13 gen 2020
Pitti Uomo a tutto green: i progetti eco sostenibili presentati a Firenze
13 gen 2020
Uno dei grandi protagonisti della 97esima edizione di Pitti Uomo è stata senza ombra di dubbio la sostenibilità, nelle sue varie forme. Moltissimi i brand che hanno presentato con le loro collezioni autunno/inverno 2020-21 progetti in chiave green, dal riciclo della plastica e delle reti da pesca al recupero di materiali per dar loro una nuova vita. FashionNetwork.com ha selezionato alcune delle iniziative più interessanti.
La pratese Rifò, fondata nel 2017 da Niccolò Cipriani, fa leva sull’antica tradizione di Prato della rigenerazione delle fibre tessili per creare un modello sostenibile che ha come protagonista il cashmere. “I maglioni di cashmere dismessi vengono selezionati, divisi per colore e lavorati per creare nuovi filati; collaboriamo con piccoli artigiani della zona, ognuno dei quali svolge una delle fasi di lavorazione. Con questo processo arriviamo a risparmiare del 90% l’uso di acqua, del 77% quello di energia, del 90% i prodotti chimici, del 95% le emissioni di CO2 e del 100% l’uso di coloranti”, ci ha spiegato Cipriani. “Il nostro obiettivo è di far riflettere le persone sulle abitudini di acquisto e di comunicare un modo diverso di vendere e di consumare, tornando all’emozione che un capo può trasmettere”. Oggi Rifò è presente in oltre 90 negozi tra Italia, Germania, Francia e Belgio; il brand è molto attivo a livello e-commerce, che oggi rappresenta circa il 60% del fatturato totale. “Abbiamo chiuso il 2019 a 350mila euro e prevediamo di triplicare le vendite quest’anno”, prosegue il fondatore. “Inoltre, a breve lanceremo una nuova iniziativa di economia circolare e collaborativa, denominata Progetto X, su un tessuto la cui lavorazione è tra le più inquinanti”. Sarà forse il denim?
Per Chimborazo, marchio di capispalla e costumi da uomo fondato nel 2017 da Francesco Rubini, la sostenibilità si concretizza nell’utilizzo di materie plastiche riciclate per ottenere il poliestere e il nylon, introdotto per la prima volta con l’AI 2020-21, con cui sono realizzati i propri capi. “Con questa stagione invernale lanciamo anche la linea femminile; in totale la collezione si compone di 9 capispalla da uomo e 9 da donna, in diverse colorazioni”, racconta Rubini. “Ad oggi abbiamo riciclato oltre 150mila bottiglie di plastica”. A livello distributivo, il brand, presente oggi in circa 100 punti vendita multimarca in Italia e 8 in Francia, continuerà a puntare sul wholesale; con la prossima stagione estiva Chimborazo farà il suo ingresso in Spagna e in Germania, mentre con l’AI 2020-21 i mercati nel mirino sono Austria, Svizzera, Portogallo e Giappone.
Rimanendo nel settore dei capispalla, il marchio austriaco Schneiders, fondato nel 1946, ha presentato a Pitti Uomo l’Eco-Montgomery, creato con materiali naturali certificati Oeko-Tex, entità che riunisce 18 istituti di ricerca indipendenti nel campo dell'ecologia tessile e della pelle, dislocati in Europa e in Giappone. “La vocazione sostenibile di Schneiders ha radici molto profonde e prende vita da un approccio sartoriale alla confezione e dalla scelta di tessuti top di gamma, provenienti anche dall'Italia”, spiega Wolfgang Binder, CEO e proprietario del brand al 40%. “
Produciamo principalmente in Europa e le relazioni a lungo termine con i nostri fornitori, produttori e clienti sono importanti per noi tanto quanto l'uso di materiali sostenibili. I tessuti utilizzati (loden, lana, bottoni in corno, cashmere ecc.) sono principalmente materiali naturali, altamente funzionali e certificati”. I mercati su cui Schneiders sta puntando oggi sono Germania, Austria, Svizzera, Italia, Benelux e Francia. “A livello extra europeo stiamo investendo nella nostra società Schneiders USA per nuovi addetti alle vendite e abbiamo un nuovo agente di vendita per la collezione uomo in Russia”, conclude il CEO. “In Italia stiamo cercando partner che ci possano aiutare ad attivare la vendita online, al momento già positivamente avviata nei Paesi di lingua tedesca”.
Pitti Uomo 97 ha visto il debutto di Replumé, giovane brand della lucchese PNG International, che possiede anche il marchio Paltò. Alla base della nuova label, un processo di recupero delle piume da piumini o piumoni da letto dismessi; le piume vengono poi lavorate secondo le metodologie tradizionali, lavate, sterilizzate e selezionate per creare nuovi capi. La prima collezione Replumé si compone di 33 modelli tra uomo e donna, in diversi colori; una parte è in nylon e una parte in cotone popeline, in alcuni casi riciclati. I prezzi al pubblico variano tra i 300 e i 500 euro; per l’AI 2020-21 il brand ha siglato accordi con agenti e distributori in Italia, Svizzera, Benelux, Scandinavia, Francia, Spagna, Germania, Russia, Corea e Giappone.
Duno, brand di outerwear fondato a Vinci, in Toscana, nel 2014, ha presentato in occasione della kermesse fiorentina il progetto Refuture, il cui capo di punta è la “Packable Jacket”, realizzata con un filo di nylon rigenerato e certificato. Il tessuto, ottenuto con il recupero negli oceani delle reti da pesca, residui industriali e scampoli di tessuto, viene lavorato attraverso un sistema altamente innovativo, che lo rende impermeabile e fluorocarbon free. Questo trattamento, oltre ad essere ecosostenibile, tutela la salute dei lavoratori. L’imbottitura, realizzata con materiale sintetico riciclato (83%), garantisce un’ottima capacità termica. La Packable Jacket deve il suo nome al fatto di essere facilmente ripiegabile, fino a trasformarsi in una piccola borsa, molto comoda da trasportare.
Anche per In The Box, marchio di calze e abbigliamento fondato 7 anni fa, l’anima green si esprime nel riutilizzo di scarti della lavorazione dei tessuti, a cui viene data nuova vita, sotto forma di patch, inserti o capi di abbigliamento. “Abbiamo creato qualche anno fa la prima collezione di felpe con gli scarti della produzione per le calze; in seguito abbiamo inserito la linea di maglieria, in parte realizzata con filati rigenerati di lana o cashmere”, ci ha spiegato il fondatore Mario Pastorini. “Anche il packaging dei nostri prodotti è in cartone riciclato, stampato con colori atossici certificati”. Oggi In The Box è presente in circa 500 punti vendita in Italia e 100 all’estero, dove i principali mercati sono Corea, Giappone, Francia e Germania; il brand vende circa 150.000 pezzi all’anno tra calze e abbigliamento. “Abbiamo conosciuto una crescita molto forte, di circa il 70%, nel 2017, quando abbiamo introdotto la linea di abbigliamento; oggi ci stiamo consolidando e registriamo incrementi del 10/15%”, conclude Pastorini. “Stiamo pensando al nostro primo monomarca, che potrebbe arrivare per il prossimo Natale e avrà uno stile vintage, con mobili riciclati”.
Infine, Pitti Uomo 97 ha visto anche la prima partecipazione dell’azienda veronese di calzature uomo e donna Maritan, che ha scelto il salone fiorentino per lanciare il nuovo brand Maritan Verona, calzature realizzate artigianalmente, con un design contemporaneo e basate su materiali ecosostenibili, biodegradabili e plastic free. La lavorazione Flexy Blake Stitched rende ultra flessibile sia la tomaia che la suola in cuoio ed evita l’utilizzo di materiali sintetici o colle. Inoltre, i pellami utilizzati sono esclusivamente a concia naturale 100% vegetale e cuoio rigenerato, con fondi in gomma riciclata e lacci in cotone riciclato.
Fondato nel 1993, oggi il calzaturificio Maritan dispone di una sede principale di circa 5.000 mq a Villafranca di Verona, a cui si aggiungono due stabilimenti produttivi in Romania e in Moldavia. Nelle tre sedi, l’azienda produce 2.500 paia di scarpe al giorno, occupando in totale oltre 500 addetti. Maritan realizza il 70% del proprio fatturato (circa 27 milioni di euro) all’estero, in particolare nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Giappone.
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