Pubblicato il
12 mar 2009
12 mar 2009
Prada chiamato ad aiutare i dipendenti dei suoi fornitori
Pubblicato il
12 mar 2009
12 mar 2009
Il negozio londinese di Prada situato in Bond Street nel fine settimana del 7 e 8 marzo è stato preso di mira da dimostranti del collettivo Clean Clothes Campaign che incitano la marca ad interessarsi della sorte dei dipendenti dei suoi fornitori turchi.
La rete internazionale dei sindacati e l’ONG "Clean Clothes Campaign" (CCC) da lunga data premono affinché le marche si interessino delle condizioni di lavoro, a volte dubbie, messe in atto dai loro fornitori.
Le manifestazioni dell'8 marzo scorso fanno seguito ai licenziamenti di dipendenti di una fabbrica turca, Desa, che produce per Prada.
I suoi dipendenti avevano raggiunto il sindacato dei lavoratori turchi del tessile Deri Is per protestare contro gli orari intollerabili, i salari inadeguati e le condizioni di lavoro insopportabili.
La fabbrica da allora sembra aver lanciato una vera caccia alle streghe tentando di intimidire il sindacato stesso. Clean Clothes Campaign tenta dunque di sensibilizzare l'opinione e i clienti della fabbrica alla sorte dei settecento dipendenti di quest'ultima.
“Molti acquirenti, tra i quali Prada, non sono riusciti a prendersi le loro responsabilità di fronte ai lavoratori che fabbricano i loro prodotti", spiega l'associazione, che conta oggi nelle sue file una vecchia lavoratrice dipendente della fabbrica. E aggiunge: “La signora Arslan, (…) incontrerà prossimamente responsabili governativi, sindacati e ONGS in Italia, Francia e Spagna.
Fonte: M. Guinebault
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