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26 mag 2022
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Prato Textile Hub punta a riciclare più di 30.000 tonnellate di rifiuti tessili l’anno

Pubblicato il
26 mag 2022

La città di Prato adotta il piano “Prato Circular City” relativo a soluzioni di economia circolare, per portare lo storico distretto tessile verso una transizione ad una realtà a zero spreco, innovativa ed europea, nonché per migliorare la qualità di vita dei residenti e assicurare la resilienza e la competitività di un tessuto produttivo cittadino di tradizione secolare. Fra i temi prioritari, quello del distretto industriale del tessile-abbigliamento e la gestione delle risorse correlate, dal riuso delle materie prime seconde, alla gestione idrica, al riutilizzo degli spazi urbani. Un approccio garantito soprattutto dal rivoluzionario Textile Hub di livello europeo, che permetterà di trattare 34.000 tonnellate di rifiuti tessili l'anno, riciclandone almeno il 94%.

Come diventerà l'area occupata dal Prato Textile Hub


Quello pratese è il polo tessile più grande d'Italia: con le sue 3.500 imprese occupa 18.660 addetti, pari al 16% del totale nazionale e rappresenta da solo il 3% della produzione europea del settore. Un'industria con 200 anni di tradizione alle spalle, considerata oggi al servizio dei grandi marchi della moda, con il 60% del giro d’affari generato dalle esportazioni, per un valore di 1,5 miliardi di euro (pari al 15% dell’esportazione tessile nazionale).
 
Il distretto, omogeneo e cooperativo, è costituito soprattutto da aziende specializzate nelle singole fasi del ciclo della lana cardata, largamente basato sul recupero e riuso degli scarti di lavorazione, ritagli e capi di abbigliamento usati. Una pratica sostenibile, dal momento che l'impatto della fibra rigenerata a Prato, comparato alla produzione di lana vergine generica, permette di consumare l'84% in meno di acqua, impiegare il 70% in meno di energia ed emettere il 74% in meno di emissioni di anidride carbonica (CO₂), spiega un comunicato. 

La città di Prato ha voluto promuovere ulteriormente questa sua attitudine storica alla circolarità candidando il suo nuovo Textile Hub (costerà 18 milioni di euro, con un contributo nazionale stimabile in 2,1 milioni di euro) ad ottenere un finanziamento attraverso i fondi erogati dai bandi del PNRR (Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica). L'impianto di Alia, società di servizi pubblici ambientali partecipata al 16% dalla municipalità pratese, punta a realizzare una nuova filiera capace di riciclare il 94% delle 34.000 tonnellate di rifiuti tessili in entrata all'anno, connettendo il proprio ciclo a quello delle aziende locali.
 
Il polo, che potrà diventare anche un centro di ricerca sui temi del recupero e della rigenerazione (e vede tra i partner anche Confindustria, Confartigianato, CNA e Next Technology Tecnotessile), sarebbe uno strumento per adempiere agli obiettivi del Piano d'azione europeo per l'economia circolare (NCEAP, ripreso dal PNRR), che punta al “100% di recupero nel settore tessile tramite 'Textile Hubs'”.
 
Considerando che dal primo gennaio 2022 è entrato in vigore in Italia l'obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti tessili, il Textile Hub di Prato diventerebbe dunque il primo con un'innovativa tecnologia a sensori ottici Near Infrared che, dopo una cernita manuale, potrà riconoscere e differenziare autonomamente i tessuti per fibra e colore, con una capienza di trattamento di 4 tonnellate l'ora, evitandone lo smaltimento in impianti di termovalorizzazione o in discariche. 

Procedimenti che sono davvero molto signficativi, se si pensa che, secondo dati NCEAP, a livello di impatto ambientale il tessile occupa “la quinta posizione per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra. Si stima che meno dell’1% di tutti i prodotti tessili nel mondo sia riciclato in nuovi prodotti”.
 
Il cammino della città di Prato nelle strategie di circolarità è partito da lontano, con l'adozione della “Agenda Urbana” nel 2015 e culminato nel 2020 con “Prato Circular City”, cui nel 2021 è seguita l’elaborazione da parte del Comune della città toscana di “Next Generation Prato”, un documento strategico e operativo con cui Prato risponde alle sfide lanciate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
 
Nella sua cornice rientrano non solo la creazione dell’hub europeo del riciclo tessile, ma anche l'efficientamento degli impianti di depurazione e recupero delle acque gestiti da GIDA (con interventi tra i quali spicca il nuovo polo di essiccamento dei fanghi da 8 milioni di euro, già entrato in fase di progettazione esecutiva, che permetterà di ridurre del 70% il volume dei fanghi di depurazione inviati ad altri stabilimenti per lo smaltimento) e vasti programmi di rigenerazione urbana, come l'Agenzia Urbana del Riuso, organismo che avrà l'obiettivo di rifunzionalizzare gli spazi urbani inutilizzati, e il “Piano di Innovazione Urbana PIU Prato”, nell'ex area industriale del Macrolotto zero, dove i nuovi edifici pubblici recuperano vecchi opifici artigianali dismessi, con l'obiettivo di realizzare un distretto creativo e innovativo in un'area caratterizzata da fattori di criticità sociale. L’area ospiterà un Mercato Coperto di prodotti agroalimentari a filiera corta, un coworking ed una medialibrary con bar-ristorante annesso, un grande playground con aree verdi, aree fitness, gioco e skate-park, e una piazza per eventi pubblici.

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