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Pubblicato il
5 lug 2012
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Primavera-estate 2013: l'uomo liberato a Parigi

Pubblicato il
5 lug 2012

L'amore dura tre anni? Beh, anche le tendenze. Ma entrambi ritornano sempre e gli stilisti che hanno presentato le loro collezioni maschili a Parigi la settimana scorsa l’hanno dimostrato con freschezza e coraggio. Ecco alcune valutazioni colte, fra le principali tendenze osservate la scorsa settimana, da FashionMag.com.


Thom Browne e Louis Vuitton (Foto: PixelFormula)
Un primo punto appare chiaro: l’uomo non ha più paura di osare lo stampato, a tocchi o in all-over. Il plaid, per cominciare, prosegue per la sua strada: in questa stagione c'è una tendenza a un ritorno verso i patchwork decostruiti, nei materiali e nei colori. In versione technicolor da Thom Browne, Band of Outsiders e Comme des Garçons Shirt, e più inatteso da Louis Vuitton per il quale l'inglese Kim Jones propone un total look azzurro in una collezione d'ispirazione marittima.

La figura del maschio, già riaccesa da molte stagioni con il boom dei pantaloni feu-de-plancher (quelli che senza essere completamente dei pantaloni non sono nemmeno dei pinocchietti, terminando molto sotto le rotule ma più o meno a metà dei polpacci, ndr.), sono di nuovo raccorciati fino a sembrare un bermuda o uno short...a volte un combi-short.

Liberi, in libertà o "mascherati"

La «printmania», come è di moda chiamarla, si esprime in modo digitalmente esplosivo da Paul Smith, il quale modernizza una proposta floreale che difende a spada tratta sin dai suoi inizi. I fiori erano un po' dappertutto, compreso su un pantalone color panna ricamato da Ann Demeulemeester, tradizionalmente adepta di un romanticismo rock piuttosto cupo. Uno choc estetico divertente per la sua clientela, abituata al bianconero.


Paul Smith, Dries Van Noten, Kenzo, Ann Demeulemeester (Foto: PixelFormula)

L’altra tendenza che non smette mai di ritornare: il camouflage, che ha dovuto reinventarsi fondendosi con altri stampati, felini o fioriti. Preferibilmente a tocchi, sembra preconizzare Dries Van Noten, che ne ha fatto il filo conduttore di molti suoi look, non senza autorizzare un poco di pizzo nero sul collo di una camicia dal tessuto astratto animalier. Perché in lui, come in molti altri stilisti, il camouflage deve essere frutto di un lavoro personale, lontano dai surplus dell'Esercito della Salvezza. Carol Lim e Humberto Leon per Kenzo, per citare il marchio più amato a New York, hanno fornito la loro versione metà mimetica-metà leopardo di questo trend. L'uomo Kenzo, per sopravvivere nella giungla urbana, ha bisogno di un carapace di sensibilità.

La t-shirt che fa la camicia, i parka XXL e il bianco verginale

Sul versante dello stile, la tendenza al "layering" sembra avere un brillante futuro davanti a sé. Si sovrappongono gli strati, prima partendo dal vestito più lungo, poi fin verso il più corto per completare il look. Come negli anni '80 e '90, si fa rientrare nei pantaloni la maglietta, che si fa un po' camicia, si accentuano le spalle rimboccando le ampie maniche, e s'indossa un look total white, compreso nell'outerwear.


3.1 Phillip Lim (in alto a sinistra) Christian Lacroix (al centro) Miharayasuhiro (in alto a sinistra) e Lanvin (in basso a sinistra e destra). Foto: PixelFormula

Di fronte a un oceano di camicie lunghe e tuniche, si scopre inoltre da molti creatori fashion un taglio strutturato, grazie alla tee-shirt fatta entrare nei pantaloni, un po' troppo grande e sensibilmente “blusante”. Funziona anche con una camicia, una giacca di pelle e pure la cravatta, come fa Lanvin.

Il parka sembra onnipresente, tagliato con materiali tecnici, ultraleggeri, spesso con finiture a pieghe. Le maniche sono larghe e strette ai polsi, con l'effetto di ampliare la parte centrale e, conseguentemente, di aumentare la virilità di un look. Alcuni ne fanno una vera e propria specialità personale di esagerare queste proporzioni, non senza malizia, come il coreano Juun J., che presenta la sua versione delle spalle XXL osservate l'anno scorso da Thom Browne.


Damir Doma, Juun J., Christian Lacroix, Balenciaga (Foto: PixelFormula e Balenciaga)

Ma una delle caratteristiche che si sono fatte maggiormente notare in questa stagione maschile conclusasi a Parigi è l’invasione del bianco come colore-base. Che sia abbinato a un colore brillante o al nero, il bianco vivo è apparso continuamente sulla maggior parte delle passerelle parigine, come già aveva fatto a Milano, a Firenze e a Londra. Forse un modo per gli stilisti di giustificare e assorbire l'audacia delle forme, le concessioni al tailoring informale e ai veri e propri elementi presi a prestito dall'abbigliamento tecnico sportivo, ma anche dalle calzature da corsa e dai sandali, ai piedi di numerosi abiti.


3.1 Phillip Lim, Givenchy, Kenzo, Issey Miyake e Hardy Amies (Foto: PixelFormula)

Alcuni materiali, satin e seta, hanno fatto un ingresso trionfale nelle collezioni, mentre di solito li si attende in inverno. Lo stesso fenomeno è comparso qualche stagione fa con la pelle, che oggi si vede dappertutto, soprattutto la pelle di agnello e quella scamosciata extrafine, proposte tutto l'anno grazie agli sviluppi tecnologici di cui si sono avvantaggiate.


Acne, Ann Demeulemeester, Miharayasuhiro, John Lawrence Sullivan (Foto: PixelFormula)

Le righe verticali apposte su questi abiti in seta per dare una finta aria di pigiama, viste fra l'altro da Damir Doma, Ann Demeulemeester e Acne, hanno il merito di mettere a tacere coloro che rimproverano alle passerelle della moda di vestire solamente giovani efebici con corpi da adolescenti.

Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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