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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 mag 2023
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Philippe Camperio (ChimHaeres): “Rilanceremo Vionnet con un business model disruptive”

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 mag 2023

Artefice del rilancio di Borsalino, l'imprenditore franco-italiano Philippe Camperio racconta a FashionNetwork.com la strategia della holding ChimHaeres, nuovo polo del lusso il cui patrimonio in gestione ammonta a 75 milioni di euro, da lui fondato con la società di investimento emiratina Chimera e di cui è amministratore delegato. In particolare ci ha svelato i suoi progetti, dalla quotazione in Borsa entro il 2027-2028 al rilancio della storica maison Vionnet, appena entrata a far parte di ChimHaeres.

Philippe Camperio - ChimHaeres


FashionNetwork.com: Com’è entrato nel mondo della moda?
Philippe Camperio: In precedenza lavoravo nel campo delle fusioni e acquisizioni e del private equity come consulente. Ho co-fondato una boutique di investimento a Ginevra, che in vent'anni ha effettuato 250 operazioni per 2,5 miliardi di euro per conto dei suoi clienti. Nel 2013, con i miei partner, volevamo fare noi stessi degli investimenti azionari e abbiamo acquistato sette società in vari settori a Ginevra. Poi nel 2015, quando si è presentata l'opportunità di comprare Borsalino, ho deciso di concentrarmi sul lifestyle.

FNW:  Così si è specializzato nel lusso?
PC: Si. Attraverso la mia holding personale Haeres Capital, che deteneva diverse partecipazioni - come quelle di Borsalino dal 2018, dello storico marchio svizzero di calze e collant Fogal, che ho ceduto nel 2019, e un progetto immobiliare a cinque stelle in Costa Azzurra - abbiamo sviluppato con il mio team una certa competenza e conoscenza del mercato del lusso. Lo comprendiamo e crediamo di disporre degli strumenti adatti per padroneggiarlo. Essendo stati spesso contattati da brand alla ricerca di investitori, dopo la pandemia di Covid abbiamo impostato un modello di business.

FNW: Che tipo di modello di business avete impostato?
PC: L'idea è quella di identificare dei marchi storici che presentino una situazione speciale. O sono in fase di successione, oppure necessitano di uno sviluppo di fatturato per raggiungere una certa redditività, oppure si posizionano sul mercato in modo sottovalutato perché sottogestiti. Il nostro obiettivo era quello di individuare delle opportunità di questo tipo e acquistare quote di maggioranza di questi brand, dove avremmo organizzato una minoranza tramite dei co-investitori, quindi attraverso delle operazioni una tantum. Non appena un'acquisizione viene finalizzata, implementiamo i nostri team condividendo le risorse. Ciò consente alle aziende di beneficiare di competenze elevate a una frazione del costo.

FNW: E poi ha lanciato il polo del lusso ChimHaeres. Come è nato il progetto?
PC: Nel marzo 2022, Chimera e Haeres Capital si sono unite. Chimera è un veicolo di investimento del Royal Group, un fondo di private equity di Abu Dhabi, che ha voluto sviluppare una strategia di investimenti nel lusso. Quello che li ha attratti verso di noi è che avevamo già esperienza con Borsalino e Fogal, una pipeline di deal e un management già esistente composto da grandi nomi, come Antonella di Pietro, che ha lavorato per Trussardi e Tod's, Alberto Nathansohn, ex direttore finanziario di Bulgari e Benetton, Giacomo Santucci, che ha lavorato per Gucci e Dolce & Gabbana, oltre a Jérôme Macario, ex direttore finanziario e operativo di Brioni con quindici anni trascorsi al controllo di gestione di Kering. Quindi, in effetti, abbiamo subito portato loro la massa critica per cominciare.

FNW: Come si è concretizzato l'affare?
PC: Abbiamo lavorato insieme per un anno e questo ha portato alla nascita di una joint venture paritetica, chiamata ChimHaeres. Haeres Capital ha portato in dote la sua partecipazione in Borsalino e tutti i marchi che avevamo in opzione, l'avviamento derivante dal team che avevamo già messo insieme. Chimera ha aderito apportando una somma in contanti pari al valore degli investimenti. Il patrimonio gestito ammonta a circa 75 milioni di euro, ovvero il peso di tutte le nostre partecipazioni. Oggi le squadre divise tra Milano, Abu Dhabi, Ginevra e il Lussemburgo sono composte da 18 persone. Al di là del contributo finanziario, Chimera ha portato con sé una visione strategica, un vero valore aggiunto.

La celebre stilista nel 1923 - Madeleine Vionnet


FNW: Un progetto ambizioso…
PC: La grande scommessa è stata quella di lanciare simultaneamente la joint venture e annunciare tre ulteriori acquisizioni, oltre al contributo di Borsalino, per avere subito una massa davvero critica sul mercato e la credibilità per andare alla ricerca di altri nuovi marchi. È stato piuttosto complesso e intenso. Attualmente possediamo quattro marchi: Vionnet al 100%, Borsalino al 54%, con il resto detenuto da una decina di soci, Fogal, che è stato rilevato all'87,5%, e il carrozziere italiano di lusso Zagato, di cui abbiamo preso il 70%, mentre la famiglia ha mantenuto il restante 30%. Come fatturato consolidato, il tutto pesa circa 40 milioni di euro.

FNW: Dove avete sede?
PC: La sede della holding è ad Abu Dhabi e gli uffici operativi sono a Ginevra e Milano, dove siamo presenti dall'inizio dell'anno in nuovi uffici su Via della Spiga.

FNW: Come è avvenuta l'acquisizione di Vionnet?
PC: Covavo segretamente l’acquisto di questa maison - che era stata messa in liquidazione nel 2018 - da ben quattro anni. L'acquisizione è stata effettuata dalla sua ex proprietaria, la signora Goga Ashkenazi. Ne abbiamo rilevato tutta la proprietà intellettuale.
 
FNW: Quali sono i vostri progetti per questa storica casa di moda?
PC: Il marchio è operativo oggi in via confidenziale, ma stiamo lavorando a un nuovo modello di business, che sarà lanciato entro la fine dell'anno. Madeleine Vionnet è stata una vera pioniera. Se si ignorano le dimensioni dell'azienda e l'immagine, il nome in sé è forte quanto Schiaparelli o Dior. Abbiamo trovato un'intervista del 1921 in cui Madeleine Vionnet parlava di sviluppo sostenibile, liberazione delle donne e dove annunciava che l'industria della moda sarebbe diventata molto inquinante. Sono questi i temi che vogliamo affrontare un secolo dopo, perché sono totalmente immersi nella realtà odierna. Stiamo mettendo a punto un progetto assolutamente rivoluzionario, rilanciando la casa di moda con un modello di business estremamente dirompente, disruptive. Per il momento siamo in piena fase di sviluppo e non possiamo dire di più.

FNW: Qual è l'approccio di questo nuovo polo del lusso ChimHaeres?
PC: Ci concentriamo su tutta l'Europa e la Svizzera e guardiamo a tutti i settori del lifestyle. Il nostro obiettivo è la proprietà a lungo termine e uno sviluppo proattivo, attraverso la nostra piattaforma di gestione, per ciascuna delle aziende acquisite. Siamo imprenditori finanziari o finanzieri imprenditori. Non siamo azionisti passivi. Al contrario, entriamo nella vita delle aziende senza necessariamente essere invasivi nella gestione quotidiana; vale a dire che manteniamo la gestione di tutto ciò che è finanza, flusso di cassa e costruzione del marchio, mentre la gestione quotidiana rimane nelle mani di ciascuna azienda. Interveniamo solo su punti molto specifici e mirando allo sviluppo a lungo termine del marchio. L'enorme vantaggio di essere una holding aperta, e non un fondo di investimento con una scadenza, è che abbiamo la libertà di creare valore per gli azionisti, pur mantenendo la stessa strategia di creazione di valore sul lungo periodo.

FNW: Qual è il vostro obiettivo?
PC: L'obiettivo è costruire una holding di investimento diversificata nei diversi settori del lifestyle con un approccio di diversificazione del rischio, ma con una visione chiara di ciò che possiamo apportare ai nostri investimenti. Ci collochiamo in operazioni a misura d'uomo, tra i 20 e i 50 milioni di euro, troppo piccole per grandi gruppi e troppo grandi per imprenditori e piccoli fondi di private equity. Andiamo dove gli altri non possono, non vogliono o non sanno andare. Quello che cerchiamo sono grandi storie, storie uniche.

ChimHaeres possiede l'87,5% del marchio elvetico di collant - Fogal


FNW: A che punto siete oggi?
PC: Cerchiamo nuovi obiettivi, ne stiamo analizzando già tre. Siamo nella fase di due diligence. Si tratta di tre marchi del settore lifestyle, di cui due legati alla moda e uno al mondo della casa. Due di loro sono italiani, l'altro ha sede a Londra. Due hanno un patrimonio molto raffinato, l'altro appartiene a uno stilista molto in voga. Abbiamo anche altre tre o quattro etichette in cantiere.

FNW: Come vi finanzierete?
PC: Stiamo mettendo insieme una pipeline di opportunità e non appena raggiungerà la dimensione di massa critica, apriremo il capitale della holding ChimHaeres a nuovi investitori, che entreranno nel nostro attuale portafoglio e grazie al loro apporto in contanti potremo finanziare nuove acquisizioni. Dato che non siamo un fondo di investimento, abbiamo anche l’obiettivo di quotare ChimHaeres in Borsa per cercare sui mercati finanziari la nostra liquidità. Per questo è necessario un portafoglio di dimensioni significative. Certamente, se qualcuno ci presenta un'offerta interessante su una società in portafoglio, la studieremo, ma non abbiamo obiettivi di uscita per nessuno degli investimenti. Siamo qui per consolidare e costruire un gruppo.

FNW: Quando e dove pensate di quotarvi in Borsa?
PC: Puntiamo a una doppia quotazione ad Abu Dhabi e Milano, direi entro il 2027-2028. Occorre avere una dimensione rilevante. Se sei troppo piccolo, non interessi a nessuno. Per questo, abbiamo bisogno di un portafoglio di circa otto-dieci marchi che rappresentino 500 milioni di asset. Finiremo l'anno con altre due partecipazioni, e poi ne realizzeremo forse altre due nel 2024.
 
FNW: Come intendete procedere con ciascuno dei vostri marchi?
PC: Andremo a ristrutturarci, amplieremo il management e vi forniremo nuove risorse, apportandogli un processo e dei metodi finanziari. Se necessario, forniremo loro una piattaforma IT e di risorse umane, svilupperemo il loro reparto vendite, apriremo loro nuovi mercati. Per il resto, la sede centrale e i team restano al loro posto. Fogal è a Ginevra, Vionnet e Zagato hanno sede a Milano. Siamo nel settore del lusso, quindi diamo fondamentale importanza alla qualità del prodotto, con un prezzo giustificato. Assicureremo inoltre un rigoroso controllo dei costi e soprattutto attueremo un vero approccio ecosostenibile. È assolutamente essenziale. Oggi non è più un'opzione. Non si tratta di un argomento in più per vendere, è invece una condizione sine qua non delle nostre operazioni. Anche se aggiunge difficoltà, costi ed energie. Per il momento ci affideremo ai nostri fornitori in termini di tracciabilità ed etica.

FNW: Secondo lei, come può evolvere un brand nell'attuale mercato del lusso?
PC: Oggi, per svilupparsi, un marchio deve pensare fuori dagli schemi. Crediamo fortemente nelle capsule collection e nelle collaborazioni, così come in canali di distribuzione che escano dall’ordinario. Ad esempio, il settore alberghiero può essere un vettore molto importante per l'espansione di un brand.

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