21 gen 2019
Pitti Bimbo 88: 6.400 buyer, conferme dall'estero. Italiani -9%
21 gen 2019
L’88esima edizione di Pitti Bimbo, il salone fiorentino di moda junior andato in scena in Fortezza da Basso dal 17 al 19 gennaio scorsi, ha registrato oltre 6.400 compratori, di cui quasi 2.450 stranieri, e circa 10.000 visitatori complessivi. Importanti conferme dall’estero: crescono i buyer da Spagna (+7%), Grecia (+20%), Belgio (+20%), Polonia (+5%) e Arabia Saudita. Ancora in flessione, invece, il dato italiano (-9%).
“Se il dato che stiamo registrando di un calo dei compratori italiani era atteso, la tenuta e le conferme che arrivano dallo scenario internazionale – erano stati 2.450 i buyer esteri arrivati un anno fa – sono in questo momento un segno davvero importante. Una riconferma della leadership mondiale che questo salone riveste nel mondo della moda bimbo e del suo lifestyle più contemporaneo”, ha commentato l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone
Stabile il numero di operatori provenienti da Francia, Regno Unito e Turchia, mercati strategici per la moda bambino che confermano a sorpresa gli alti livelli raggiunti nell’ultima edizione invernale. Numeri in linea con gennaio 2018 anche per Cina, Giappone e Stati Uniti.
Fanno meglio del previsto, sebbene in territorio negativo, Russia (-14% nel numero negozi) e Ucraina (-9% come buyer); due Paesi la cui situazione dell’economia interna e il cui scenario geopolitico hanno registrato forti peggioramenti negli ultimi mesi. Riportano infine una lieve flessione i compratori tedeschi.
Nel complesso, la Spagna guida la classifica dei primi 16 mercati di riferimento della rassegna con 217 buyer registrati in Fortezza; sul podio anche Russia (216) e Regno Unito (173), seguiti da Germania (135), Turchia (103), Ucraina (92), Grecia (83), Francia (79), Olanda (75), Cina (70), Belgio (62), Giappone (49), Svizzera (46), Polonia (41), Corea (41) e Stati Uniti (40).
“I risultati di questi tre giorni vanno oltre le aspettative con commenti raccolti tra gli stand che parlano all’unanimità di un grande lavoro da parte delle aziende: nell’editing delle collezioni, la ricerca di stili moderni e funzionali alle nuove sensibilità ecologiche e sociali, l’impegno a tenere insieme qualità e prezzi, la capacità di muoversi in un mercato internazionale che cambia e si trasforma incessantemente”, ha aggiunto Napoleone. “Tutte qualità che il nostro team commerciale è riuscito a mettere in evidenza attraverso un’attenta segmentazione del salone per tipologie e merceologie, insieme a una rimodulazione degli spazi fisici. È la migliore risposta possibile a un clima che soprattutto negli ultimi mesi si è fatto più scuro, con una serie di previsioni verso il basso per crescita, consumi, scambi commerciali”.
La sessione appena conclusa ha ospitato 564 marchi, di cui il 60% esteri, con 152 tra rientri e debutti. Nell’edizione precedente del salone i buyer erano stati 6.870, di cui circa il 45% dall’estero.
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