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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 dic 2022
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Paul Smith: le vendite salgono, le perdite si riducono

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 dic 2022

I risultati di Paul Smith nell’esercizio terminato alla fine di giugno mostrano una “buona” ripresa post-Covid, che riflette sia i benefici delle “misure di mitigazione” adottate durante la crisi sanitaria sia l'aumento della domanda nel periodo post-pandemico.

Paul Smith - Primavera-Estate 2023 - Menswear - Parigi - © PixelFormula


L'azienda ha anche mostrato una costante progressione sia nelle vendite nei negozi fisici che nell'e-commerce, con quest'ultimo che ora rappresenta un canale importante per la sua attività. Ogni stagione, da quando le restrizioni Covid sono state allentate, è stata una stagione di progressi, al punto che ora Paul Smith è in vantaggio rispetto alle stagioni pre-pandemia in alcuni parametri.

I dati di Paul Smith Group Holdings Limited, la società che raggruppa tutte le attività di Paul Smith, mostrano che il business si è “fortemente ripreso”. Tuttavia, come altri rivenditori, il marchio “continua ad affrontare sfide, tra cui l'impatto dell'aumento dell'inflazione e della scarsa fiducia dei consumatori”.

Per quanto riguarda i dati principali, il fatturato del gruppo nel corso dell'anno è aumentato del 22%, fino a 197,35 milioni di sterline (225,81 milioni di euro). Anche il margine lordo è migliorato, grazie all'aumento dei volumi, all'efficienza delle scorte e all'aumento delle vendite a prezzo pieno in seguito all'abolizione delle restrizioni imposte dalla pandemia.

L'utile lordo della società è stato di 99,2 milioni di sterline (113,51 milioni di euro), rispetto ai 77,9 milioni dell'anno precedente, mentre l’utile operativo ante componenti straordinari di 5,6 milioni di sterline (6,41 milioni di euro) è migliore della perdita di 3,1 milioni del periodo precedente. La società ha realizzato un utile operativo di poco superiore a 4 milioni di sterline (4,58 milioni di euro) una volta inclusi i costi straordinari, una buona notizia se paragonata alla perdita operativa di 12,1 milioni di sterline dell'anno precedente, quando Paul Smith era stato colpito da rilevanti costi straordinari.

Sebbene la società abbia registrato una perdita netta globale sull'intero anno di 3,6 milioni di sterline (4,12 milioni di euro), essa è stata molto inferiore alla perdita di 18,8 milioni di sterline dei 12 mesi precedenti. Il gruppo ha inoltre chiuso l'anno con una solida posizione di tesoreria.
 
Osservando più da vicino alcuni numeri, le vendite al dettaglio su base annua sono aumentate complessivamente del 35%, e del 41% su base omogenea, in quanto hanno beneficiato dell'aumento del traffico di persone, dato che i negozi sono rimasti aperti per la maggior parte del periodo.

Le vendite al dettaglio della stagione Autunno-Inverno 2021 sono aumentate del 36% rispetto alla precedente stagione Autunno-Inverno, e del 35% su base omogenea. Tuttavia, sono risultate in calo del 6% rispetto alla stagione autunnale pre-pandemia.

Invece, le vendite al dettaglio nella stagione Primavera-Estate 2022 sono aumentate del 49% rispetto all'anno precedente, e del 41% in termini reali. È significativo anche che siano aumentate dell'1% rispetto a quelle della collezione Primavera-Estate 2019.

Paul Smith ha aggiunto che sta poco a poco assistendo a ulteriori miglioramenti nel numero di visitatori, con vendite al dettaglio globali per l’AI 2022 che finora sono in aumento dell'11% rispetto allo scorso anno, anche se in calo del 5% sull’AI 2019. Le vendite registrate con l’e-commerce sono diminuite dell'11% rispetto all’AI 2021, ma l'investimento dell'azienda nelle vendite online durante la pandemia sta dando i suoi frutti, poiché tali vendite sono aumentate del 47% rispetto all’AI 2019.

Paul Smith - Primavera-Estate 2023 - Menswear - Parigi - © PixelFormula


Anche con tutti i negozi dell'azienda aperti, le vendite sull’e-commerce diretto nell'ultimo anno hanno rappresentato ancora il 34% delle vendite al dettaglio totali del brand. Un dato in calo rispetto al 51% dell'anno precedente, il che è comprensibile considerando che all'epoca era stato aumentato dalla situazione contingente, visto che i punti vendita erano rimasti chiusi per gran parte del periodo precedente.

L'e-commerce è oggi uno dei principali canali di distribuzione dell'azienda e si prevede che il suo slancio continui grazie alle tendenze attuali e ai continui investimenti, sia nella sua capacità digitale che nel marketing digitale.

L’azienda britannica ha poi aggiunto che sta vedendo alcuni segnali di crescita “molto incoraggianti”, in particolare nelle sue categorie di prodotti sartoriali, nonché un aumento del traffico pedonale in alcuni dei propri negozi più grandi man mano che i clienti tornano a fare shopping nei centri urbani.
 
Paul Smith ha inoltre continuato a rivedere e perfezionare il proprio portafoglio di negozi, chiudendo uno store a Birmingham (Regno Unito) e un altro a Parigi (Francia), ma inaugurandone uno a Williamsburg, New York, per poi spostare un punto vendita di Hong Kong in un centro commerciale.

In termini di vendita all'ingrosso, gli ultimi 12 mesi hanno visto una ripresa anche in questo canale: le vendite wholesale dell’azienda ai partner in franchising, ai principali grandi magazzini, ai punti vendita multimarca selezionati e ai rivenditori online in tutto il mondo sono aumentate del 12%, a 82,6 milioni di sterline (94,51 milioni di euro).

Di fatto, la sua attività all'ingrosso è stata “resiliente” durante la pandemia e ha continuato a comportarsi bene in termini di consegne e vendite. Gli ordini a termine confermati da fine anno per il periodo Primavera-Estate 2023 sono aumentati del 4% rispetto al periodo Primavera-Estate 2022, e sono addirittura superiori dell'1% rispetto a quelli della PE 2020, che è stata l'ultima stagione di ordini a termine prima che l'impatto della pandemia si facesse sentire su quegli ordini.

Tuttavia, la ripresa continua ad essere disomogenea tra le varie aree geografiche. Comunque la società ha continuato a gestire con successo i livelli delle proprie scorte, nonostante quella che afferma essere una domanda “irregolare e incerta”.

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