23 giu 2013
Pitti Uomo 84: un’edizione rassicurante
23 giu 2013
Pitti Uomo ha chiuso i battenti venerdì 21 giugno a Firenze con un bilancio più che soddisfacente, registrando un leggero aumento dei compratori (+1,7%), un dato rassicurante, che fa ben sperare per il comparto. L’84 esima edizione, dedicata alle collezioni maschili primavera/estate 2014, ha totalizzato 30.000 visitatori, di cui 18.100 buyer, in aumento rispetto ai 17.800 dello scorso anno, mentre il numero degli espositori è sceso da 1.065 a 1.046.
Considerando l’attuale congiuntura economica e una stagione primaverile che è stata disastrosa per i negozi, questi risultati portano un vento di ottimismo su tutto il settore della moda maschile. Un segno incoraggiante prima delle fiere maschili di Parigi e dei saloni di Berlino.
I buyer esteri, provenienti da oltre un centinaio di Paesi, risultano in crescita del 4,5% rispetto all’edizione di giugno 2012, per un totale di oltre 7.700 presenze. “Gli italiani si stabilizzano sui numeri dello scorso giugno, con circa 10.400 compratori in rappresentanza di quasi 5.000 punti vendita”, si legge nel comunicato di chiusura del salone.
Nel top 15 dei mercati esteri, i più numerosi sono i tedeschi (già oltre 900) e i giapponesi (circa 870). In forte crescita Russia, Stati Uniti, Cina, Corea, Turchia, Hong Kong. Dal Sud Est asiatico aumenti significativi per Singapore, Taiwan, Malaysia e Thailandia; così come dall’Asia Centrale (Kazakistan, Azerbaigian) e dal Medio Oriente. In aumento anche i compratori indiani.
“Abbiamo due persone che lavorano in Giappone, una per la comunicazione e l’altra per i compratori. Seguiamo inoltre da Firenze la clientela tutto l’anno. Abbiamo creato un contesto di accoglienza molto specializzato con vari servizi. Anche il nostro salone virtuale e-Pitti, che è disponibile da quest’estate in giapponese e prossimamente in russo, ha giocato un ruolo significativo”, spiega l’amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone.
In Europa, la Francia tiene sui livelli passati. Registrano leggere flessioni Gran Bretagna e Spagna e un calo più marcato evidenziano Olanda e Austria. Ottimi i risultati anche dall’Est europeo: Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, mentre dagli altri continenti arrivano buone notizie da Messico, Colombia, Australia e Marocco.
Dopo varie stagioni in calo, i compratori italiani si sono attestati ai livelli dell’anno scorso dando un segnale positivo. “In quattro anni, i consumi domestici nell’abbigliamento Uomo sono crollati di circa il 15%. I risultati di Pitti Uomo sono quindi importanti, perché la fiera dà il via alla stagione. Siamo riusciti a farne un vero salone della moda e non solo di abbigliamento, in cui si parla di tendenze, di creatività, ma anche di manifattura. I department store e importanti dettaglianti vengono qui anche per trovare aziende di produzione italiane specializzate che realizzino le loro private label”, sottolinea Raffaello Napoleone. Pitti Uomo rimane inoltre una piattaforma d’incontro essenziale tra marchi e distributori per firmare i contratti all’inizio della stagione.
“Pitti è una vetrina internazionale importante, un appuntamento da non perdere. Abbiamo registrato ancora in questa edizione un flusso di visitatori importanti”, confermano presso Paul&Shark. Per marchi più piccoli invece la percezione è diversa. “A Pitti c’è molta gente. Ma si tratta in gran parte di giornalisti e soprattutto di agenti a caccia di clienti. Di veri compratori ne abbiamo visti pochi. A parte qualche cliente estero interessante, ci sono tanti italiani che vengono per vedere le tendenze”, constatano presso lo stand di un marchio di abbigliamento estero.
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