Petit Bateau investe sempre più sull'Italia

Il marchio francese di abbigliamento per bambini di proprietà del gruppo familiare Rocher (ben noto per la catena di prodotti cosmetici naturali Yves Rocher), si posiziona su un approccio sempre più attento all’economia circolare. Dopo aver avviato in Francia la raccolta di capi di seconda mano nei suoi negozi a novembre 2022 e aver aperto corner dedicati a tale iniziativa, Petit Bateau ha cominciato a proporre capi usati anche sul proprio e-shop e sta iniziando a sviluppare la commercializzazione di capi second hand nel resto d’Europa, partendo dall’Italia. Inoltre si è preso l’impegno di utilizzare il 100% di materiali sostenibili entro il 2025.

“La qualità dei nostri vestiti consente di farli passare di generazione in generazione, ma i bambini li indossano molto poco, perché crescono tanto in fretta. Puntare sul proporre capi usati di qualità è stata dunque una scelta logica per noi”, hanno spiegato a FahionNetwork.com Caroline Tiquet, ed Hélène de Saugère, rispettivamente Communication Director e CRM, Digital and Communication Director di petit Bateau, da noi incontrate all’evento di inaugurazione del nuovo flagship milanese del brand, in Via Dante 4, in cui per la prima volta in assoluto è stato proposto il nuovo concept di economia circolare. “In Petit Bateau tutto è centralizzato e realizziamo orgogliosamente internamente ogni passaggio produttivo, dal filato al capo finito, nel nostro storico stabilimento di Troyes, città a circa un’ora da Parigi, mentre l’altra metà dell’azienda ha sede a Issy-les-Moulineaux, dove si trova il gruppo Rocher. Tutto il second hand è gestito da noi: facciamo un controllo meticoloso per garantire che la qualità e il savoir-faire Petit Bateau siano rispettati. Ultimamente stiamo notando che sempre più giovani si stanno interessando a lavorare nei métiers artigianali del nostro settore”, precisano le manager a margine dell’opening, pensato anche per festeggiare i 130 anni del brand inventore della “petite culotte”, nato a Troyes nel 1893 grazie all’iniziativa di Pierre Valton.

“Tutti i nostri vestiti recuperati che possono essere rivenduti li offriamo alla stessa cifra alla quale venivano commercializzati in precedenza”, aggiunge la dirigente. “Con gli altri creiamo filati riciclati con cui abbiamo cominciato a ricreare dei capi Petit Bateau”.

Dopo il primo sviluppo in Francia (dove tra l’altro Petit Bateau proponeva già dal 2017 in una app per dispositivi mobili una piattaforma di vendita che integrava dei vestiti usati, ndr.), e recentemente testata in Giappone prima di questo debutto in Italia, nel corso del 2023 l’offerta di capi second hand verrà sviluppata anche in Germania e Belgio. Stesso discorso per il nuovo concept di boutique appena proposto a Milano.

Come ci hanno spiegato Ilaria Lombard, Retail Manager Italia, e Miriam Fellini, Wholesale manager Italia, l’apertura del negozio a Milano rappresenta un segnale forte di quanto Petit Bateau creda nel nostro Paese, dove possiede già 14 monomarca di proprietà diretta (prevalentemente situati al Nord), 5 concession all’interno di Coin, un negozio outlet, l’e-commerce locale e 20 punti vendita partner in simil-franchising, oltre a una distribuzione wholesale in 200 store multibrand. Il marchio francese ha in pipeline diverse nuove aperture nello Stivale, le prime delle quali a Napoli, Barletta e Roma con partner che utilizzano la formula del simil-franchising.

A livello complessivo, Petit Bateau possiede attualmente oltre 350 negozi monomarca, più di 150 dei quali aperti nella sua terra d’origine, la Francia, che resta il suo primo mercato. Secondo è il Giappone, mentre l’Italia - salita del 6% lo scorso anno, per un giro d’affari complessivo di 20 milioni di euro - è diventata il terzo sbocco dell'azienda, superando la Germania. La previsione è di crescere di un altro 7% sul mercato italiano nel 2023. Nel 2021, il suo fatturato era stato di 276 milioni di euro.

“Puntiamo sulla sostenibilità, l’innovazione di prodotto, l’ulteriore miglioramento della nostra qualità, la circolarità e la diversificazione”, conclude Caroline Tiquet, ricordando i recenti lanci del profumo per bimbi “Eau Soilogne” e del lancio della prima linea di prodotti cosmetici Petit Bateau per la cura dei bambini che avverrà a breve.

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