Ansa
12 nov 2021
Pil italiano in volata nel 2021 (+6,2%)
Ansa
12 nov 2021
Stime al rialzo per il 2021, vento in poppa per il 2022 ma un punto sul quale non si potrà transigere: il rispetto degli impegni del Pnrr. Le previsioni economiche d'autunno della commissione Ue sorridono all'Italia più di quelle dello scorso luglio. Bruxelles stima una chiusura del 2021 con il Pil al 6,2% (in estate si prevedeva il 5%) mentre nel 2022 la crescita dovrebbe assestarsi al 4,3%.

Il Pil italiano, nonostante l'inflazione e lo spettro dei contagi, "è destinato a continuare a espandersi", spiega l'Ue che, nelle sue stime include anche l'impatto del Recovery. Ed è proprio qui che Roma è chiamata all'ultimo scatto. "Ha una responsabilità particolare perché ha avuto più risorse, serve concentrarsi su questa sfida", è il monito del commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni. L'arrivo di Mario Draghi ha certamente cambiato l'approccio di molti Paesi europei verso l'Italia ma ciò non vuol dire che i fari dell'Ue non restino accesi. "Noi guarderemo con grandissima attenzione e con spirito di collaborazione alla fase esecutiva del Pnrr", sottolinea Gentiloni mentre a Roma, da qui alla fine dell'anno, si rischia l'ingorgo di provvedimenti.
Al momento l'Italia ha centrato 28 obiettivi su 51 tra quelli elencati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il 2021. Il tempo stringe e, quasi certamente, Roma non sarà nel primo gruppo di governi europei a chiedere le risorse del Next Generation Ue per quest'anno. Certo, c'è anche chi in Europa è più indietro. E l'ex premier italiano, se da un lato spiega che "pochi" come lui possono conoscere quanto sia "difficile quest'impresa" dall'altro rileva che il governo italiano "sta agendo con grande determinazione, con un sostegno parlamentare notevole".
Certo, come appendice, c'è il rebus dei rebus: il governo, a febbraio prossimo, sarà lo stesso?. "Solo un marziano potrebbe dire che i rischi politici" sulle stime economiche "non esistono", si limita ad osservare Gentiloni. Il rimbalzo del Pil fa sì che l'Italia, secondo le previsioni, "tornerà a livelli pre-crisi entra la metà del 2022. E la pone ben al di sopra della Germania (fanalino di coda al 2,7%), della Spagna e anche di diverse economie dei Paesi del Nord.
C'è un dato, nella ripresa italiana, che Bruxelles sottolinea in maniera sia pur indiretta. In un contesto in cui la crescita europea "è più rapida del previsto nonostante le incertezze" i rischi "aumentano nei Paesi con basse vaccinazioni". E questo non è il caso dell'Italia. Per il Belpaese - va detto - l'ampiezza del rimbalzo del Pil deriva anche dalla profondità del suo crollo causa Covid ma ora, "la sfida è di rendere questi ritmi di crescita così positivi, duraturi sostenibili. E bisognerà farlo con il programma di riforme e di investimenti" sulla base del Pnrr, spiega Gentiloni.
Sul debito e sul rapporto deficit/Pil le stime di Bruxelles vedono una sia pur lenta uscita dal tunnel. "Il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe scendere dal 155,6% nel 2020 al 151,0% nel 2023, grazie alla ripresa economica e a un favorevole aggiustamento stock-flussi" e "anche il rapporto deficit-Pil "trainato dalla ripresa economica e dalla graduale eliminazione delle misure fiscali di emergenza del governo", spiega la commissione. L'Italia, infatti, chiuderà il 2021 con deficit/Pil al 9,4% nel 2021, per scendere al 5,8% l'anno successivo e al 4,3% nel 2023.
Certo, non tutti gli indicatori ci sorridono. L'inflazione, ad esempio, è destinata a salire da qui a fine anno in Italia come in Europa. E la ripresa dell'occupazione "in ritardo rispetto alla crescita della produzione, poiché la carenza di manodopera in settori specifici, in parte legata al disallineamento delle competenze, è destinata a ostacolarla nonostante la debolezza del mercato del lavoro", si legge nelle previsioni, che torneranno a delineare la ripresa Ue il prossimo febbraio quando, tra l'altro, il dibattito sulla revisione del Patto di Stabilità sarà entrato nel vivo.
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