Di
Ansa
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Pubblicato il
18 feb 2009
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Per l'abito da sposa c'è il prêt-à-marier
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Ansa
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18 feb 2009
18 feb 2009
L'abito da sposa non dura più il giorno di un matrimonio. La sposa del terzo millennio lo vuole sobrio e semplice, ma soprattutto "trasformabile" e usabile per altre occasioni (matrimoni?), insomma un po' eterno.
Un po' conta la crisi finanziaria mondiale - scrive il quotidiano Le Figaro che parla di una vera e propria "tendenza" - un po' l'emergere di una donna che sempre più spesso decide di sposarsi intorno ai trent'anni o più, già lavora e si paga da sola il proprio vestito. Non se ne parla di investire somme astronomiche in fronzoli che verranno portati solo un giorno e poi conservati in soffitta come reliquie in una scatola: così gli stilisti si adeguano e lanciano linee accessibili, 'pret-a-marier'.
"Le spose contemporanee quando investono in un abito realizzato su misura e che adorano vogliono poterlo indossare anche dopo", osserva la stilista Ana Quasoar che propone una serie di top, bustier, giacche, mantelline, gonne o pantaloncini da portare facilmente anche dopo il matrimonio abbinati ad altri vestiti, sopra un jeans per esempio.
C'é poi l'abito da sposa "ecologico" fatto con tessuti del commercio equo-solidale e che si può riciclare dopo il matrimonio in altro. Per le spose che amano le metamorfosi nel giorno del fatidico 'si' c'é Alexandre Docquin, stilista: "il mio lavoro, fatto esclusivamente su misura, consiste nell'immaginare invisibili sotterfugi per camuffare maniche smontabili e gonne accorciabili e permettere alla sposa di cambiare modello dalla cerimonia in chiesa alla serata danzante".
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