Primark: presto altri nuovi store in Italia e Francia
Già a capo di 19 megastore in Francia e 6 in Italia, Primark dovrebbe oltrepassare in tempi rapidi la soglia simbolica dei venti indirizzi francesi e raggiungere quella dei dieci italiani. Innanzitutto, la società immobiliare Klépierre ha annunciato l'installazione del marchio di fast fashion irlandese in tre nuove città nell’Esagono: Saint-Etienne, Grenoble e Nantes. Arrivi spesso attesissimi dagli appassionati dello shopping low cost.
Non è stata ancora anticipata una data precisa per queste tre località, ma la loro ubicazione è dunque già nota: Primark aprirà un negozio nel centro commerciale Centre Deux, situato nel cuore di Saint-Etienne, che beneficerà di una ristrutturazione, ma anche nel polo Grand’Place situato fra Grenoble ed Echirolles (che sarà anch’esso rimodernato), e infine nel centro commerciale Beaulieu sul’Île de Nantes.
Lo specialista dell’immobiliare commerciale Klépierre annuncia anche quattro nuovi indirizzi in Italia, mercato in cui Primark conta per ora solo cinque punti vendita. Gli opening nello Stivale avverranno nelle città di Bologna, Napoli, Venezia e Torino.
Oltre a questa partnership con la società immobiliare, Primark dovrebbe finalizzare nel 2021 il suo arrivo in altre due città francesi: prima a Cité Europe, a Coquelles (Pas-de-Calais), apertura che inizialmente doveva realizzarsi nel 2020, ma anche a Rouen, un progetto con trattative in atto, secondo la stampa locale.Quest'anno, Primark – che recentemente ha rivelato come la seconda ondata di lockdown di quest’autunno gli sia costata oltre 430 milioni di sterline (477,79 milioni di euro) – aveva già aperto in Francia a Noyelles-Godault (Pas-de-Calais), a Strasburgo (Basso Reno), a Thiais (Val-de-Marne, nel centro commerciale Belle Epine), e a Plaisir (Yvelines). Nei mesi scorsi, l’azienda irlandese aveva aperto anche uno store a Roma, e poi il suo quinto spazio a Barcellona e il cinquantesimo in Spagna, e altri due indirizzi negli USA, in New Jersey e in Florida.
Travolta dall'emergere del Covid-19, che ha fatto accelerare la chiusura dei suoi punti vendita in molti mercati, l’insegna irlandese da 384 negozi ha generato nell’esercizio 2020 (chiuso lo scorso 12 settembre) un giro d’affari di 5,895 miliardi di sterline (6,530 miliardi di euro), in calo del 24% sul 2019. Il suo utile operativo, nel frattempo, è sceso del 62%, a 362 miliardi di sterline (402 miliardi di euro).
La crisi sanitaria ha messo in grave pericolo il suo modello di business, che si basa esclusivamente sul suo parco di negozi, poiché la catena non ha un sito di e-commerce. Primark aveva infatti studiato per un po' la possibilità di lanciare il suo e-shop, ma ora sembra avervi rinunciato.
“Penso che il Covid-19 abbia dimostrato la forza di Primark più che la sua debolezza", ha affermato lo scorso novembre all’agenzia Reuters George Weston, il boss del gruppo AB Foods, al quale appartiene l’insegna. “Quello che abbiamo visto con Primark è che quando le persone possono fare acquisti, preferiscono comprare da noi piuttosto che online”. Secondo lui, più della metà dei clienti abituali del marchio non avrebbe acquistato nulla su Internet durante i lockdown, preferendo aspettare la riapertura dei negozi, che definisce “una statistica molto rassicurante”.
Con oltre 70.000 dipendenti, il marchio fondato nel 1969 non interrompe dunque i suoi progetti di sviluppo fisico: oltre ai prossimi progressi in Francia e in Italia, Primark è sbarcato in Polonia quest'anno e prossimamente intende entrare nella Repubblica Ceca, a Praga, e in Slovacchia nel 2022, a partire da Bratislava.
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