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10 mag 2015
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Pitti si evolve grazie all'occhio da "Grande Fratello" del suo salone virtuale e-Pitti

Pubblicato il
10 mag 2015

Lanciato nel giugno del 2011, il salone virtuale di Pitti Immagine, che permette di estendere e prolungare sul Web il Pitti Uomo, il Pitti W, il Pitti Bimbo e il Pitti Filati, gioca un ruolo sempre più importante nell'organizzazione dei saloni fisici grazie alla massa di dati raccolti sul suo sito.

La homepage di e-Pitti


Forte del successo ottenuto nelle ultime otto stagioni, in particolare con un aumento del 45% delle pagine visitate rispetto a gennaio 2014, e-Pitti.com raggiunge un altro step. La piattaforma si va a concentrare sempre più sul suo core business cercando, da un lato, di migliorare l'esperienza dei suoi utilizzatori (espositori e buyer) con più contenuti e servizi e, dall'altro, di dare informazioni sempre precise all'organizzatore Pitti Immagine sul comportamento dei buyer nel salone virtuale, per “anticipare o confermare le loro attese, selezionare meglio i nuovi espositori e trovare per loro le collocazioni migliori o per orientarci su una tipologia di prodotto più ricercata di un'altra in funzione dei dati che abbiamo a disposizione”, afferma Raffaello Napoleone, AD di Pitti Uomo.

E-Pitti, infatti, è oggi in grado di analizzare quali sono i prodotti più ricercati, in quali categorie (pantaloni, camicie, ecc.), in quale colore e stile (classico, sportswear-informale o d'avanguardia) e da quali buyer, a seconda della loro nazionalità. Si scopre così che i tedeschi preferiscono la maglieria d'avanguardia, mentre gli statunitensi sono affezionati alle giacche classiche.

“Mentre nella fiera fisica il badge permette di scannerizzare solamente gli ingressi allo stand, sulla nostra piattaforma siamo in grado di vedere quali sono i prodotti che hanno maggiormente interessato i compratori, e quelli che hanno meno mercato”, puntualizza Francesco Bottigliero, fondatore e boss di FieraDigitale, la società che gestisce e-Pitti, posseduta al 25% da quest'ultimo e al 75% da Pitti Immagine.

“Siamo solo all'inizio di un lungo percorso, che ci permette di offrire ai nostri interlocutori delle analisi statistiche sempre più avanzate. Al momento, è possibile recuperare queste informazioni solo grazie al digitale. In un prossimo futuro, l'idea è di ottenere la stessa precisione all'interno di una fiera fisica e di arrivare a una vera e propria ibridazione fra spazi on e offline. Vogliamo essere i primi a proporre un vero salone fisico e virtuale”, spiega Francesco Bottigliero.

L'edizione di e-Pitti dell'inverno 2015 in cifre


Altro vantaggio, e-Pitti permette di mantenere il legame tra le diverse edizioni dei saloni. “Quando un buyer non può venire a una sessione, va sul nostro sito virtuale. E-Pitti non ha assolutamente diminuito il numero dei nostri visitatori. Alla fine, il ritorno dei benefici per la nostra attività è fenomenale. Siamo all'avanguardia in questo campo”, afferma ancora Raffaello Napoleone.

Tra gli ultimi servizi messi a punto da e-Pitti, c'è quello del “trend forecasting”, che permette ogni settimana ai visitatori di tastare il polso delle tendenze in tempo reale, attraverso una selezione d'immagini raccolte sui social network e poi analizzate grazie alla partnership con la start-up italiana Nextatlas. Così, ogni settimana sono proposte le tre tendenze del momento, oltre a un documento più elaborato, dove sono integrati i prodotti presentati in quel momento su e-Pitti.

L’edizione del gennaio 2015 di e-Pitti, piattaforma ormai disponibile in italiano, inglese, russo e giapponese, e completamente rinnovata dal giugno 2014, che ha coperto uno dopo l'altro i saloni dell'uomo, della donna con il Pitti W, del bambino e dei filati in 13 settimane, ha presentato in totale 1.336 marchi e 8.000 prodotti, attirando buyer di 105 nazioni, con in testa l’Italia (60%), seguita dal Giappone, dalla Spagna, dagli Stati Uniti e dalla Germania.

Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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