte: APCOM