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7 gen 2020
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Pitti Uomo 97 apre tra sostenibilità e internazionalizzazione

Pubblicato il
7 gen 2020

Pitti Uomo pone al centro della 97esima edizione sostenibilità e internazionalizzazione. Due temi centrali per lo sviluppo del sistema moda, ben rappresentato al salone fiorentino di menswear che ospita in Fortezza da Basso dal 7 al 10 gennaio oltre 1.200 marchi da tutto il mondo. 

Claudio Marenzi


“Per l'intera comunità della moda internazionale, il tema della sostenibilità occupa un posto centrale e irrinunciabile", ha spiegato il presidente di Confindustria Moda, Claudio Marenzi, intervenuto alla cerimonia di apertura di Pitti a Palazzo Vecchio. “È una sensibilità – ricorda Marenzi – partita anni fa dai consumatori più giovani, consumatori del mondo anglosassone e del Nord Europa. Autorevoli studi dicono che nel giro di cinque anni i maggiori department store del mondo sceglieranno sulla base delle certificazioni ambientali almeno la metà dei loro fornitori, e che i due terzi dei consumatori mondiali sono disposti a pagare un premio del 10% in termini di prezzo per prodotti sostenibili, a parità di qualità e stile. Gli stessi studi ragionano sul fatto che nei prossimi dieci anni più del 90% delle imprese investiranno in sostenibilità”.
 
Marenzi ha parlato di “Industria 4.Verde, una 4.0 specifica per la sostenibilità”. Rivolgendosi al governo, il patron di Herno ha chiesto “un'attenzione specifica di incentivi, di politiche a sostegno dell'innovazione, già previste in parte con Industria 4.0”. 

Una prima risposta è arrivata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha lanciato un “patto fra sindaci e imprenditori della moda sulla crescita sostenibile”. “La moda ha saputo raccogliere prima di altri la sfida dell'ecologia e dello sviluppo sostenibile, anche in politica le città prima di altri hanno capito quanto sia decisivo sposare il progetto dello sviluppo sostenibile”.

Il messaggio di Carlo d'Inghilterra


Il primo cittadino del capoluogo toscano ha svelato che al termine della fiera, “cominceranno i lavori di restauro delle mura della Fortezza da Basso”. “Abbiamo affidato la progettazione esecutiva del primo padiglione - ha spiegato - e condiviso con gli amici di Pitti Immagine e delle istituzioni un cronoprogramma di trasformazione della Fortezza, in modo che questa non possa inficiare gli eventi, a cominciare da quelli della moda, che si svolgono all'interno” nel corso dei lavori.  
 
Sul tema della responsabilità ambientale è intervenuto anche Carlo d'Inghilterra, nella veste di patrono di 'Campaign for Wool'. Il principe di Galles ha ribadito in un messaggio di saluto all’apertura del salone come “i materiali naturali, non provenienti da combustibili fossili, non infiammabili e naturalmente biodegradabili, abbiano un ruolo importante da giocare nell'enorme sfida del cambiamento climatico".
 
“Soltanto la lana fornisce rassicurazione finale di vera sostenibilità”, ha affermato il principe. “La mia speranza – ha spiegato – era che se tutte le nazioni che producono lana si fossero unite in spirito di cooperazione avremmo trovato modi migliori per fare marketing di questa fibra, che è così straordinariamente pratica e versatile, e allo stesso tempo saremmo riusciti ad aiutare i tanti allevatori di pecore che operano sotto pressione in grandi difficoltà”.

Carlo Maria Ferro

 
Il presidente di ICE, Carlo Maria Ferro, ha affrontato il nodo dell’internazionalizzazione. L'ICE – ha ricordato –  "supporta ed è partner di Pitti dal 2014 con un investimento complessivo nell'ordine del 13 milioni di euro: questa è l'edizione in cui l'investimento è il più importante nella storia della nostra collaborazione. Lo facciamo con un focus importante sull'internazionalizzazione, ci sono quest'anno 200 buyer e 160 giornalisti da 4 continenti, e lo facciamo con un'attenzione sinergica con gli altri grandi eventi della moda italiana. Cresce anche il supporto di ICE nei riguardi del settore complessivo della moda: nel 2019 gli stanziamenti per il settore sono aumentati in percentuale a due cifre e hanno raggiunto i 31 milioni di euro. 

“Nel 2020 vogliamo fare le cose che abbiamo anticipato: gli stanziamenti ci sono, perché la combinazione fra le risorse che la legge di bilancio mette a disposizione, col piano ordinario e straordinario per il Made in Italy, e i fondi residui, consente di avere le risorse per fare di più di quello che abbiamo fatto nel 2019", ha concluso Ferro.

Con ansa

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