AFP
Gianluca Bolelli
25 ago 2022
Pellicce e pelli usate da LVMH: la PETA fa pressione sul CIO
AFP
Gianluca Bolelli
25 ago 2022
Un'associazione attiva nella difesa degli animali ha invitato il Comitato Olimpico Internazionale a rifiutare che il gruppo francese LVMH diventi sponsor delle Olimpiadi di Parigi 2024 fino a quando non avrà rinunciato ad utilizzare pellicce e pellami di animali esotici.

In un messaggio pubblicato martedì sul suo sito, la branca britannica dell'organizzazione PETA ha comunicato di aver scritto una lettera al presidente del CIO, Thomas Bach, su questo argomento.
“Lo stiamo esortando a dare il via libera allo status di sponsor per LVMH solo se la società accetta di cessare la vendita di pellicce e pelli esotiche”, come visoni e pitoni, secondo questa fonte.
La produzione di colli di pelliccia o borse di pitone “non è solo orribilmente crudele con gli animali, ma comporta anche un assodato rischio pandemico”, ha assicurato la PETA, citando quei casi di Covid-19 che avevano colpito gli allevamenti di visoni all'inizio della pandemia.
Secondo molti attori dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 e varie fonti politiche, LVMH (che controlla marchi come Louis Vuitton, Fendi, Celine...), sarebbe l'ultimo grande e attesissimo sponsor dei Giochi Olimpici di Parigi, anche se nulla al riguardo è stato ancora annunciato ufficialmente.
Contattato dall’agenzia di stampa francese AFP per un commento, LVMH, di proprietà del miliardario Bernard Arnault, non ha rilasciato alcun commento nell’immediato. Nel settembre 2021, il gruppo Kering, diretto concorrente di LVMH, ha annunciato che avrebbe rinunciato completamente alla pelliccia animale nei suoi prodotti.
Ma LVMH, numero uno mondiale del settore, si è rifiutato di fare questo passo, dicendo all'epoca “di lasciare (alle sue) case di moda la possibilità di continuare a utilizzare la pelliccia per offrire ai clienti che desiderano indossarla prodotti realizzati nella maniera più etica e responsabile possibile”.

Cambiando completamente argomento, LVMH ha intanto rimpinguato con denaro fresco per 65 milioni di euro le casse della testata Le Parisien, che controlla da diverso tempo dopo aver acquistato l’intero gruppo mediatico Les Echos-Le Parisien di cui fa parte, per assorbirne le perdite.
Il colosso francese del lusso aveva già salvato questo gruppo editoriale a fine 2018 iniettandovi risorse economiche per 83 milioni di euro. Mentre Les Echos ha raggiunto il pareggio nel 2021 per la prima volta dal 2008, Le Parisien sta ancora cercando di recuperare il ritardo che ha accumulato in termini di conversione digitale.
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