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13 giu 2017
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Pitti Uomo 92, Marenzi - Scalfarotto: "Occorre rafforzare le sinergie Firenze-Milano e fare sistema"

Pubblicato il
13 giu 2017

In occasione della cerimonia d'apertura di Pitti Immagine Uomo 92, svoltasi a Palazzo Vecchio, a Firenze, il 13 giugno, Claudio Marenzi ha sottolineato l’importanza della manifestazione non solo per la moda maschile nel mondo, ma anche per la città di Firenze. "Pitti genera oltre 500 mln di euro sull'indotto di Firenze, è una grande risorsa e sicuramente un fiore all'occhiello per la città".

La cerimonia d'apertura di Pitti Immagine Uomo 92 a Palazzo Vecchio, Firenze - FashionNetwork - Elena Passeri


Il presidente di Confindustria Moda e di Pitti Immagine ha inoltre osservato come la kermesse sia passata dall’essere una “semplice” fiera commerciale ad un evento propositivo e proattivo, che ha cominciato a lanciare tendenze: “chi vuole presentare nuovi prodotti viene a Pitti a esporli. La prima volta che ho partecipato come espositore al Pitti (con il marchio di famiglia Herno, ndr.) era il 1978 e avevo 17 anni. Ho visto crescere la fiera, cambiare pelle, cambiare paradigma, diventare un grande happening, ora unico al mondo. Bisogna continuare questa grande avventura che è Pitti, guardando sempre oltre, sempre al futuro, non percependoci arrivati".
 
Marenzi ha ricordato, poi, come l'Italia sia l'unico paese multicentrico per il fashion: all’estero nella moda c'è Parigi, non la Francia; Londra, non il Regno Unito; New York, non gli Stati Uniti. In Italia, invece, ci sono Milano, Firenze, tanti distretti industriali e produttivi, perché il nostro Paese rima con moda, su innumerevoli fronti, non solo attraverso un luogo iconico. “Se Firenze segna il debutto del periodo italiano dedicato al menswear, il tutto poi continua su Milano, con la Fashion Week. Vogliamo rafforzare sempre di più il collegamento tra le due città e potenziare le nostre sinergie”.

Un obiettivo ribadito da Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico, anch’egli presente alla conferenza inaugurale di Pitti. "Milano e Firenze non solo possono collaborare, devono collaborare. È un imperativo categorico. Siamo l'unico Paese che ha l'intera filiera del fashion, dal filo al vestito. Se noi non costruiamo su questo un assoluto primato abbiamo solo da biasimare noi stessi. La cosa da fare quindi va ripetuta come un mantra: sistema".

Compito del governo, ha evidenziato il sottosegretario, "è quello sicuramente di incoraggiare il sistema ed anche di utilizzare i fondi pubblici per esempi virtuosi non finanziando a pioggia qualsiasi cosa ma selezionando quelle operazioni che portano alla costituzione di un sistema". In questo senso, ha ricordato, "la cooperazione fra Vicenza ed Arezzo nel campo della gioielleria è assolutamente una best practice, ed è stata fatta certamente con l'incoraggiamento del governo".

Claudio Marenzi ha concluso ringraziando questo governo e il precedente per esser stati i primi ad impegnarsi per dare davvero dignità industriale alla moda, supportandola in modo concreto, capendo che moda non è un mondo effimero, ma un’industria, che l’Italia rappresenta il 40% del fashion europeo e 700mila posti di lavoro.

"Con 90 miliardi di euro di fatturato, siamo la seconda manifattura italiana dopo la meccanica, che comprende anche il settore auto; inoltre, in termini di differenza tra import ed export, su una bilancia commerciale positiva pari a 52 miliardi la moda pesa per 25 miliardi: siamo quindi quasi la metà della bilancia commerciale italiana", ha precisato Marenzi a FashionNetwork.

 

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