Prada: le nuove regole del gioco
Performance magistrale da Prada, nella collezione più bella realizzata fino ad oggi dal duo Miuccia Prada e Raf Simons. Tuttavia, è stato anche un momento di cupa stranezza, in cui il mondo della moda doveva assicurarsi di mantenere una forma di legittimità, mentre in Ucraina si scatenava un atto infame.

La sfilata milanese si è rivelata davvero notevole, riuscendo nell’intento di rivisitare i codici della casa di moda in uno stile nuovo e allo stesso tempo completamente rinfrescante. Altrove, invece, l'atmosfera era cupa.
Il défilé è stato infatti organizzato il giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, un attacco che ha visibilmente influenzato l'umore della maggior parte degli spettatori. Ciò non ha impedito a un folto gruppo di adolescenti di radunarsi fuori dalla Fondazione Prada, situata in un distretto industriale nella zona sud di Milano, per immortalare i momenti nei quali star come Kim Kardashian arrivavano in loco per vedere il défilé.
La maggior parte degli elementi della collezione erano classici del marchio Prada: lana infeltrita, pelle invecchiata, strass e lunghezze appena sotto il ginocchio. Tutto questo con un tocco completamente nuovo di maliziose trasparenze e in uno stile al tempo stesso sexy e severo.
Tuttavia, sono i cappotti e le giacche di pelle in stile spia a costituire i look più sorprendenti. Uno chic serio ma informale, che improvvisamente ha assunto un aspetto più inquietante.
“Sono contenta che la sfilata sia andata bene. Ma ero molto più preoccupata per quello che sta succedendo in Ucraina in questo momento. Spero che le sanzioni occidentali possano aiutare a far cadere questo governo russo”, ha detto Miuccia.
Tornando alla passerella, l'atmosfera era severa, ma comunque sexy sin dall’apertura, con Kaia Gerber in canotta bianca a coste, sopra una gonna composta da tre fasce di nylon nero, seta antracite e lurex trasparente, sulla quale erano cosparsi dei fiori astratti. Il duo di designer ha presentato una dozzina di variazioni su questo tema, fino al look finale. In una sfilata che ha messo in evidenza varie e agguerrite supermodel stagionate (Liya Kebede, Élise Crombez e Hannelore Knut), che hanno saputo appropriarsi perfettamente dello spazio.
Qualunque cosa accada, sappiamo che la firma italiana venderà migliaia di esemplari di queste t-shirt, anche se, per una collezione invernale, l'outfit sembra un po' minimalista.

Ma l'elemento chiave era lo stile sartoriale dinamico, in particolare nei voluminosi blazer grigio scuro e nelle giacche con spalle raglan. E per proteggersi dalle intemperie, una serie di grandi cappotti blu oltremare dal taglio rigoroso, rifiniti con catene metalliche argentate, che hanno saputo sedurre con la loro straordinaria eleganza.
L'influenza di Raf era anch’essa molto presente nei cappotti da spia in pelle - sempre tagliati come se fossero due taglie in più, con spalle larghe nello spirito degli anni '80 - e realizzati nei toni del tabacco, blu royal e rosa. Ma la tendenza principale è senza dubbio il cappotto in feltro, impreziosito da piume a livello dei bicipiti.
In questa collezione, i loghi a triangolo rovesciato sono onnipresenti, dal davanti delle t-shirt al retro dei cappotti da spia. Il tutto è impreziosito da modelle che sfilano con acconciature cerate a forma di caschi.
Tuttavia, lo show, organizzato in uno spazio simile a una grotta ricoperto da una moquette verde, evocava nefasti presagi, nonostante gli splendidi vestiti presentati.
Non per colpa degli stilisti, la sfilata e la collezione facevano riferimento a “La regola del gioco”, film capolavoro di Jean Renoir del 1939, una commedia satirica che raccontava lo stato d'animo rassegnato e fatalista dell'Europa, che stava allora sprofondando nella seconda guerra mondiale.
La moda è sicuramente legata ai vestiti. Ma non solo. Se i designer si vedono davvero come artisti, come la maggior parte di loro oggi pensa di essere, allora le sfilate non possono essere una semplice commedia di costume, nel contesto dell'attuale crisi.
Se i designer e le loro creazioni diventano insensibili a questo, come i personaggi di “La regola del gioco”, allora francamente la nostra industria è perduta.
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