Pitti Uomo 97 celebra le “Nazioni Unite della Moda”
“Incarneremo le ‘Nazioni Unite della Moda’, in cui ognuno può esprimere la sua creatività e la sua identità. Un’identità mobile, sempre in movimento”. È così che Agostino Poletto, Direttore Generale di Pitti Immagine, riassume lo spirito della 97esima edizione di Pitti Uomo, che apre i battenti a Firenze martedì 7 gennaio, fino a venerdì 10. Il salone di riferimento per la moda maschile ha infatti scelto la bandiera come tema di questa stagione, segno di apertura e internazionalità.
Il patron di Pitti Uomo, Raffaello Napoleone, è soddisfatto della partecipazione alla manifestazione, che riunirà in Fortezza da Basso un totale di 1.203 marchi, contro i 1.230 dello scorso gennaio, di cui 540 provenienti dall’estero: “Ci aspettiamo una stagione eccellente, nonostante un mercato italiano ancora piatto, caratterizzato da un calo dei consumi”.
Questa edizione, dedicata alle collezioni autunno/inverno 2020-21, conta 265 brand che fanno ritorno a Pitti Uomo, come Brioni, che in occasione dei suoi 75 anni torna a Firenze con un’installazione speciale firmata Olivier Saillard, o che vi fanno il loro debutto, come Sergio Rossi, che rilancia a Pitti la sua linea maschile, o come l’habitué delle passerelle parigine, la label giapponese Anrealage, che presenterà una nuova linea di maglieria con Tokyo Knit.
Tra le nuove iniziative messe in campo dagli organizzatori, la prima si focalizza sull’abbigliamento maschile e sulle sue recenti evoluzioni, interrogandosi sul ruolo dell’abito formale oggi. Attraverso una grande sfilata intitolata "Otherwise Formal, Formalità/una questione di qualità", che si svolgerà l’8 gennaio nel cuore della Fortezza, davanti al padiglione centrale, gli abiti di una trentina di espositori usciranno dai loro stand per prendere corpo e svelare la nuova eleganza maschile, incontrando il pubblico.
“C’è nell’aria una certa voglia di tornare al formale. Abbiamo voluto esplorare la questione cercando di trovare la nuova equazione della moda maschile attraverso i differenti stili, apparentemente contrapposti, che la compongono, come lo sportswear, il casual, il sartoriale. È un tentativo di definire il formale contemporaneo”, spiega Poletto. L’evento è organizzato dalla rivista di moda e cultura contemporanea Dust Magazine, basata tra Londra e Berlino.
Un secondo progetto, "Land Flag: from waste to new materials", intende portare un nuovo respiro a Pitti Uomo proponendo un programma di dibattiti non necessariamente incentrati sulla moda, con diversi personaggi, tra cui l’esploratore e navigatore Alex Bellini, il Direttore del museo di Lisbona MAAT Beatrice Leanza, il fisico e astronomo Fabio Peri o ancora Barbara Mazzolai, Direttore del Center for Micro-BioRobotics.
“Daremo la parola a differenti relatori, cosa che non era mai stata fatta prima a Pitti. In effetti, il salone sta diventando sempre più complesso. In questo progetto siamo supportati dalla tessitura Reda. C’è una grande volontà da parte dei nostri espositori di investire sulla manifestazione”, constata Raffaello Napoleone. I dibattiti si terranno nello spazio Lyceum, all’interno di un allestimento che invita alla riflessione. Progettato dall'architetto Andrea Caputo a partire da rifiuti di plastica visibili e riciclati, lo spazio metterà in evidenza l'eco-design e il suo possibile utilizzo nei negozi.
Parallelamente a tali novità, Pitti Uomo 97 promette un programma quasi intenso come quello estivo. A cominciare da Chevignon, che per festeggiare i suoi 40 anni sfilerà in apertura, martedì 7 gennaio, alla Stazione Leopolda. Woolrich, da parte sua, celebrerà il suo 190esimo anniversario con un’installazione speciale.
Jil Sander, special guest di Pitti per questa stagione, sarà protagonista l’8 gennaio di uno show nel chiostro di Santa Maria Novella, mentre K-Way organizzerà in serata la prima sfilata della sua storia alla Camera di Commercio di Firenze. Sergio Tacchini presenterà una retrospettiva del brand e la primissima collezione del nuovo Direttore Artistico Dao-Yi Chow, co-fondatore di Public School.
Altri invitati speciali, attesi per giovedì 9 gennaio, sono il designer afroamericano Clemens Telfar con la nuova collezione della sua label “anti moda” Telfar e lo stilista italiano Stefano Pilati, che svelerà il suo primo brand, lanciato l’anno scorso, Random Identities. I due marchi chiuderanno in bellezza la giornata con una grande festa comune. Inoltre, la finalista finlandese del Festival di Hyères, Maria Korkeila, firmerà a Pitti la sua prima collezione di abbigliamento del marchio di giardinaggio dalle famose forbici arancio Fiskars, e si potranno ammirare anche le creazioni del vincitore del concorso ITS 2019 di Trieste, Daoyuan Ding.
Per questa edizione, nessuna nazione sarà invitata speciale, il progetto non si è concretizzato. Pitti ripropone però lo spazio dedicato alla moda nordica Scandinavian Manifesto, sempre in collaborazione con il salone Copenhagen Revolver, che riunirà 17 giovani brand. Inoltre, il Giappone sarà ancora sotto i riflettori con i finalisti del Tokyo Fashion Award, così come la Cina, attraverso The China Energy e la sua selezione di sei designer emergenti.
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