AFP
Gianluca Bolelli
2 mag 2023
Polemiche su una delle più grandi vendite di gioielli della storia
AFP
Gianluca Bolelli
2 mag 2023
Christie's lancia da mercoledì l'asta online di centinaia di gioielli appartenuti alla miliardaria austriaca Heidi Horten, il cui marito, un uomo d'affari tedesco, ha fatto fortuna sotto i nazisti.

Più di 700 gioielli posseduti da questa mecenate austriaca (1941-2022) fanno parte della collezione, dal valore stimato di oltre 150 milioni di dollari.
Quattrocento lotti saranno dispersi nelle sale di Ginevra il 10 e 12 maggio, gli altri saranno messi online dal 3 al 15 maggio e poi a novembre.
La vendita potrebbe eclissare i precedenti record stabiliti da Christie's, ovvero quelli ricavati dalle vendite di beni appartenuti all'attrice Elizabeth Taylor nel 2011 e la collezione “Maharaja e Magnificenza Moghul” nel 2019, che hanno entrambe superato i 100 milioni di dollari.
“Questo è un momento storico per Christie's”, ha affermato Anthea Peers, presidente della regione Europa, Africa e Medio Oriente della casa d’aste.
Tra i lotti ci sono pezzi eccezionali del XX secolo di Cartier, Harry Winston, Boivin e Van Cleef & Arpels, oltre a un'importante selezione di perle, pezzi di giada e creazioni Bulgari degli anni '70, '80 e '90.
La miliardaria austriaca è morta nel giugno 2022 pochi giorni dopo aver inaugurato un museo d'arte privato a Vienna presentandovi proprio la sua collezione d'arte. Secondo la classifica di Forbes, la sua fortuna ammontava a 2,9 miliardi di dollari.
Nata nella capitale austriaca, Heidi Horten, figlia di un incisore, ha lavorato in uno studio legale dopo aver completato la scuola alberghiera. Secondo Christie's, ha incontrato il suo futuro marito (che aveva oltre trent'anni più di lei) mentre era in vacanza con i suoi genitori in un villaggio austriaco, prima di sposarlo nel 1966.
Titolare di una delle più grandi catene di grandi magazzini della Germania, il signor Horten è morto nel 1987 a Croglio, nel cantone svizzero del Ticino, dove ha sede la fondazione che porta il suo nome.
La fondazione lo descrive come un “imprenditore con un forte senso della responsabilità sociale” che ha lanciato “il primo supermercato tedesco basato sulle abitudini dei consumatori americani” alla fine degli anni '50.
Il Canton Ticino sottolinea sul suo sito online che Horten ha “costruito il suo impero a partire dagli anni '30, durante i quali ha acquisito molte proprietà”.
Nel 1936, tre anni dopo che Adolf Hitler è diventato cancelliere della Germania, rilevò l'azienda tessile Alsberg con sede a Duisburg dopo che i suoi proprietari ebrei erano fuggiti, ma aveva rilevato diversi altri negozi di proprietà ebraica prima della guerra.
Successivamente fu accusato da alcuni di trarre profitto dalla “arianizzazione” delle proprietà ebraiche (misure di spoliazione volte a trasferire la proprietà di aziende detenute da persone di origine ebraica).
“Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu catturato dagli inglesi e internato fino al 1948 in uno stabilimento della Germania occidentale”, indica il sito del Canton Ticino.
Secondo un rapporto pubblicato nel gennaio 2022 da storici commissionati dalla Fondazione Horten, tra cui il professor Peter Hoeres, egli era effettivamente un membro del partito nazista, prima di esserne espulso, e il comitato di denazificazione lo ha successivamente discolpato.
Ma l'origine della sua fortuna, che la moglie ha ereditato, pone seri dubbi etico-morali sulla vendita all'asta, che alcuni storici hanno criticato sui media.
Sul suo sito, Christie's sottolinea che “le pratiche commerciali del signor Horten durante l'epoca nazista, nel corso della quale ha acquistato aziende ebraiche vendute sotto costrizione, sono ben documentate”.
La casa d'aste indica inoltre che il ricavato della vendita andrà alla Heidi Horten Foundation, creata nel 2021 per sostenere l'omonima collezione, oltre che alla ricerca medica, alla protezione dei minori e ad altre attività filantropiche che la ricca ereditiera ha sostenuto per molti decenni.
Christie's donerà “un contributo significativo” delle commissioni relative alle vendite a “un'organizzazione che promuove la ricerca e l'istruzione sull'Olocausto”.
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