Gianluca Bolelli
14 giu 2016
Pitti Uomo apre l'edizione 90 con un certo ottimismo
Gianluca Bolelli
14 giu 2016
Pitti Uomo si è aperto questo martedì a Firenze con un'atmosfera di bella effervescenza, nonostante il clima piovoso e variabile, proprio ad immagine dell'attuale congiuntura economica.
Con 1.222 marchi venuti da una trentina di nazioni, dei quali 539 esteri, vale a dire il 44,1% degli espositori, il salone di riferimento per la moda maschile annuncia un'edizione record con la presenza di alcuni grandi nomi della moda, come Karl Lagerfeld e Raf Simons, per citare solamente i più noti.
“Siamo arrivati alla 90esima edizione, pari quindi a una longevità di 45 anni, senza dubbio una delle più lunghe al mondo per una fiera. Quando abbiamo lanciato il Pitti Uomo nel 1972, c'erano 43 espositori e 526 buyer, dei quali 98 stranieri. Oggi aspettiamo l'arrivo di 30.000 visitatori, 20.000 dei quali buyer, con il 41% di essi che proviene dall'estero”, ricorda Gaetano Marzotto, il presidente dell'organizzazione del salone fiorentino Pitti Immagine, nella cerimonia di apertura.
“La competizione fra le varie capitali della moda è sempre più forte, il che deve spingerci a fare sempre meglio”, mette in guardia Claudio Marenzi, presidente di SMI-Sistema Moda Italia.
Il fatturato della moda maschile italiana nel 2015 è stato meno eclatante rispetto alle stime previste, con una crescita dell'1,4% rispetto al 3% atteso, a 8,9 miliardi di euro.
“Senza contare che il saldo della nostra bilancia commerciale è in calo, a 1,6 miliardi”, aggiunge Claudio Marenzi, che ricorda in particolare il crollo del mercato russo, che ha portato le esportazioni italiane a diminuire del 34% lo scorso anno.
“Questo 2016 sarà complicato, e non solo per l’Italia. C'è un'enorme incertezza sul futuro, da cui il moltiplicarsi di movimenti populisti, che corrispondono a un rifiuto della modernità”, aggiunge il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
“Questa prospettiva dobbiamo respingerla facendo innovazione, mettendo in campo delle strategie coerenti e continuando ad investire in modo mirato. Soprattutto sul mercato americano, l’America profonda, ma anche il Canada”, prosegue.
“Dobbiamo smetterla con le manifestazioni folkloristiche! Non possiamo permetterci di far venire in Italia i compratori 25 volte all'anno, ma una o due volte al massimo. Ecco perché nel 2017 presenteremo un sistema di fiere e di eventi legati alla moda finalmente unificato tra tutti gli attori della filiera del tessile e dell'abbigliamento”, promette Calenda.
“Non possiamo adagiarci sugli allori. Dobbiamo rinnovarci continuamente per prepararci ad affrontare una competizione internazionale sempre più difficile e incerta. Il Pitti Uomo, che rappresenta l'eccellenza del Made in Italy, deve proporre in ogni stagione dei nuovi contenuti e progetti”, conclude il ministro.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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