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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 mag 2022
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Pimkie messo in vendita dalla famiglia Mulliez

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 mag 2022

Da diverse settimane i dipendenti di Pimkie erano in fiduciosa attesa di annunci sul futuro del loro brand (appartenente al gruppo FashionCube), dopo l'arrivo alla sua testa a gennaio di uno specialista in turnaround aziendali, Philippe Favre. Quest'ultimo ha annunciato il 19 maggio ai rappresentanti del personale che la famiglia Mulliez, titolare del marchio da tempo in difficoltà, ha scelto di individuare per Pimkie un nuovo proprietario.

Pimkie


“La soluzione attualmente preferita dagli azionisti è quella di cercare una soluzione di azionariato esterno, per la quale si concederanno vari mesi” di tempo, ha detto a FashionNetwork.com il portavoce del management di Pimkie.
 
La famiglia Mulliez preferirebbe questa opzione di vendita a causa del consistente investimento che ci sarebbe da mettere in atto per risanare l'azienda, investimento che quindi non vorrebbero fare, spiegano i rappresentanti del sindacato UNSA di Pimkie. La sigla sindacale specifica che il proprietario di Pimkie intende venderlo a un attore che si impegni a perpetuare e rilanciare il marchio entro la fine del 2022.

Dopo aver contato in passato più di 600 indirizzi, la catena nata nel 1971 a Villeneuve d’Ascq conta oggi su una flotta di 313 punti vendita, di cui 81 gestiti da affiliati, impiega 1.500 persone e ha realizzato un fatturato di 194 milioni di euro nel 2020, segnato dalla pandemia di Covid-19.

Il negozio di Nancy


Nel 2018 Pimkie aveva già subito un episodio di ristrutturazione societaria, che aveva portato alla perdita di oltre 200 posti di lavoro (tramite un piano di partenze volontarie) e alla chiusura di 37 negozi in Francia. Una missione già affidata all'epoca allo studio Prosphères, di cui Philippe Favre fa parte.
 
Negli ultimi due anni, Pimkie ha anche ridotto l’ampiezza della sua diffusione estera, chiudendo le proprie filiali belga, austriaca e svizzera e commutando in franchising le sue attività in Germania, Spagna e Portogallo.
 
Avendo deciso lo scorso anno di riconnettersi con il suo target storico, ovvero le giovani donne dai 18 ai 25 anni, il brand si è dovuto soprattutto scontrare con i cambiamenti nei comportamenti delle consumatrici, abituatesi a servirsi dei pure player (come il rullo compressore Shein) o a rivolgersi ai capi di seconda mano.

All'interno dell'ecosistema FashionCube (Jules, Grain de Malice, BZB, RougeGorge, Orsay), Pimkie ha partecipato a progetti comuni a questi marchi, come il megastore aperto di recente a Tours, o la fabbrica di denim messa in servizio quest'anno negli Hauts-de-France. Se viene venduto, come si posizionerà il marchio rispetto a questi progetti comuni e condivisi, pensati come unificanti da parte di questa piattaforma collettiva?

Jean-Christophe Garbino - DR


Tanto più che, secondo le nostre informazioni, Jean-Christophe Garbino ha comunicato all’assemblea degli azionisti che il 25 maggio lascerà la direzione generale di FashionCube, di cui è al timone dal 2016. Inoltre, starebbe per essere posto in vendita anche il marchio di abbigliamento tedesco Orsay, che gestisce diverse centinaia di negozi, anche se il gruppo francese non ha ancora comunicato nulla in merito. Sempre secondo quanto appreso da Fashion Network, sarebbe Alain Boittiaux, amministratore delegato di Grain de Malice, ad assumere d'ora in poi il ruolo di coordinatore dei marchi di moda della galassia Mulliez, senza dubbio nell’intento di condurli verso una maggiore autonomia.

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