Pitti Uomo svela con una sfilata la nuova eleganza maschile
Dopo la sfilata dedicata all’outerwear lo scorso giugno, Pitti Uomo ci riprova con l’abbigliamento formale. Cosa ne è stato dei tradizionali canoni dell’abbigliamento maschile? Come si porta oggi un abito? Come rendere il menswear contemporaneo? Queste sono alcune delle domande alle quali gli organizzatori del salone fiorentino hanno cercato di rispondere, proponendo anche in questa edizione una sfilata all’interno della manifestazione.

Organizzata all’aperto, nel cortile centrale della Fortezza da Basso, la sfilata intitolata “Otherwise Formal, Formalità/una questione di qualità”, ha animato la manifestazione mercoledì 8 gennaio, dando vita agli abiti solitamente appesi e inanimati negli stand. Una bella spinta per i marchi, ma anche una nuova esperienza, apprezzata da visitatori e retailer presenti a Pitti Uomo.
La sfilata ha presentato 25 look composti da abiti e accessori presi dalle collezioni autunno/inverno 2020/21 di una trentina di espositori, tra cui Lardini, Ahirain, Raeburn, Pierre-Louis Mascia, Drumohr, Altea, Tombolini Running, Oliver Spencer, Roberto Collina.

Il giardiniere con le sue grandi cesoie si trasforma in gentleman, con cappotto e giacca in tweed e la doppia camicia a quadri e a righe. Un gilet in pile, una borsa a tracolla high tech e un berretto ravvivano l’uniforme pantaloni, camicia bianca, cravatta. Il lungo cappotto in cashmere nero, stretto in vita da una cintura, diventa super sensuale portato a torso nudo.
Il pullover a losanghe si infila in un pantalone con pince in flanella e il montgomery si indossa a gambe nude, con calze alle ginocchia. Il “serre-manches” è reso attuale, non più solo per stringere le maniche delle camicie, ma anche dei capispalla… l’arte di rendere moderno un accessorio vintage.
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