"Oggi ci sentiamo più artisti che stilisti": così Pierfrancesco Gigliotti e Maurizio Modica - già fondatori del marchio Frankie Morello - spiegano perché hanno dato vita al nuovo progetto Piermau. Un marchio che vivono in maniera tanto personale da dargli i loro nomi e che ha debuttato a Milano con una presentazione, ovviamente artistica, firmata da Mustafa Sabbagh.

"Quelle di Piermau - anticipano i due creativi - saranno collezioni senza tempo e stagionalità, che saranno acquistabili online subito dopo la presentazione e lo rimarranno sempre, andando a formare un archivio virtuale con diverse possibilità di personalizzazione e la promessa di tempi di consegna molto rapidi. Tutto questo - raccontano - grazie all'accordo di collaborazione con la App Srl di Faenza, che ci consente di produrre un sogno".

Con l'avvio del progetto Piermau, l'azienda dell'architetto Maurizio Cinà conta di sperimentare un modello organizzativo e di business tarato sulla velocità del mercato contemporaneo, simile a quello del just in time giapponese, impostato sulla logica secondo la quale occorre produrre solo ciò che è già stato venduto o si prevede di vendere in tempi brevi. Ecco quindi collezioni molto piccole, quasi delle capsule, ma con integrazioni periodiche.

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Si parte con la numero zero, intesa come "rinascita, resurrezione, purificazione", anche perché "si discosta enormemente da quanto fatto finora, è più essenziale e stringata, anche se la matrice - spiegano - rimane quella del gioco". Al centro della collezione zero il concetto di stratificazione, tradotto in volumi dilatati e deformati e in grembiuli che per l'uomo diventano accessori contenitori e per la donna si trasformano in gonne preziose.