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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 ott 2022
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Paris Fashion Week: Loewe, Victoria Beckham e Yohji Yamamoto

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 ott 2022

Una superba sfilata firmata da un nordirlandese, il convincente debutto di una star britannica, la moda poetica di uno stilista giapponese. Nelle ultime 36 ore Parigi non è mai sembrata così internazionale.

Loewe: anthurium e ancora anthurium

In questa stagione, Jonathan Anderson ha rivelato il concetto alla base della sua sublime collezione per Loewe inviando a ogni ospite un anthurium rosso brillante, fiore dotato di una spata centrale a forma di attizzatoio.

Loewe - Primavera-Estate 2023 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Questo fiore simile a un fenicottero fungeva anche da sfondo per la sfilata, che si è svolta nelle scuderie della Guardia Repubblicana. In una versione in plexiglass così imponente che sembrava sfondare l'imponente tetto in vetro dell'edificio. Questa riproduzione voluminosa di un vero fiore tropicale era allo stesso tempo inquietante e rilassante. Jonathan Anderson parla di un “Momento Eyes Wide Shut”.

Gli anthurium sono stati poi ritrovati su più di venti outfit. Su una delle décolleté indossate dall'attrice Taylor Russell, che ha aperto la sfilata con un abito a campana. O anche sotto forma di plastron su alcuni capi, mentre in altri spuntano dalle scarpe o traboccano dalle tote bag.

“Mi piace il fatto che questo fiore sembri finto, ma invece sia molto reale. L'idea dell'iconografia e degli oggetti che ricordano qualcos'altro”, ha spiegato Jonathan Anderson dopo la sfilata.

Ma il designer si è soprattutto divertito con le proporzioni, stringendole, sgonfiandole ed esagerandole, lungo tutta la collezione.

Ad esempio, nel caso del vestito stretto verde muschio, accompagnato da un blazer da uomo con risvolto. Sulla carta l'idea non avrebbe funzionato, eppure... Altri abiti di seta beige o blu a guscio d'uovo sembravano drappeggiarsi verso l'alto, sollevandosi in una serie di vertici all’altezza della scollatura.

Jonathan Anderson ha sempre amato le scarpe stravaganti e in questa stagione ne ha create alcune partendo da centinaia di palloncini sgonfi, come moci lavapavimenti gommati.

Il designer britannico ha proposto variazioni di queste idee durante la sfilata, con lievi modifiche, seguendo un processo quasi meditativo, giocando con le silhouette.

Di tanto in tanto, c'era un glitch, come nel motivo composto di quadrati, come su uno schermo video che si fosse bloccato. E poi sono apparsi dei meravigliosi impermeabili cerati in stile Barbour, tagliati come cappotti, e una serie di bomber in montone che dovrebbero vendersi come il pane.
 
Il talento di Jonathan Anderson nell'equilibrare artigianalità, creatività e vendite non smette mai di stupire. Sotto la sua guida, Loewe ha quasi quadruplicato il fatturato, che dovrebbe superare il miliardo di euro nel 2022.

Il fatto più importante è che la collezione si sia imposta come un successo artistico sin dal primo passaggio, accompagnato da potenti accordi pianistici.


“Ho avuto una visione di Taylor Russell aprire la sfilata. È un'ottima amica. Secondo me, rappresenta il futuro della commedia o della performance. La mia domanda era come rendere positiva l'austerità? Lei lo ha fatto, con il tono giusto”, conclude Jonathan Anderson, il cervello più fertile dell’attuale mondo della moda.

Victoria Beckham: la grazia in Val-de-Grâce

Venerdì ci siamo recati ad assistere alla sfilata di Victoria Beckham: la stilista britannica ha debuttato a Parigi con una collezione ricca di grazia, allestita in un chiostro della chiesa parigina del Val-de-Grâce.

Victoria Beckham - Primavera-Estate 2023 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Oltre alla sua famiglia - tra cui il marito David, il figlio maggiore e la nuora Nicola Peltz - in prima fila sedevano due dei designer francesi più influenti: Simon Porte Jacquemus e Nicolas Di Felice, di Courrèges.

Ogni anglosassone che presenta una collezione a Parigi corre sempre un rischio. I critici francesi e del Vecchio Continente possono essere spietati. Ma il trionfo c'è stato per Victoria Beckham, in una proposta moda in cui ha tagliato i suoi tessuti più pregiati fino ad oggi, il che le ha permesso di proporre una sartoria contemporanea e un drappeggio impeccabile.
 
Non c'è da stupirsi che dopo diversi anni di complicate ristrutturazioni, la casa di moda sia sul punto di tornare a generare profitti. Questa collezione accelererà senza dubbio il suo ritorno in territorio positivo.

“Ho sognato di sfilare in passerella a Parigi per così tanto tempo, e non posso credere che stia finalmente accadendo! Ho pensato tra me e me: sono un marchio indipendente, sono sempre ansiosa prima delle sfilate, ma andrò per assaporarne ogni momento”, ha dichiarato entusiasta Victoria Beckham durante una presentazione organizzata in precedenza.

La stilista britannica ha trascorso un decennio a sfilare a Manhattan, prima di trasferirsi a Londra quattro anni fa. Di solito tiene presentazioni di ridotte dimensioni in ambienti relativamente intimi su entrambe le sponde dell'oceano, dalla Public Library sulla Fifth Avenue a una sala da ballo in stile Regency a Whitehall nella capitale britannica.

Nel chiostro parigino, i capi più memorabili sono stati una giacca da motociclista davvero originale con revers a punta goffrati, o un elegante blazer rosa. E anche il semplice blazer in maglia elasticizzata trasudava un'energia tremenda.

Victoria Beckham si è presa molti rischi con i suoi capi sartoriali, in particolare nel caso del blazer di lino nero molto maschile con la schiena aperta trattenuta da un semplice cinturino. Ma tutto questo rischiare l’ha portata al successo.

Comunque, il nocciolo della questione stava in quegli abiti snelli, artisticamente drappeggiati o arricciati, oppure tagliati di sbieco in lino, mussolina od organza stampata, presentati nel finale. Victoria Beckham si è concessa un tocco di fantasia con leggings e collant in pizzo con monogramma.

Fedele a sé stessa, la stilista ha immaginato una silhouette che ricordava le sue prime sfilate intime alla presenza di una dozzina di persone, poi organizzate in una casa nell'Upper East Side di New York. Ma arricchendo le sue proposte per Parigi con tecniche più avanzate, come l'aggiunta di nappe, utilizzate anche per una serie di nuove borse.

Victoria Beckham, i cui primi show erano pieni di modelle poco conosciute ma all'avanguardia, ha anche fatto delle follie per il suo cast, che tra le modelle includeva Gigi e Bella Hadid, mentre il défilé è iniziato e si è concluso con Rianne van Rompaey.

Fonti interne affermano che le vendite del brand raggiungeranno i 60 milioni di sterline (68 milioni di euro) quest'anno, con il boom del settore della bellezza che contribuirà per metà a tale performance.

Questi primi convincenti passi a Parigi dovrebbero stimolare le sue vendite. Dopo quasi 15 anni di sfilate, probabilmente abbiamo appena scoperto una delle tre collezioni più riuscite di Victoria Beckham.
 
Yohji Yamamoto: poesia in municipio
 
Un momento poetico e una salutare lezione di drappeggio del maestro Yohji Yamamoto, che si è concentrato quasi interamente sul bianco e nero.

Yohji Yamamoto - Primavera-Estate 2023 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Un incontro brillantemente disordinato che mescola storicismo, femminilità fatale e corsetteria eccentrica quello orchestrato dallo stilista giapponese.

La sfilata si è svolta sotto l'enorme soffitto dipinto di un salone dell'Hôtel de Ville (il municipio) di Parigi, le cui eroine salvate da dei infuriati richiamavano stranamente la collezione presentata in passerella. L'unica differenza era che la maggior parte delle ragazze di Yamamoto indossava leggings e sneakers all’ultimo grido.
 
“Ho voluto mescolare i costumi del XVII e XVIII secolo con lo streetwear di oggi per ottenere una nuova forma di modernità”, ha spiegato Yohji Yamamoto, prima di ricevere elogi da Tyga.
 
Particolarmente appassionato di moda, il rapper si è mostrato in più sfilate, tra cui quella di Rick Owens.

Con il progredire dello show, il designer nipponico ha fatto uscire in passerella grandi stampe architettoniche dorate e ideogrammi giapponesi. Un incontro tra est e ovest che si è riflesso nella colonna sonora. Anche questa volta Yohji stesso è entrato per strimpellare accordi su una chitarra d'acciaio cantando una versione giapponese di “Take a Walk on the Wild Side” di Lou Reed.

Una sfilata che ha espresso tutto lo stile poetico del designer giapponese, e ha svelato una collezione imprescindibile per i suoi estimatori.

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