Pitti Uomo, Lagerfeld tra i Raffaello a Pitti

Il gigantesco selfie-portrait di Karl Lagerfeld, circondato come gli affreschi rinascimentali da una spessa cornice d'oro, è appeso su una parete della Sala di Giove di Palazzo Pitti, a Firenze, tra le preziose opere di Raffaello Sanzio.

L'autoritratto triplicato con un gioco di specchi è il guizzo ironico del couturier tedesco, a cui Pitti Immagine dedica la mostra fotografica Visions of Fashion, che raccoglie a Palazzo Pitti, fino al 26 ottobre, oltre 200 foto scattate da Lagerfeld per Chanel o Fendi, gli atelier di cui "il Kaiser", come viene chiamato lo stilista, è il direttore artistico da numerosi decenni.

Il selfie doveva essere una sorpresa da svelare all'ultimo minuto, secondo gli organizzatori della mostra, che lasciano percorrere ai giornalisti tutte le sale dove sono esposte le immagini, meno la Sala di Giove. "In realtà, l'enorme portrait è arrivato all'alba a Firenze trasportato da un camion dalla Germania ed è stato montato nella cornice questa mattina in uno degli spazi più preziosi della galleria degli Uffizi" rivela Isabella Brancolini, project advisor della mostra.

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"Con Lagerfeld abbiamo fatto diversi sopralluoghi da gennaio", spiega Gerhard Steidl che collabora dal 1984 con Lagerfeld e ha curato la mostra assieme ad Eric Pfrunder, altro assistente storico dei progetti del Kaiser. "Karl è un genio e ha cercato di integrare una selezione delle sue immagini di moda negli ambienti della Galleria e tra le opere d'arte".
"Secondo me ci è riuscito perfettamente e spero che anche i visitatori colgano gli elementi artistici che legano le immagini di Lagerfeld alle opere d'arte del Museo" aggiunge Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi, che si aggiunge al gruppo della stampa in visita. "Senza l'entusiasmo e la comprensione di Schmidt", suggerisce sottovoce Lapo Cianchi, responsabile della Fondazione Pitti Discovery,"questa mostra non sarebbe stata possibile. E neppure l'accordo triennale di collaborazione strategica tra la Galleria degli Uffizi e Pitti Immagine Discovery che rivede altre due mostre di moda in questa sede fino al 2018".

Il percorso della mostra comincia con le immagini a colori di campagne scattate da Lagerfeld per Fendi e Chanel negli anni, pubblicate dai più grandi magazine di moda. Riportano chiari riferimenti attraverso gli sfondi, le pose delle modelle o le ambientazioni, alle opere di artisti come Magritte o Chagall. Ma prima di immergersi nell'antichità delle sale il visitatore trova sullo scalone che porta alla mostra una scritta fatta di luci al neon, modello insegna di un bistrot, con un pensiero di Lagerfeld: I like fashion to be part of daily life, Mi piace che la moda sia parte della vita quotidiana.

Ma entrando nella Galleria Palatina, tra affreschi e dipinti vicini alle immagini di Lagerfeld in una trentina di schermi retro-illuminati, si percepisce che la moda vista dall'occhio del couturier è tutto il contrario di ciò che è scontato, quotidiano, ripetitivo: è il sogno. Si arriva dunque nella Sala degli Arazzi, dove alcune gigantesche immagini in pvc in bianco e nero, incorniciate come arazzi, descrivono la storia d'amore mitologica di Daphnis e Chloè, che Lagerfeld in Germania ha illustrato in un libro.

Si arriva quindi nella Sala delle Nicchie con le immagini di Ulisse. Si passa attraverso un'altra sala dove un modello simula un attacco epilettico in un video e in alcune immagini scattate da Lagerfeld per una campagna del 2008: s'intitola Beauty of violence. Infine si arriva nella Sala Bianca, dove nel 1952 ebbe inizio la moda italiana: qui 35 pannelli giganti in carta da the riportano le immagini dell'alta moda di Lagerfeld per Chanel e Fendi, replicate all'infinito con un gioco di specchi. Ora alla culla della moda apparterrà per sempre anche la couture di Karl Lagarfeld: il suo selfie lo ha donato alla Galleria degli Uffizi.