APCOM
19 giu 2013
Pitti , Marzotto : "Crolla il consumo interno, difendere il Made in Italy"
APCOM
19 giu 2013
L'aumento dell'export del 3,8%, a fronte di un crollo del 5,7% dei consumi interni: è questo il quadro del mercato della moda e del lusso dentro il quale si è aperta l'edizione 84 di Pitti Uomo.
Quest'anno, gli spazi della Fortezza da Basso di Firenze ospitano anche l'edizione numero 12 di Pitti W, dedicato alla donna. 1.043 i marchi maschili e 64 quelli femminili che espongono per i 30mila appassionati di moda attesi e i 20mila buyer.
A tenere banco all'inaugurazione è lo scenario macroeconomico: il costo del lavoro è troppo alto, dicono in molti, e difendere l'originalità del Made in Italy è un impegno sempre più difficile.
"Qui abbiamo più di 1.100 marchi rappresentati di cui una buona parte italiani, che fanno l'eleganza accessibile, che hanno ancora l'artigianalità. Perché i grandi gruppi mondiali vengono qui a produrre in Italia? Perché noi siamo bravi, innovativi, creativi e in un buon rapporto prezzo qualità". Lo ha detto Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, all'inaugurazione dell'edizione 2013 di Pitti Uomo e Pitti W. "Ma -ha aggiunto- dobbiamo stare attenti al crollo dei consumi interni".
"I nuovi consumatori, solo in Cina, sono 400 milioni, che non aspettano altro di vedere l'eleganza accessibile del Made in Italy. Però gliela dobbiamo portare". Ha continuato il presidente di Pitti Immagine.
"La distribuzione nei nuovi Paesi emergenti è completamente diversa da quelli nei quali siamo abituati noi -ha precisato Marzotto- ci sono degli enormi shopping mall, dove non c'è un compratore, ma ci sono dei land lords che danno delle concessioni, ossia affittano degli spazi. Quindi -ha concluso Marzotto- uno dei grandi compiti di Pitti Immagine è di fare da ponte per le piccole e medie aziende".
Sulla stessa lunghezza d'onda Stefano Ricci, quest'anno non solo in veste di stilista, ma anche di presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana. Anche nelle parole di Matteo Renzi, c'è molta preoccupazione per il crollo dei consumi interni, tanto da far dire al sindaco di Firenze che siamo alla fine del ceto medio in Italia.
Fonte: APCOM