Primark cresce nel primo semestre
L'aggiornamento dei risultati del primo semestre del gruppo proprietario di Primark, Associated British Foods, ha mostrato come l’insegna di moda low cost sia riuscita a riprendersi dalla pandemia.

ABF ha dichiarato di aspettarsi ora "un miglioramento rispetto alle precedenti previsioni di utile operativo rettificato nel secondo semestre, grazie all'aumento delle vendite e a un relativo calo dei costi operativi".
Buone notizie che arrivano dopo un primo semestre "positivo in tutti i mercati, ben oltre le aspettative, con in particolare un significativo miglioramento nel Regno Unito e in Europa" rispetto alla seconda metà dell'anno scorso. La società ha aggiunto che “le prime reazioni alle nostre collezioni primavera/estate sono state molto incoraggianti”.
E in termini di cifre? Il gruppo pubblicherà i risultati completi del primo semestre ad aprile, ma per ora prevede che le vendite totali saranno superiori del 16% rispetto all'anno precedente e le vendite omogenee saranno superiori del 10%, grazie a volumi unitari e prezzi di vendita medi più elevati.

Per quanto riguarda l’attività nei differenti Paesi e regioni, il Regno Unito è in testa, con vendite previste in aumento del 15% per questo semestre e vendite omogenee in salita del 14%. La quota di Primark nel mercato britannico di abbigliamento, calzature e accessori, in valore, è aumentata nelle 12 settimane precedenti l'8 gennaio, attestandosi al 6,8% rispetto al 6,3% di un anno fa. Considerato che le cifre totali del mercato del Regno Unito comprendono l’e-commerce, che Primark non ha, il risultato è ancora più impressionante.
In Europa, le entrate totali dovrebbero aumentare del 18%, "grazie all'aumento delle visite e alla crescita in tutti i nostri mercati". Le vendite like-for-like dovrebbero essere superiori dell'8%. L'azienda ha implementato un vasto programma di aperture di negozi nella regione, che ha portato a un aumento del 6% della superficie commerciale media ponderata anno su anno. I nuovi punti vendita di Bucarest, in Romania, e di Bari e Caserta, in Italia, hanno riscosso sin dalla loro apertura un successo clamoroso, che da allora non è diminuito.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la crescita delle vendite dovrebbe essere del 12%, anche se è particolarmente difficile fare confronti anno su anno, in quanto la spesa dei consumatori è stata precedentemente sostenuta dalle misure di stimolo del governo nell'ambito del piano Covid. Tre nuovi negozi sono stati aperti durante il periodo e l’insegna è sulla buona strada per raddoppiare il numero dei suoi negozi negli USA nel corso dell’esercizio fiscale.
Sebbene la società abbia previsto un aumento dell'utile operativo nel secondo semestre, non si aspetta che gli ultimi sei mesi dell'anno siano altrettanto positivi. Rimane infatti prudente sulla persistenza della spesa discrezionale dei consumatori, a causa dell'inflazione e dell'aumento dei tassi di interesse. Si aspetta che la crescita delle vendite omogenee nella seconda metà dell’anno sia inferiore rispetto alla prima, ma "sulla base della nostra esperienza fino ad oggi, sarà migliore della nostra previsione precedente". La densità delle vendite dovrebbe migliorare di anno in anno.
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