Per J.J. Guiony (CFO LVMH) la decisione ministeriale rende il ritiro dall'accordo con Tiffany un fatto compiuto
La più grande azienda di lusso del mondo, la francese LVMH, ha affermato martedì che la sua decisione di ritirare l'accordo per l'acquisto di Tiffany & Co, la sua maggiore acquisizione di sempre, era semplicemente dovuta a una lettera del Ministero degli Esteri francese che gli ordinava di ritardare l'acquisizione da 16,2 miliardi di dollari della società americana di gioielleria.

“Non possiamo più continuare con questo accordo”, ha sostenuto Jean-Jacques Guiony, il Chief Financial Officer del gruppo LVMH, in una conference call con la stampa finanziaria, incolpando completamente il governo francese per il cambio di programma.
“Non possiamo imporre una struttura dell'accordo che è tutta poco chiara. Quindi, non andremo avanti con l’affare a causa di questo motivo tecnico. Dobbiamo rispettare i termini della lettera”, ha insistito Guiony (qui maggiori dettagli sulla lettera del governo francese e sulla richiesta di Tiffany di scalare la data del closing).
Alla domanda diretta se LVMH avesse intenzione di chiedere un risarcimento al governo francese, Guiony ha manifestato un perentorio diniego a questa possibilità, in quanto non si può contestare una direttiva ministeriale.
“Loro (il governo) ti dicono solo cosa si aspettano che tu faccia. Hanno semplicemente messo in chiaro, nel contesto delle discussioni commerciali, che dobbiamo rimandare [il perfezionamento dell’affare] a gennaio 2021. Ecco tutto”, ha detto il direttore finanziario, parlando in inglese, aggiungendo che LVMH aveva inviato una lettera a Tiffany insieme a una traduzione francese delle istruzioni dettate dal ministro.
“Non è una storia che abbiamo inventato ieri. È una lettera piuttosto breve e loro (il ministero) non hanno spiegato perché non volevano che ciò accadesse. È una lettera valida e il governo ha il diritto di scriverla”.
In risposta, Tiffany ha già annunciato l'intenzione di contestare questa decisione in tribunale, ma Guiony ha precisato che LVMH è fiducioso della pefetta legalità della sua posizione.
“Faccio fatica a concepire che un giudice del Delaware, vedendo una lettera francese valida proveniente da un ministero che dà istruzioni precise ad una società anch’essa francese, possa ignorarne il contenuto. Perché è questo l’oggetto del contendere. La situazione legale è arrivata a questo punto. Vediamo cosa succede”.
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