19 gen 2014
Pitti Bimbo chiude con oltre 7.000 buyer
19 gen 2014
L'edizione 78 di Pitti Bimbo ha chiuso con oltre 7.000 buyer, confermando i livelli della precedente edizione invernale e un totale di quasi 10.000 visitatori.
“C’è un generale clima di ottimismo – spiega Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – dimostrando voglia di crescere tra i nuovi mercati e quelli già consolidati, e grande determinazione nel reagire alle difficoltà del mercato interno. I mercati esteri si confermano ancora una volta il volano trainante del settore, ma la crescita nei numeri dei buyer italiani – anche se contenuta – è comunque un dato molto importante, che abbiamo già registrato a Pitti Uomo e che leggiamo come un incoraggiante segnale che un cambio di passo per il nostro paese dovrebbe già essere in atto”.
L’Ad di Pitti Immagine ha inoltre spiegato a FashionMag.com che la parte del design sarà quella su cui il salone punterà di più: “Vogliamo aumentare questo settore che vediamo strumentale rispetto all’offerta e alle aspettative dei dettaglianti, creando anche nuove sezioni. Il nostro obiettivo è di essere sempre più internazionali, continuando scouting e ricerca di aziende in giro per il mondo. Vorrei arrivare piano piano ad avere in fiera oltre il 50% degli espositori e dei visitatori che provengano dall’estero”, ha concluso Raffaello Napoleone.
I numeri finali dei compratori esteri si sono attestati intorno alle 2.700 presenze, a confermare una sostanziale tenuta rispetto alla precedente edizione invernale; per i buyer italiani si dovrebbe registrare una piccola ma significativa crescita, con il superamento dei 4.500 compratori intervenuti.
In testa alla classifica dei paesi esteri conferma il suo primato la Russia, con un numero di buyer che continua a crescere, seguita da Spagna, Francia - anche queste in crescita - Germania, Turchia, Gran Bretagna e Belgio. Tra le performance migliori quelle dei buyer dai paesi dell’Europa dell’Est, da Brasile, Israele, Hong Kong e anche da un mercato nuovissimo come la Nigeria. In crescita e con livelli di presenze solidi anche i buyer dagli Stati Uniti.
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