Pimkie: la nuova direzione prevede di tagliare 64 negozi e 257 posti di lavoro
La ristrutturazione era attesa, ed oggi eccola ufficializzata. Il marchio di moda femminile Pimkie, venduto all'inizio del 2023 dalla famiglia Mulliez a un trio composto da Lee Cooper France (specialista in jeans), Kindy (produttore di calze) e Ibisler Tekstil (fornitore turco), sarà oggetto di un piano di risparmi nel periodo 2023-2027, “per accelerare la sua trasformazione e garantirne la redditività a lungo termine” a fronte di “un calo del traffico di persone e delle vendite in alcuni negozi”, spiegano in un comunicato i nuovi proprietari. In Francia, 64 boutique e 257 posizioni lavorative sono soggetti a possibile cancellazione.

Di questo progetto i dipendenti della catena di abbigliamento sono stati informati il 29 marzo, durante un incontro informativo-consultivo con il CSE. “Pimkie intende portare avanti un dialogo sociale approfondito e si adopererà per proporre soluzioni che favoriscano il riposizionamento dei dipendenti interessati, grazie a misure di ricollocazione interna e supporto personalizzato per lo sviluppo di progetti professionali esterni”, precisa l'azienda.
Oggi Pimkie impiega circa 1.500 dipendenti e può contare su una rete di 302 negozi in Francia (di cui quasi 80 affiliati), 37 punti vendita in Germania e 26 unità in Spagna.
Il consorzio a capo di Pimkie afferma di avere “la volontà di includere Pimkie in un progetto a lungo termine, contando su una struttura sana e priva di debiti sin dalla sua acquisizione. Per adattarsi al suo settore di attività in pieno cambiamento e per affrontare le sfide strutturali a lungo termine, Pimkie sta ora intraprendendo un piano di trasformazione volto ad adeguare gradualmente la propria organizzazione e acquisire agilità”.
Nel piano strategico del marchio rientra anche la volontà di modernizzare l'offerta e l'immagine, di trasformare l'IT, di essere più agile dal lato della supply chain, di migliorare le performance commerciali supportando il personale di vendita e infine di implementare una politica di CSR-Corporate Social Responsibility.

“Mentre il nostro settore sta attraversando una grave crisi, stiamo ridefinendo il nostro modello e la nostra visione. Ho fiducia in questo modello e nei nostri dipendenti per riaffermare il posto di Pimkie nel prêt-à-porter francese, tra i primi 3 marchi preferiti dalle donne dai 18 ai 25 anni”, afferma Sandrine Lilienfeld, nominata poche settimane fa alla direzione generale di Pimkie.
Secondo fonti sindacali, l'operazione di cessione effettuata avrebbe previsto che la AFM (la holding della famiglia Mulliez) creasse una struttura che consentisse di “finanziare questo piano sociale, gli investimenti e le future scadenze bancarie”, con una dotazione valutata in 250 milioni di euro.
Nata nel 1971 e con sede a Villeneuve-d'Ascq, nel Nord della Francia, Pimkie ha realizzato un fatturato di 194 milioni di euro nell’esercizio 2020, segnato dalla pandemia di Covid-19.
Nel 2018, il marchio aveva già vissuto un episodio di ristrutturazione, che ha causato la perdita di oltre 200 posti di lavoro (tramite un piano di dimissioni volontarie) e la chiusura di 37 negozi in Francia.
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